Harry.
Flashback.
Nonostante ero sempre stato un amante del mare, l'inverno era la mia stagione preferita.
Amavo il freddo e non sopportavo il caldo.
Amavo quando fuori diluviava ed ero costretto a rimanere chiuso in casa, dentro la mia rassicurante cameretta.
La mia casa si trovava nella periferia di Londra e il mio vicino, nonché mio migliore amico, veniva spesso da me in giornate del genere.
«Ciao Nick.» lo accolsi in casa.
«Ti va una cioccolata calda?»
«Sì, grazie. Fa freddo fuori e sono tutto bagnato.» gli porsi dei miei vestiti mentre lui sorseggiava la cioccolata calda dalla mia tazza preferita.
«Mio padre ha deciso di portarmi a sciare questo fine settimana.» disse lui.
Lo invidiavo. Mark, suo padre, era uno che ci sapeva fare con i bambini, amava portare il figlio nei boschi, a sciare o fare qualunque cosa fanno dei padri con dei figli.
Spesso mi portavano con loro, dato che il mio era assente.
«Se vuoi puoi venire con noi. C'è sempre posto per te, lo sai.»
«Sì, lo so ma non preoccupatevi.»
«Dai Harry. Sai che mio padre insisterà. Ci divertiremo.»
Dopo aver insistito, accettai con il consenso di mia madre.
Quel sabato partimmo all'ora di pranzo e arrivammo verso le cinque di pomeriggio.
Ero sempre eccitato nel fare le cose con Nick e Mark. Ero uno di famiglia ormai.
Mio padre, nel frattempo, era partito per la Grecia usando la scusa di un colloquio di lavoro.
Anche se avevo soli dodici anni, capivo e non ero stupido.
Non era di certo per lavoro.
Una volta sola nella mia vita mio padre mi aveva portato a mangiare un gelato con lui e non ci eravamo scambiati più di tre parole.
Forse all'età di nove anni.
«Dacci una mano a trasportare le attrezzature Harry!» esclamò Mark sorridendo.
Poi Nick convinse suo padre a portarmi in una piccola pista per insegnarmi qualcosa.
«Se vuoi ti faccio vedere io una scivolata. Partirò da lì su. Già l'ho fatto tante volte con papà.»
«Sì, ma tuo padre non c'è ora. E poi non vedi che lì non c'è nessuno? È pericoloso Nick.»
«Io sono bravo, ce la faccio anche da solo.»
«Nick non è una buona idea...»
«Ti farò vedere io.»
Così, prima che potessi fermarlo, salì sull'ovovia e arrivò fino in cima.
Era pomeriggio tardi e la pista non era illuminata bene. Ero pietrificato.
Non riuscivo a muovermi a causa della tanta paura che potesse farsi del male.
Pochi minuti dopo, vidi il corpo del mio migliore amico sciare agilmente.
«Vai Nick!» gridai entusiasta.
Quel momento che sembrava bellissimo, si trasformò in un incubo quando Nick improvvisamente sprofondò nella neve.Fine flashback.
«E cosa è successo poi?» disse Shirley avvicinandomi a me.
«Poi corsi a chiamare Mark, che chiamò a sua volta dei rinforzi.»
«Nick era sprofondato in un buco profondo trenta metri. Il suo corpo è stato ritrovato dopo tre giorni di ricerca.»
«Oddio mio. Harry mi dispiace tantissimo.»
Riportai il mio sguardo sul mare, inspirando profondamente.
«Se solo non fossi mai andato con loro...»
«Harry, non è stata colpa tua. Eravate solo dei bambini.»
«Mark divenne una furia. Ma non se la prese con me. Ti ricordi quando ti ho detto che vidi mio padre insieme alla mia vicina?» annuì.
«Be', era la madre di Nick.» lei spalancò gli occhi.
«Negli anni successivi alla morte del mio migliore amico, Mark continuò a fare cose con me, comportandosi come un vero padre. Per me lui è sempre stato una figura paterna, ma quando successe quella cosa con mio padre, si trasferì definitivamente dall'Inghilterra in America.»
«E non l'hai sentito più?»
«No. È scomparso completamente dalla mia vita, e così mi sono ritrovato solo. A combattere da solo. A portare la mia nave da solo. Ma non ho mai trovato il mio porto, Shir. Sono solo un povero disgraziato.»
«Non dire così Harry. Le cose si trovano col tempo. Ognuno è destinato a trovare il suo porto e tu troverai il tuo quando sarà il tuo momento. Non passerai la tua vita a vagare in giro per il mare, senza meta. Tu stai ancora superando la tempesta, e chi dice che dopo la tempesta non troverai il tuo porto?»
«E chi ti dice che lo troverò?»
«Non essere pessimista Harry.»
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Letters.
FanfictionShirley stava ritornando a casa in quella fredda serata di metà dicembre attraverso le strade di Barcellona, illuminate dalle allegre luci che annunciavano l'arrivo del tanto atteso natale. Aprì la cassetta della posta per controllare se una cartoli...