Capitolo 26

209 24 24
                                    

Non t'ama chi amor ti dice, ma t'ama chi ti guarda e tace.

-William Shakespeare.

Harry si accigliò e mi guardò negli occhi.
Non protestò e non chiese spiegazioni.
Forse aveva capito tutto.
Mi guardava così intensamente, con uno sguardo così comprensivo.
Avvicinò il mio volto al suo con la mano destra, portandola dietro la nuca.
Sapevo che per lui non avrebbe avuto alcun significato ma non mi importava.
Avvicinava il suo viso al mio così lentamente che stava diventando una tortura.
«Per te questo e altro.» soffiò sulle mie labbra prima di unirle.
Il cuore iniziò a battere forte, le mani mi tremavano, il sangue mi ribolliva nelle vene e avevo una sensazione strana nello stomaco.
Bella e fastidiosa allo stesso tempo.
Il corpo era andato in fiamme e questo era solo a causa di un innocuo bacio di un ragazzo fidanzato con la mia migliore amica. Così sbagliato eppure mi faceva così bene.
Fu un bacio semplice, ma significativo per me.
Le sue labbra erano così morbide, non volevo più staccarmi.
Ma durò solo pochi secondi quel mio piccolo paradiso.
Riaprimmo gli occhi senza muoverci da quella posizione.
Potevo sentire il suo respiro, potevo percepire quanto era irregolare proprio come il mio.
La sua mano scivolò via dalla mia nuca per viaggiare sulla mia guancia. La accarezzò e poi si alzò, invitandomi ad imitare il suo gesto.
L'imbarazzo prese il sopravvento.
«Lou...» sussurrò.
Non riuscivo a guardarlo negli occhi. Li avevo fissi sui piedi. Allungò un braccio per strattonarmi gentilmente.
«Ehi Lou, va tutto bene.»
«Invece non va bene niente perché io sono fottutamente e follemente innamorato di te. Ecco tutto. Ecco tutta la merda.»
«Adesso non mi guarderai più con gli stessi occhi, penserai che sono il povero frocio innamorato di un etero. Avrai compassione per me, ti p-»
Interruppe le mie parole poggiando nuovamente le sue labbra sulle mie.
«E invece non penserò nemmeno una di queste cose» sorrise.
«Adesso posso dirtelo, dato che lo sai, che se continui a sorridere così prima o poi il mio cuore scoppierà.» scoppiò a ridere.
«Be', se ridi mi vuoi male!»
«Vieni qui, pazzo.» Mi attirò in un abbraccio che ricambiai affettuosamente.
Poggiai la testa all'altezza del suo cuore e potei percepire i suoi battiti, il suo respiro calmo e tranquillo, il suo profumo.
Ci staccammo dall'abbraccio.
«Non cambierà nulla fra noi, intesi?» sorrisi e annuii.
Giocammo un po' sulla spiaggia, rincorrendoci avanti e indietro.
Mi divertii davvero tanto.
Ridere con lui mi purificava, mi faceva dimenticare di tutto.
Mia madre che stava male e mia sorella.
Però quegli attimi non erano destinati a durare per sempre.
«È tardissimo cazzo» imprecò Harry.
«Siamo usciti alle sei e mezza circa e sono le nove.»
«Ti va di mangiare qualcosa?» proposi.
«D'accordo, ma un pizza o qualcosa del genere. Ho ancora il cibo del ristorante nello stomaco.» risi e concordai con lui.
Adesso mi sentivo più libero, più libero di poterlo guardare senza preoccuparmi di quello che avrebbe pensato.
Libero di potergli dire i miei stupidi pensieri innamorati.
«Quando hai deciso di partire?»
«Ho prenotato i voli per dopodomani.»
«Così presto...» sussurrai ma mi sentì ugualmente.
«Louis, per te sarà sempre presto.» aveva ragione. Se se ne sarebbe andato fra due giorni o dieci anni, per me sarebbe stato sempre troppo presto.
Non avrei mai accettato di lasciar andare via la persona che amavo e per questo non sarei mai stato pronto.
«Domani possiamo stare ancora insieme e poi andremo alla festa, che ne dici?»
«Non voglio essere un peso per te.»
«Non lo sei. Anch'io voglio passare del tempo con te Lou.» sorrise e finì il suo trancio di pizza.
Amavo fissare le sue labbra mentre parlava e quell'accento inglese era fottutamente sexy. Per non parlare poi della sua voce roca e seducente.
Mio dio, beata Shirley.
Fanculo.
Ora che avevo un piccolo assaggio delle sue labbra ne volevo ancora di più. Come quando assapori per poco la felicità ma sei costretto a lasciarla andare, vivendo la tua vita con quel rimpianto, desiderando di poter commettere ancora quello sbaglio. Ma come diceva Oscar Wild, coloro che peccano per amore non peccano affatto.

Letters.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora