"If I could fly I'd be coming right back home to you."
-If I could fly; One Direction.
Shirley.
Il rumore di una sirena mi riportò alla realtà facendomi sobbalzare.
La voce di una ragazza all'altoparlante nella stanza ordinò di uscire dalle nostre stanze e rimanere immobili. Dopo aver riportato il messaggio, un forte rumore alla porta mi fece capire che era stata aperta. Mi avvicinai lentamente e la aprii.
Uscii fuori e accanto a me vidi tantissime altre ragazze, giovanissime e bellissime.
In questi ultimi giorni ci avevano fatto mangiare tanto, dandoci la possibilità di riacquistare un po' di colore e carne.
Eravamo tutte immobili, aspettando un segnale, un qualcosa.
Mentre osservavo le altre ragazze con gli occhi, vidi Lottie. Il cuore perse di un battito e l'istinto di urlare il suo nome mi invase, ma ricordai le parole di Dylan: «Fai sempre silenzio e non mostrarti ribelle agli altri o saranno guai.»
La fissai, sperando che mi notasse. Poco dopo i suoi occhi incontrarono i miei e lei sussultò.
Misi immediatamente un dito sulle labbra facendole segno di rimanere zitta.
La porta si aprì, erano tutte terrorizzate dagli uomini che attraversavano il corridoio e che si fermavano davanti alla loro figura. Dylan si fermò davanti a me, ma non mi sorrise.
Mi guidò insieme alle altre ragazze verso il settore C.
Dylan non me ne aveva mai parlato e intuii che fosse il momento peggiore della mia permanenza in quell'edificio. La sua mano tremava leggermente. Cosa si celava dietro quella grande porta?
Una alla volta, accompagnate dal rispettivo uomo, entrammo.
Dylan mi diresse verso la camera 378 di quel settore.
Appena entrai rimasi a bocca aperta.
Era pieno di trucchi, vestiti, roba per estetica e accessori di tutti i tipi.
Mi avvicinai agli splendidi vestiti e la cosa che mi terrorizzò era che avevano tutti la mia taglia precisa.
Sia di vita, sia la taglia delle maglie.
Afferrai un vestito e lo sovrapposi al mio corpo, notando la perfetta combinazione.
Lo riposi insieme agli altri e guardai Dylan, incredula.
Lui si tirò i capelli e si morse un labbro.
«Siediti qui, Shirley.» disse indicando la sedia davanti ai cosmetici.
«Cosa significa tutto questo? I vestiti sono perfetti per me.»
«Lo so.»
«Perché non mi hai detto niente?» gridai lasciando spazio alle lacrime. Qualcosa sarebbe successo, di sicuro.
«Che cosa ti aspetti Shirley?! Ti rendi conto che un altro uomo adesso ti starebbe picchiando a sangue? È già tanto che sai dove cazzo ti trovi! Stavo solamente cercando di farti avere gli ultimi attimi di pace della tua vita.»
«Che significa? Perché picchiano?»
«Siediti. Adesso devo parlarti.» mi sedetti mentre Dylan mi lavava con cura i capelli.
«Una volta entrata qui la vita non sarà più tua, se ti andrà bene. Picchiano per abituarvi al vostro futuro padrone. C'è una vendita, la ragazza o il ragazzo più puro è quello che vale di più, è quello che si salverà al cento per cento. Verrete venduti tutti quanti a ricchi sfondati, che vi useranno per loro piacere personale o farete da servi, se vi va bene.» scoppiai a piangere.
«Ma cos'è questa merda?! Che cazzo significa?! Dylan come diamine fai a lavorare in un posto così?!»
«Mi hanno costretto. Mia sorella era stata rapita. Io ho scoperto l'esistenza della società e la direttrice mi ha minacciato dicendomi che se l'avessi denunciata mi avrebbe fatto fare la fine di quelli impuri.»
«Impuri?»
«Quelli non vergini, Shirley.»
«D-Dylan io non sono pura.»
I suoi gesti si fermarono. E mi guardò attraverso il riflesso dello specchio.
«Porca merda, non sei vergine? Perché diamine ti hanno portata qui?»
«Cazzo, vorrei saperlo anch'io!»
«Aspetta tua hai detto direttrice?» continuai.
«Sì. È una ragazza della mia età.»
«Chi è?»
«Il suo nome è Alice. È il diavolo in persona.»
Raccontai a Dylan tutta la storia e di come aveva minacciato Harry.
Dylan iniziò a truccarmi con cura e abilità.
«Merda, questo significa che non farai la fine degli altri impuri.»
«Lei ti odia e lascerà che ti prendano. Lascerà che faranno di te ciò che vogliono.» continuò.
«Che fine fanno gli impuri?»
«Non lo so con certezza...»
«Ma credo proprio che li uccidano.» continuò.
«Be’, allora per lei non sarebbe meglio farmi uccidere?»
«No, vuole farti soffrire. È diverso.»
«Ma perché ha rapito Lottie allora? Perché li uccidono?»
«Non lo so... Zayn farà la mia fine se Alice non decide di venderlo. Li uccidono perché non sono graditi ai clienti. L'impurità non è gradita.»
«Niente è puro in questa situazione! Niente!»
«Quella ragazza è un mostro.»
«Lo so.»
Dopo aver finito con il trucco, passò alla depilazione.
«Tu non sei un'impura qualunque. Secondo Alice, tu le hai rubato il suo Harry. È vendetta e quando Alice vuole qualcosa, lo ottiene a costo di rapire le persone. E allora è molto peggio. Preferirei fare la fine degli impuri sinceramente, piuttosto che vivere in quel modo.»
«E Zayn allora?»
«Be', Zayn era alleato di Alice. Come tu mi hai detto prima, lui ha fatto in modo da avvicinarti sempre di più a lui.» rimasi a bocca aperta.
«Sono stata così cieca.» soffocai un gemito di dolore non appena strappò via dalla mia pelle la striscia depilatoria.
«È così che fanno le persone. Anche quelle più vicine a te ti ingannano e nemmeno te ne accorgi.»
«Anche io preferirei morire piuttosto che farmi utilizzare da qualcuno per puro piacere.» gli dissi.
Dopo un'ora di trattamenti estetici, passammo ai vestiti.
«Quando avverrà tutto questo?»
«Domani. Oggi è solo una prova.»
Annuii mordendomi un labbro per non piangere.
«Non ho nemmeno detto un'ultima parola ad Harry. Non ho nemmeno salutato mio fratello e il mio migliore amico.» tirai su col naso.
Dylan si sedette sul lettino accanto a me e mi guardò negli occhi.
«Ne ho viste tante di ragazze, ma nessuna aveva questa storia. Tutte semplici vergini vendute e basta.»
«Dylan io volevo ringraziarti per tutto... Grazie per essere gentile con me e-»
«Non devi ringraziare me,» sorrise e mi accarezzò una guancia, asciugando la lacrima.
«E ora tutto questo trucco?» chiesi indicando la mia faccia rigata da strisce nere.
Lui ridacchiò e scosse la testa, pulendomi delicatamente le guance.
«Cosa provi quando vedi tutte queste ragazze e ragazzi essere venduti? Cosa provi quando li vedi andare via?»
«Ci sono abituato ormai. Cerco di non affezionarmici mai o sarebbe la fine. Non posso farci niente però, non posso evitare che accada. Cerco solo di allietare un po' la loro permanenza, per quanto sia possibile farlo.»
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Letters.
FanfictionShirley stava ritornando a casa in quella fredda serata di metà dicembre attraverso le strade di Barcellona, illuminate dalle allegre luci che annunciavano l'arrivo del tanto atteso natale. Aprì la cassetta della posta per controllare se una cartoli...