Risør e CostaDorata

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La sera prima del viaggio andai da Noah per portargli la teca e i topi surgelati, come promesso. Erano le nove in punto quando posizionó l'enorme teca vicino al suo letto, facendomi i complimenti per aver dato a Lisa un habitat cosí grande e cosí ricco di piante e tane.
Il giorno dopo sarei partito la mattina presto per Risør, una cittá norvegese sul mare, a tre ore da Oslo. Da Risør avrei salpato insieme a ottantanove passeggeri sulla CostaDorata, una piccola nave-crociera economica che poteva sostenere al massimo cento passeggeri, esclusi gli impiegati della crociera.
Da Risør, CostaDorata avrebbe navigato fino alla cittá canadese Halifax. Da Halifax infine avrei volato fino a Puebla.
Erano le sette del mattino quando mi alzai per fare colazione. Gli occhi color cielo di Daven li vedevo sempre meno nei miei sogni e nelle mie allucinazioni da quando avevo organizzato il viaggio a Puebla. Questo era un bene.
Presi la valigia e alle otto partii in pullman verso Risør, arrivando alle undici precise.
La cittá marinara era come una grande striscia sul mare di case e strade. Le abitazione e gli edifici erano tutte bianco latte, con i tetti scuri o rossi e le finestre piccole e pulite. Avevano una propria interessante armonia.
Le strade erano molto piú piccole di quelle di Oslo, ma tenute in buone condizioni. Sui tetti si vedeva ancora la neve bianca, soprattutto sull'alto campanile della chiesa, che si stagliava come se proteggesse la cittá dalle bufere. I moli erano in legno umido, e si allungavano verso il Braccio di mare, lo stretto che collegava Mare del Nord e Mar Baltico.
Barche a vela, motoscafi e piccoli Yatch erano attaccati alle piattaforme legnose, insieme ad altre piccole crociere.
La CostaDorata sarebbe partita alle quattro e mezza, quindi feci in tempo a mangiare un po' di salmone affumicato e purea di patate in un pub e visitarmi vagamente Risør.
Alle quattro mi avviai al molo dove la CostaDorata aspettava i suoi passeggeri.
Era in effetti una crociera in miniatura, con un'aria forse adorabile, e la parte inferiore era dipinta d'un onda oro che ricordava vagamente una spiaggia. Il nome era scritto con il carattere di una nave da crociera, stampato al lato sinistro.
Entrai dell'imbarcazione bianca e oro, trovando un personale disponibile e gentile. Mi assegnarono la cabina e il posto del passeggero. Non essendo una crociera enorme, avevano solo come intrattenimento una sala film, che proiettava cortometraggi dalle otto del mattino fino alle dieci di sera, con una pausa di venti minuti tra un film e l'altro, comunicati attraverso l'app di CostaDorata e dalla troup durante il viaggio sui sedili, e una zona idromassaggio con una sauna e un bagno turco. Il cibo veniva servito o nelle cabine o mentre si viaggiava sui sedili.
Quando entrai nella sala dei passeggeri, trovai il soffitto leggermente basso, ma non mi feci sopraffare dalla claustrofobia. I sedili erano turchesi e blu cobalto, imbottiti e comodi, disposti in due file (una a destra e una a sinistra) con finestrini all'esterno. Per fortuna di dio ero finito vicino a una finestrella.
La cabina singola invece mi aveva sorpreso. Pensavo un alloggio molto piccolo, ma invece era delle grandezze perfette per una persona solitaria. Entrando, subito sulla sinistra si trovava la porta del bagno. Dopo il letto, grande, lungo e con due cuscini bianchi e le lenzuola dorate morbide. Vicino a esso, un comodino in legno dallo stile semplice e moderno a un cassetto sosteneva una lampada a cono, che se accesa emetteva una luce fioca. L'armadio, nella parete destra, davanti al letto, era sempre in legno e si apriva all'esterno con due ante. Nell'angolo, per finire l'arredamento, era posizionato un tavolo sempre in legno, e una sedia del medesimo materiale. In fondo alla cabina c'era un'enorme finestra che si stagliava sul mare movimentato, incorniciata da delle tende pesanti a strascico rosse. Il bagno era piccolo, ma non troppo: il water era bianco pallido, e davanti il lavandino era asciutto. Vicino, un asciugamano con su scritto il nome della piccola crociera giaceva su una mensola corta. In fondo, per finire, era posizionata una doccia con vapore.
Il menù cambiava ogni giorno, e si poteva scegliere tra cinque portate tra colazione, pranzo e cena. Il viaggio sarebbe durato un mese circa.
La nave partii quando tutti i novanta passeggeri furono a bordo. Fui contento di vedere un solo bambino, di circa sei anni e molto pacato, invece che neonati strillanti.
E fui ancora piú felice quando vicino a me non c'era nessuno altro passeggero. Cosa sarebbe potuto andare storto?

Panic Island: Escape or Die [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora