Piano

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- Lily Murray

Era scoppiato a piangere davanti a me. Non pensavo che era diventato cosí aperto da farlo.
L'avevo abbracciato, cercando di fargli capire che non era solo. Che ora era al sicuro, e che non li avrebbe mai piú rivisti.
Come possono dei genitori fare questo a un bambino?
"Jason va tutto bene.. nessuno ti tratterá mai piú come loro.. sei al sicuro." Mormorai al suo orecchio, notando che aveva delle macchie bianche anche sulle punte.
Si era lasciato avvolgere da me, aveva la testa sul mio petto. Anche se era alto molto piú di me e grande forse il doppio, dentro di sè aveva ancora il bambino che voleva solo affetto da un genitore.
Come ho fatto a non accorgermene prima?
Tutte le volte che si era chiuso in se stesso, che aveva fatto il timidone, che aveva evitato scontri con tutti i membri del gruppo Hunters. Era perché non voleva piú problemi. No.. perché non voleva piú causarne.
I suoi gli avevano fatto il lavaggio del cervello. Aveva sempre creduto che fosse  colpa sua per ogni sventura di tutti.
Gli accarezzai i capelli, ma non gli intimiai di smettere di piangere. Erano le lacrime di chi si teneva un macigno nel petto da tempo.
Jason piangeva silenziosamente. Si udivano solo dei muti singhiozzi.
Sará per tutte le volte che ha cercato di nascondersi agli occhi dei suoi genitori.
Dopo mezz'ora il pianto diminuí. Alzó la testa dal mio letto con gli occhi gonfi e ancora lucidi. Si allontanó dalla mia stretta.
"Scusa... Ti ho bagnato la maglia."
"Sei un deficiente." Risposi. "Stavi piangendo per tutto il male che hai passato e tu ti preoccupi della mia maglia?"
Lo abbracciai forte, la mia testa contro il suo petto. "Smettila di portarti addosso colpe che non hai. Smettila di preoccuparti per ogni azione che fai. Non ti devi scusare con nessuno per niente."
Lentamente ricambió il mio abbraccio, mentre le sue enormi braccia mi avvolgevano e poggiava una guancia sul mio capo.
"Come fai a essere cosí comprensiva?" Chiese.
"Non lo sono con tutti." Dissi. "Ma ho sentito storie brutte come la tua, e con il tempo mi ci sono abituata."
"Tu... Cos'hai vissuto per essere qui?" Domandó timidamente.
Sospirai. "Sono stata un ostaggio della mafia. Mio padre da quando ci eravamo trasferiti a Francoforte aveva deciso di fare un mestiere un po' diverso dal marinaio: il mafioso. Cosí, quando diventó il braccio destro del suo capo, stavano vivendo una guerra fredda con un'altra famiglia ed essa mi prese in ostaggio. Mi hanno torturata, ma per fortuna non sessualmente. Ho ancora i segni dei coltelli in alcune parti del corpo." Gli mostrai la spalla destra, dove avevo una cicatrice a croce, fatta dal marito della leader della famiglia.
"Questa è la prima di tante. Ma ormai l'ho raccontato molte volte, e adesso che lo dico mi viene anche un po' da ridere pensare a quanto la vita puó essere imprevedibile." Sorrisi.
Ci guardammo per un paio di secondi.
"Mi dispiace..." Disse lui. "Che ti hanno torturata..."
"Se non lo avessero fatto non avrei la sicurezza che avrei ora." Risposi. "È ció che mi ha resa forte."
Gli toccai i capelli, facendo un 'pat pat' veloce, e mi accorsi delle ore.
"Cazzo sono le sette e mezza!" Esclamai guardando l'orologio.
Jason si alzó e mi tese la mano. La presi volentieri e mi alzai.
Iniziammo a correre verso il bosco, e arrivammo in un quarto d'ora con i respiri affannati dalla fatica.
Entrammo nel tunnel dopo la botola d'entrata.
"Ho gli occhi gonfi?" Chiese lui.
"No stai tranquillo, non sei nemmeno rosso." Risposi prendendolo per il mento e controllando le guance.
Entrando nella base vidi Kayl giá sulla poltrona a fumare una sigaretta, con lo sguardo perso nel vuoto e la mente nei suoi pensieri.
Io e Jason andammo nelle nostre rispettive camere a cambiarci. Quando arrivammo in sala a sederci erano giá le otto in punto.
Eravamo seduti negli stessi posti dell'assemblea scorsa.
"Ho sviluppato un piano preciso per l'annientamento agli SkinWalkers." Inizió. "Domande alla fine." Aggiunse, e partii a spiegare.
"Lo faremo il giorno stesso dell'assemblea tra SkinWalkers e Corvo. Ma dovremo metterlo in atto e finirlo entro dieci minuti prima.
Il piano è questo: ognuno deve essere provvisto di lampade ad olio e acciarini funzionanti. Gabriel e Lily andranno nella tana degli SkinWalkers muniti di torce spente coperte all'estremitá con panni imbevuti di benzina. Vi porterete anche dietro una o due taniche per sicurezza. Attraverso i tunnel secondari, non attraversati dagli SkinWalkers perché si staranno raggruppando per passare dai tunnel principali per andare fuori nel cerchio di massi, andrete verso l'alveare madre e darete fuoco alle torce, lanciandola nell'alveare, e se volete potrete anche lanciare la tanica di benzina di riserva per fare bruciare tutto prima.
Lily si porterá dietro un fischietto; quando l'alveare sará in fiamme dovrai fischiare con tutta te stessa. Al segnale, io e Jason arriveremo insieme a voi per massacrare gli SkinWalkers, che saranno tutti raggruppati e confusi per il suono improvviso. Lí il gioco sará facile; il primo che brucia segue gli altri, e dovremmo solo non farli scappare. Quando ci saremo accertati di avere solo ceneri di SkinWalkers e dell'alveare madre, andremo fuori e ci metteremo in posizioni nascoste aspettando The Raven, anche se Abdul sará giá in posizione. Quando arriverá dovremo dar fuoco alle nostre frecce in tempo diversi, e sparare sempre in tempo diversi verso il Re degli Spiriti Chiari. Potrebbe schivare le prime due, ma sará difficile se siamo in cinque.
Il primo a scoccare sará Abdul con la balestra; la seconda Lily con l'arco, seguita da Gabriel; Jason e poi io. Se entrambi i cinque non vanno a segno, Abdul si preparerá una freccia di riserva."
Gabriel alzó una mano. "E se tutti i sei colpi non bastano per stendere Corvo?"
"Si batte in ritirata. Avremo comunque superato il nostro obbiettivo principale."
"Con tutto il rispetto Kayl, ma in dieci minuti tutto questo? Non riusciremo nemmeno mangiando il fungo di Super Mario!" Esclamó Abdul.
"Sono d'accordo con lui." Aggiunsi indicandolo.
"Dobbiamo farcela e stare nei tempi, per forza. Per anni abbiamo combattuto fianco a fianco, e tutte le nostre imprese sono state da eroi. Questa credo che sará missione piú difficile da completare, ma noi ce la faremo." Disse la leader.
"Non sembri nemmeno tu molto convinta" commentó Gabry.
"Ci siamo allenati duramente fin da quando ognuno di noi è diventato Hunter. Ho dato vita a questo gruppo per essere una resistenza contro The Raven. Non abbiamo mai pensato di eliminarlo o di scappare da qui. Ma ora è tempo di fare qualcosa." Buttó la sigaretta nel posacenere sul tavolino. "Potrá essere una vittoria per tutti. Abbiamo sempre pensato a come scappare e dopo a come risolvere i problemi. Perché in effetti, qui se non si scappa si muore. Ma ora è tempo di reagire radicalmente. Se vogliamo veramente scappare da quest'isola, dobbiamo combattere con tutte le nostre forze. Chi è con me?"
Con la sorpresa di tutti, fu Gabriel il primo ad alzare la mano.
"L'aggettivo che proprio non ti descrive Kayl è bugiarda. Il piano mi piace. È folle. Come me."
La leader fece un cenno con il capo di riconoscenza verso di lui.
Subito dopo alzai anche io la mano. "Come ha detto Gabriel, è un piano folle, ma ci hai guidato per anni in quest'isola nel panico piú totale, e la tua guida è sempre stata d'esempio a tutti i membri. Io sono con te." Dichiarai abbassando il braccio.
"Stessa cosa vale per me." Disse Jason.
Tutti guardammo Abdul, il piú irrequieto. Di solito era sempre stato il primo ad appoggiare Kayl in qualsiasi missione, ma questa volta era veramente in ansia.
Sospiró. "Servo questa causa da quando ho ventitrè anni. Non mi scoraggeró ora, costi quel che costi." Disse deciso infine.
"Perfetto. Grazie per il vostro supporto. State allerta e preparatevi. Stavolta non morirá nessuno." Concluse la leader.

Panic Island: Escape or Die [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora