Consolazioni

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Quando eravamo tornati alla base avevamo fatto il possibile per Lily e Abdul; Kayl e Gabriel si ricordavano delle tecniche che il medico aveva spiegato nel corso degli anni.
Abdul era stato colpito ai polmoni, ma grazie a uno strano sciroppo non gli sarebbero potute venire infezioni, ma con la lacerazione non c'era niente da fare. Bisognava aspettare che il suo corpo prendesse l'iniziativa.
Lily era stata colpita a un angolo dei polmoni, il che era meno grave, e una benda stretta come quella di Abdul insieme allo sciroppo miracoloso la teneva in vita. Entrambi avevano una maschera per l'ossigeno sulle bocche, e ci davamo i turni ogni dodici ore per cambiare le bombole.
Eravamo distrutti.
Kayl aveva lo sguardo sempre perso nel vuoto, le tremavano sempre le dita e sembrava che volesse scoppiare a piangere da un momento all'altro, attanagliata dai sensi di colpa.
Gabriel aveva perso la sua lingua comica e il suo ghigno malefico. Era da due settimane che non lo vedevo con un sorriso, e cominciava ad avere le occhiaie.
Io avevo cominciato ad avere gli incubi e dormire poco. Pensavo sempre a Lily, avevo paura per lei. Era cosí giovane per morire. E volevo sentire la sua voce almeno per l'ultima volta. Volevo sentire la sua mano scorrere nei miei capelli almeno un'ultima volta. La sua risata, le sue corse, le sue parole e la sua gentilezza. Volevo vederla un'ultima volta com'era sempre stata: una ragazza vivace e dal carattere forte ma gentile.
Se Lily sarebbe morta insieme ad Abdul, avrei promesso che sarei crollato nella depressione.
Passarono due settimane dalla tragedia.
Nessuno vedeva piú la luce da tempo, tranne Gabry, che usciva per sfogarsi con il manichino al campo d'allenamento. Kayl era sempre o in camera sua o sul divano. Non si sedeva piú sulla poltrona. Era dimagrita e aveva la pelle tirata.
Quella volta era sul divano, e stava fumando la sua quarta sigaretta del giorno. Mi sedetti di fianco a lei.
Non ci parlammo. I nostri occhi erano velati e il sorriso morto.
"Avevo promesso a me stessa che non sarebbe morto nessuno." Disse tremante.
"Invece... Ho perso Abdul e Lily." Il suo labbro cominció a tremare.
"Non è colpa tua Kayl. Tu hai fatto ció che ritenevi giusto, e in effetti abbiamo portato a termine la missione. Ma senza la tua guida saremo morti tutti." Risposi cercando di rassicurarla.
"Vi ho guidati io in questa missione. Abdul aveva ragione sui tempi. E io non sono una brava leader. L'ho guidato verso la morte insieme a una ragazza innocente." Tiró su con il naso. "Tutto questo è colpa mia."
Le cinsi una spalla in modo amichevole e posai la testa sull'altra.
"Puoi piangere Kayl. Non sei debole se lo fai." Sussurrai.
Lei inizió a piangere. Un pianto crudele, disperato e pesante. Piansi anche io, in silenzio.
Gabriel tornó dal campo e ci vide piangere. Non disse una parola e andó a prendere dei fazzoletti, per poi tornare e acquattarsi davanti a Kayl con le ginocchia piegate, mentre le porgeva un fazzoletto.
Lei lo accettó, diminuendo un po' il pianto.
Gabry mi guardó con uno sguardo supplicante. Captai il messaggio e andai in camera. Li vidi comunque conversare.
Gabriel si era seduto affianco alla leader e l'aveva abbracciata.
"Perché piango?" Chiese lei.
"Perché sei umana. Non devi tenerti tutto dentro. Tu sei forte Kayl, ma ció non significa che ti devi tenere un macigno dentro." Rispose lui.
"Perché mostrate tanta compassione?"
"Perché leader o non leader tu fai parte degli Hunters, e sei una compagna del gruppo e un'amica cara a tutti."
Lei aveva continuato a piangere con Gabriel che l'abbracciava amichevolmente, massaggiandole con una mano la schiena.
"Hey.. ti ricordi quando Mykonos aveva detto di aver trovato una lattina di coca cola in giro?" Chiese lui.
"Sí... E aveva creduto che ci fossero altri umani... Quando in realtà l'avevi lasciata tu in giro." Rispose accennando un sorriso.
"E si era arrabbiato con me per il fatto che lasciavo le lattine in giro e che era contro l'ambiente." Disse Gabry ridendo.
Cominció a ridere anche Kayl.
"Oppure quando ad Abdul gli si erano stracciati i pantaloni mentre scappava dal Wendigo!"
Lei rise piú forte, con le guance semi asciutte.
"O quando Jason aveva detto che la Tachipirina era buona da mangiare.. non so come quell'uomo la trovi gustosa." Aggiunse.
Sorrisi anche io. Tutti erano rimasti basiti quando l'avevo detto.
Kayl rise piú forte e Gabriel le prese il viso tra le mani, per poi riabbracciarla.
"Ti voglio bene Kayl. Tu sei sempre stata e sempre sarai come una madre per me. Grazie." Disse lui a occhi chiusi.
Lei prese ad accarezzargli i capelli, come una madre al suo bambino.
"Grazie a te." Rispose sorridendo la donna.
Andai a trovare Lily e a parlarle. Anche se era in coma e non sentivo la sua voce meravigliosa. Volevo farle sentire che c'ero e che non l'avrei abbandonata.
Andai a trovare anche Abdul, e dirgli che era un brav'uomo, e che era stato un grande amico, di riprendersi presto.
Mi richiusi in camera a fare una doccia e a suonare il liuto, pizzicando note senza un ordine preciso e componendo una vaga melodia.

Panic Island: Escape or Die [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora