Da sessantadue a sessanta

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"Quindi? Che vuoi che ti dica?"
"Tutto."
"Sí, ma da chi vuoi che parta?"
Ci pensai un attimo su. "Gli SkinWalkers."
"Ottima scelta." Commentó Gabriel. "Ti parlo prima delle sue caratteristiche..."
Erano le ore del tramonto senza sole. L'aria non aveva vento, solo qualche soffio di tanto in tanto faceva agitare il fogliame delle piante. Di fianco a me c'era Gabriel, in un mantello verde chiaro senza cappuccio, con sotto una maglietta bianco-giallognola e dei pantaloni lunghi fino al ginocchio dello stesso colore. Portava degli stivali alti poco piú delle caviglie, ed erano verdi come il mantello, ma sporchi e marroncini vicino alla suola, per via della terra che sporcava e macchiava. Non possedeva tasche, tranne che sulla cintura grigio tortora, ma erano solo due.
Il mantello era molto piú lungo del mio; arrivava a sfiorare il terreno, lasciando modo di intravedere la maglia sbracciata.
Io ero vestito con il mio solito mantello azzurro con cappuccio, pantaloni e maglia color panna e stivali neri.
"L'altezza di uno SkinWalker puó variare dai due ai quattro metri, e puó pesante fino a ottanta. Sono creature senza pelle, ció le rende esposte alla morte per la mancanza di calore. Per questo attaccano molto spesso quando è giorno, raramente di notte. Non possono vedere, ma con udito e olfatto riescono a cogliere dove sia la preda. Sono in grado di rigenerarsi velocemente solo l'amputazione di un arto, quindi meglio se gli si spaccano le ossa. Le dita delle mani possono essere piú lunghi di venti centimetri, e la taglia del piede arriva al quarantotto. Uccidono prendendo la vittima e sbattendola per terra, creando una forza d'impatto tale da spaccare il collo o il cranio, quindi mira sempre alle articolazioni." Disse indicando con un cenno la scure che mi portavo appresso.
"Il loro branco è composto da trentuno esemplari, e hanno la tana fatta da tunnel sotterranei sotto una collina. Escono solo verso un gruppo di massi per discutere apertamente con Corvo o con il loro leader, sennó entrano nella foresta per cacciare." Aumentó il passo fino a correre a velocità costante.
"La loro storia è semplice; erano un gruppo di prigionieri che sono stati trasferiti in barca dal Sudafrica all'Indonesia, perchè appartenevano all'ultimo Paese. Erano dei ladri, andavano in casa di ricchi vecchi per derubare e uccidere giovani persone, per poi vendere gli organi al mercato nero. Erano anche responsabili di molte azioni di bracconaggio. Ma sulla nave in cui viaggiavano, dopo che un poliziotto ha iniziato dal nulla a manganellare le mura del veicolo, creando un rumore assordante, l'oceano li aveva inghiottiti e si erano trovati qui. Sono stati uccisi dalla fame e dalla sete, e poi sono diventati Spiriti Chiari, per poi essere tramutati in Bestie Speciali. Sono state le prime qui." Concluse.
"È una storia molto macabra." Commentai.
"Ah, devi ancora sentire le altre." Rispose.
Poi la corsetta di Gabriel si arrestó al confine del bosco. Ci eravamo fermati davanti a una collina piena di buche, dove vicino sorgevano dei sassi grandi e dispersi in una forma che ricordava un cerchio. Sembravano provenire da un'antica frana.
"Dove siamo?" Chiesi.
"Al confine del loro territorio." Rispose con un sorriso malefico.
Feci instintivamente un passo indietro. "Cos'hai intenzione di fare?"
"Secondo te doveva solo una passeggiatina tranquilla dove parlavamo e discutevamo sui tuoi interessi?" Rispose sempre sorridendo. "Ma ti pare?" Aggiunse ridendo di gusto.
"Siamo qui anche per conto degli Hunters e dei miei studi. Vedi quei buchi nella collina?" Indicó un paio di zone dove non cresceva l'erba e dove la terra era scavata. "Sono le entrate del loro alveare."
"Alveare?" Chiesi.
"Gli ho dato io il nome di alveare. Questo perché il loro nido assomiglia a quello delle api, anche se è sottoterra." Spiegó. "Noi ci infiltreremo dentro."
Lo guardai sbalordito. "Ma sei impazzito o cosa?!"
"Sai quante volte ci sono entrato io? È un gioco da ragazzi!" Rispose mettendosi le mani sui fianchi.
"Qua qualcosa puzza. Vuoi sbarazzarti di me per caso?"
"Ed essere ucciso da Kayl subito dopo?" Domandó. "Non ti uccido perché comunque ho ancora un briciolo d'umanità. Anche se prima ti stavo strozzando non lo avrei fatto fino a che non saresti morto. Io uccido solo le Bestie e gli Spiriti Chiari."
"Cercherò di crederti." Mormorai.
"Solo due avvertimenti: uno, tieni le gambe pronte. Due, se senti violini scordati dappertutto è normale. Preoccupati solo quando senti le fisarmoniche." Si scrocchió le nocche e inizió a riscaldare le gambe con un paio di esercizi. "Seguimi"
Salimmo sulla collina. Non era molto alta, ma si notava il cambio d'altitudine. Da lontano le entrate nei tunnel sembravano piccole, ma da vicino erano abbastanza grandi per entrarci tranquillamente.
Come se nulla fosse, Gabriel inizió a scivolare giú per un tunnel come se fosse su uno scivolo in un parco acquatico.
Lo seguii camminando, cercando di non scivolare. Quando arrivai a una curva dove il terreno era piano, lo trovai ad aspettarmi mentre si puliva dalla terra.
"Oddio, sei proprio un vecchietto. Potevi scivolare, non ti facevi niente." Sbuffó.
Ignorando il commento e lo seguii mentre si avviava verso un'altra discesa, stavolta camminando.
Dopo un paio di minuti ci trovammo in un grande spazio chiuso, dove si intravedevano ai lati altri tunnel collegati.
"Stai attento, in queste viuzze ti potresti perdere" mi disse ridacchiando.
"Ma se sto affianco a te non mi succede nulla. È questo che volevi dire alla fine?"
"Be', che non ti succede nulla nessuno lo sa. Magari ho il malocchio"
Stavamo per incamminarci nella grande galleria, quando sentii la mano di Gabriel sul mio petto. Mi prese la maglietta e corse verso l'entrata di un altro tunnel, nascondendoci dietro la curva.
"Che c'è?" Sussurrai.
"Ne arrivano alcuni." Rispose serio.
Dal tunnel Gabriel sporse la testa, e mi fece cenno di fare altrettanto dietro di lui. Mi calai il cappuccio sul capo silenziosamente.
Dopo pochi secondi, si sentii la melodia dei violini scordati. Erano tante, tutte ammassate e formavano una grande confusione. Poi, ecco che si interruppero. Io e Gabriel ci guardammo in attesa delle fisarmoniche. E arrivarono con il loro canto, insieme a una mandria di SkinWalkers che usciva da un tunnel particolarmente largo. Erano di dimensioni differenti, ma tutti uguali. Le dita aguzze scavavano il terreno, sempre con le unghie sporche di rosso. Dietro di loro apparivano scintille di fuoco, che bruciavano in aria e morivano in pochi secondi. Le bocche erano sempre dischiuse a mostrare i denti quadrati e le zanne lunghe, e dove ci sarebbero dovute essere le labbra c'erano macchie di sangue semi-secco.
Attraversarono la grande galleria, per poi dirigersi verso il tunnel di fianco a noi, uno meno spesso del precedente. Ci voltammo con la schiena contro la curva del nostro tunnel, nascosti dalla loro vista. Se avremo fatto anche il minimo rumore ci avrebbero sentiti.
Quando le fisarmoniche e la mandria furono lontani, notai lo sguardo di Gabriel.
"Tutto bene?" Chiesi preoccupato.
Sul volto era dipinta un'espressione di puro terrore, misto a stupore e un po' di rabbia frustrazione.
"Dannazione! Ti pare che vada tutto bene?" Urló ringhiante.
"Hey stai buono ci possono sentire!" Sussurrai.
"Gli SkinWalkers dovevano essere trentuno, leader incluso, e il numero non è mai cambiato fino a quando li ho contati la prima volta." Disse abbassando la voce.
"E adesso quanti sono?" Chiesi allarmato.
Rispose senza guardarmi. "Sessantadue."
"Che cosa?! Perché sono raddoppiati?"
"E che ne so io, loro non hanno i genitali mica si riproducono!" Ringhió.
"Ma so chi è stato. È The Raven che li ha raddoppiati. Dobbiamo andare fuori dove ci sono i massi. Vanno per un'assemblea."
Annuí, e andó in testa per percorrere il tunnel. La scalata fu difficile per via del terreno scivoloso, ma non abbastanza da avanzare costanti.
Quando rividi la luce fioca della superficie i miei occhi si socchiusero, mentre si riabituavano al giorno. Nelle gallerie non c'era molta luce, ma abbastanza da riuscire a vedere dove si camminava.
Gabriel fece una capriola verso il bosco, visto che eravamo sbucati molto vicino al cerchio sparso di sassi. Sentivamo i violini, ma erano ancora lontani.
Lo imitai e ci nascondemmo dietro un cespuglio. Mentre aspettavamo che le Bestie risalissero dagli abissi della terra, Gabriel si strinse le stringhe degli stivali e io mi assicurai di avere la scure del fodero pronta a sganciarsi.
"Quell'arma non fa per te." Commentó Gabriel.
"E tu come lo sai?" Chiesi, cercando di non avere un tono infastidito. Volevo solo saperlo per curiosità.
"Non la impugni bene. Per le tue mani grandi sai cosa ti andrebbe bene? Una mazza."
"Forse hai ragione"
"Io ho sempre ragione." Rispose mentre estraeva un arco fatto con rami e corda.
"Non ti piace il corpo a corpo vedo."
"No, ho la mira migliore quando sono lontano dall'obiettivo. Ma nel caso, ho sempre dietro un pugnale." disse mentre si sistemava una faretra colma di frecce presa da chissá dove.
Quando udii le fisarmoniche sporsi leggermente la testa dal cespuglio, imitato da Gabriel. Si erano riuniti alcuni seduti sui massi, altri seduti sul terreno o come dei gatti o su due gambe con le ginocchia piegate. Uno SkinWalker si arrampicó sul masso piú grosso, simile alla rocca del Re Leone. Probabilmente era il leader.
In effetti, il terreno era stracolmo di mostri. Pochi erano sui sassi, e lo spazio non sembrava sopportare tutti gli SkinWalkers.
Fu la prima volta che li vidi pacati e con le bocche chiuse. Alcuni si comportavano come dei gatti, pulendosi le articolazioni leccandole con la lingua lunga.
Dopo un paio di minuti tutti interruppero ció che stavano facendo per rivolgere il volto verso il cielo sopra il bosco. Io e Gabriel ci nascondemmo dietro il cespuglio senza fare rumore.
Poi lo vidi: un corvo. Ma non uno qualunque. Il Corvo. Dalle piume piú nere dell'inchiostro e dagli occhi verde scuro. Era lui. The Raven.
Voló da sopra gli alberi, maestoso e dalle penne lucenti, con la sua aura vanitosa e tirannica.
Si posó sull'unico alberello che c'era sulla collina, forse una piccola quercia, vicina alla rocca dove sedeva il leader del branco degli SkinWalkers.
Non si sedette, e restó in piedi sul ramo piú vicino al masso madre. I suoi occhi irradiavano una bellezza manipolatrice, come se solo guardandoti ti avesse convinto che lui era un Dio.
Io e Gabriel lo guardammo dalla soglia del cespuglio. Vidi il ragazzo stringere un pugno.
"Oh, scusate il ritardo miei cari." Inizió, parlando con la sua voce seducente, mettendo una nota di falsa ironia.
"Che belli che siete, ho fatto bene a raddoppiarvi. Credo che peró sia stato un premio regalato, non guadagnato." Disse guardando tutti suoi mostri dall'alto al basso.
"Il ragazzo nuovo che avevo preso, vi è scappato. Eravate cinque tipi diversi di Bestie, e vi siete lasciati scappare anche lui. Voglio ricordarvi Anagami? Amat? Murray? Fernandez?" Si sporse leggermente dal ramo per enfatizzare il tutto. "Dwight era la cavia perfetta insieme all'Anagami. Ora non sappiamo nemmeno dove sono." Gracchió arrabbiato. "Quindi vi ho raddoppiati per questo. Conto su di voi per trovarlo. Se entro un anno non l'avete portato da me, vi dividerò per tre. Avete capito?" Chiese calmo ma minaccioso.
Le Bestie annuirono, alcune tremanti.
"E tu." Disse rivolgendosi al leader sulla rocca. "È da anni che sei in carica, ma hai fatto fin poco per me. Credo che sia arrivata la tua ora."
La Bestia scosse la testa spaventata, mentre le pupille del volatile diventavano dei puntini minuscoli, e il mostro prese fuoco, insieme a un altro esemplare grande quanto lui seduto sul terreno.
Io e Gabriel ci guardammo, condividendo lo stesso pensiero.
Sono dei sosia.
"E tu!" Indicó con il becco uno SkinWalker dalle medie dimensioni. "Tu sarai il nuovo sovrano del branco. Disubbidisci e finirai come lui." Disse, e voló via, elegantemente.
Dopo un po' gli SkinWalkers si avviarono nei tunnel, guidati dal loro nuovo capo.
Io e Gabriel ci avviammo verso la foresta, correndo piú veloce che potevamo, fino a che il ragazzo non salii su un albero, facendo parkour tra i rami.
"Dobbiamo dirlo a Kayl. Subito!" Disse Gabriel.
Ma appena finii la frase, ecco che si sentii un violino scordato.
Merda!
Gabriel prese l'arco, e facendo un backflip da un ramo all'altro incoccó una freccia, per poi annodare uno straccio secco sulla punta.
"Sali su un albero!" Mi urló.
Obbidii, salendo su una quercia davanti alla sua.
Silenzio, poi le fisarmoniche e uno SkinWalker che spuntava da un cespuglio.
Il ragazzo prese dalla tasca destra della cintura un accendino, e accese la punta di freccia. Prese la mira, e con un fruscio, la freccia si conficcó sul viso del mostro.
La Bestia cominció a mugugnare i suoi versi da mammifero-insetto dolorante, mentre si agitava avvolto dalle fiamme che bruciavano come se fosse vestito d'erba secca. Quando il suo corpo divenne uno scheletro di cenere, il fuoco si spense, non avendo altro da divorare.
Gabriel mi fece cenno con la mano di andare, mentre io scendevo dall'albero e lui continuava a saltare sulle braccia delle piante, divertendosi a fare acrobazie mortali a metri d'altezza.

Panic Island: Escape or Die [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora