Il risveglio e il motoscafo

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"Ragazzi venite!" Urló Kayl dalla camera di Abdul.
Io, Gabriel e Diabla ci alzammo dal divano, e la trovammo mentre lei e Abdul si abbracciavano, ridendo felici.
"Cosa.. Abdul?" Balbettó Gabriel.
Lui aprii gli occhi e lo guardó, mentre il ragazzino gli si lanciava addosso con le lacrime agli occhi.
Io mi avvicinai cauto e lo abbracciai.
Quando ci lasciammo, vidi il volto di Kayl: non l'avevo mai vista con un sorriso cosí grande.
"Quanto tempo è passato?" Chiese l'uomo.
"Tre settimane circa." Risposi dandogli una pacca sulla spalla.
"E... Ci sono state altre vittime?"
"Lily. È ancora in coma." Rispose Diabla dietro di noi.
Vidi lo sguardo di Abdul allibito mentre guardava la sorella.
"Diabla? Ma che ci fai qui?"
"Emh... Sono morta." Rispose alzando le spalle. "E sono diventata una Bestia Speciale, ma in realtá sto con voi e non con The Raven e la sua ciurma di deficienti gracchianti."
Abdul tentó di alzarsi. Io e Gabriel lo aiutammo fino a che non ritrovó l'equilibrio per abbracciare la sorella.
"Chi ti ha ucciso?"
"È una lunga storia. Te la spiego dopo." Rispose lei, senza ricambiare la stretta.
"Sei tu che mi hai guarita?" Domandó lui.
"Sí. Ma solo per conto degli Hunters." Disse, e ricambió l'abbraccio timidamente.
Poi si staccarono, mentre l'uomo barcollava ancora un po'.
"Com'è stata la dormita?" Chiese Gabriel ironicamente.
"È servita." Rispose l'altro ridacchiando.
"Devi riposarti ancora un po' Abdul. Lily è in buone mani, e poi potró spiegarti ció che abbiamo scoperto. Devi solo pensare a guarire." Disse la capo.
"Sto bene Kayl, seriamente. Ma se me lo chiedi tu, io obbedisco."
Passarono un paio di giorni. Io e Gabriel venivamo incaricati per svolgere un paio di ricognizioni giornaliere, a volte insieme a Diabla.
Qualche volta passavamo il tempo a giocare a carte con Abdul, perché lui stava solo o sul letto o sul divano. Kayl sembrava molto piú speranzosa dopo il risveglio dell'amico e l'arrivo di Diabla. Ma ancora Lily era in stallo, e non accennava a svegliarsi. Andavo da lei ogni mattina e ogni sera a parlarle per non farla sentire sola. Cercavo di non piangere ogni volta che la andavo a trovare, perché non volevo farla sentire triste. Abdul mi aveva detto che le persone in coma sentono le parole delle persone che gli parlano, e non volevo farle capire che stavo ancora malissimo dentro quando la vedevo in quelle condizioni. Avrei voluto portarla alla Rocca, ma non dovevo staccarla dalle bombolette d'ossigeno.
"Abdul si è svegliato oggi." Le dissi. "Tu svegliati quando vuoi. Io saró con te."
Quel pomeriggio io, Gabriel e Diabla eravamo in ricognizione sulla costa nord-est della Panic Island. Il vento era particolarmente feroce, e muoveva le chiome di alberi e cespugli come se volesse strapparle via aggressivamente. Il cielo era dipinto di sfumature calde e fioche, interrotte da un paio di nuvole grigie.
"Devo dire che Eolo è un po' arrabbiato." Commentó Gab.
"Eolo? Credi nelle divinitá greche?" Domandai.
"No, mi piace solo ricordare gli dei delle religioni perdute." Rispose lui. "Guarda l'oceano, anche Poseidone non è dell'umore."
Ridacchiai. "Non ti capisco proprio."
"Ma guarda chi parla!"
Ci scambiammo un paio di battute per tutto il percorso, mentre Diabla era dietro di noi con fare annoiato e ci guardava come due deficienti.
"Ma quanti anni avete?" Ci chiese sbuffando.
"Io diciannove, lui ventitrè." Rispose Gabriel ridacchiando.
Come risposta prese un coppino dalla donna.
"Ahia! Fai male!" Esclamó lui.
"Smettila di fare la drama queen e concentrati. Sento qualcosa."
"Dove?"
"Verso l'oceano."
Ci girammo verso le acque movimentate, in cerca di qualche intruso nel paesaggio.
"Be' io non vedo nient-"
"Cos'è quello?" Domandai indicando un punto verso l'oceano.
"L'oceano?" Rispose di rimando il mio amico.
"Intendo quella sagoma lá infondo!" Dissi indicando una figura nera di un veicolo marittimo.
Ci avvicinammo alla costa frastagliata con gli occhi ridotti a due fessure. Presi un binocolo dalla tasca.
"Ma che cos'è?" Mormorai.
Diabla mi rubó il binocolo ma non replicai.
"È un motoscafo!" Disse mentre passava il binocolo a Gabry.
"Ma che ci fa un motoscafo qui?"
"Saranno dei pescatori?" Propose lui.
"E vanno nell'oceano con una catapecchia del genere?" Rispose Diabla.
Gabry mi ripassó il binocolo. "Sembra il motoscafo che c'è sul molo della Fattoria..."
"È vero!" Esclamó lui. "Puó darsi che qualcuno sia riuscito a scappare?"
Rispose prontamente Diabla. "Abbiamo controllato ieri e non c'era nessuno, non puó in un giorno sbloccare tutti gli orti una persona normale. E sembra arrivare dall'esterno... Come se..."
"Stessero arrivando dall'esterno per controllarci..." Finí io.
"Aspetta! Adesso dov'è?" Chiese Gabry.
"È andata." Risposi abbassando il binocolo e ritirandolo. "Dobbiamo avvisare subito Kayl."
Alla base spiegammo alla donna dell'accaduto.
"Probabilmente o sono delle persone provenienti dall'altra Island di cui parlava Diabla, oppure ci controllano dal MezzoFerno." Disse lei.
"E cosa facciamo?" Chiesi.
"Per ora nulla. Non sappiamo cosa sia, e potrebbe rivelarsi un nemico formidabile. Per ora non pensateci troppo, indagheremo piú avanti. Ma avvisatemi se la rivedete."
"Certamente." Ripetemmo noi tre in coro.

Panic Island: Escape or Die [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora