17 - Addio?

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Mentre suo marito era impegnato nella conversazione con il padre in biblioteca, Ray non poteva sottrarsi ai discorsi e ai pettegolezzi di cui le dame erano tanto ghiotte.

Per fortuna la sua amica Mary effettuava spesso dei veri e propri salvataggi, prelevandola con una scusa o con l'altra da conversazioni e personaggi imbarazzanti. Ray e Mary si conoscevano da sempre, le famiglie erano legate da amicizia decennale e poi vivevano praticamente una di fronte all'altra, tanto che dalle finestre si mandavano messaggi e segnali che solo loro conoscevano.

Mary, a differenza di Ray, non aveva nobili natali, per questo le era più difficile trovare marito. Era una ragazza deliziosa, ma non aveva neppure un corteggiatore. Ray aveva adocchiato il migliore amico di suo marito, Antony, single pure lui, di una bellezza poco appariscente, il suo fascino risiedeva nello sguardo nostalgico e nei modi da vero gentleman.

Lo indicò alla sua amica. "Lo vedi? Si tiene in disparte e non ha ballato con nessuna per tutta la sera" disse.

 "Lo vedi? Si tiene in disparte e non ha ballato con nessuna per tutta la sera" disse

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Mary gli schioccò un'occhiata e poi subito un'altra. E ogni volta abbassava gli occhi. "Mi sembra un tipo interessante, cosa sai di lui?"

"Niente, a parte che si chiama Antony e deve aver sofferto in passato. Praticamente un mistero tutto da scoprire e so che tu ami i misteri."

"Se ti riferisci ai libri che leggo, hai perfettamente ragione, mi piacciono le storie di fantasmi ma Ray, nella vita reale non voglio certo un uomo con un passato oscuro!"

"Stai tranquilla, se è amico di mio marito deve essere una brava persona" disse Ray.

"Mi fa piacere che tu abbia una buona opinione di lui. In fondo, vi siete sposati senza conoscervi. Al tuo posto avrei avuto paura..."

"Ti assicuro che all'inizio non è stato facile, ma ci stiamo conoscendo poco a poco e devo confessarti che mi piace. Sì, mi piace molto, Mary!"

Ray aveva le guance in fiamme, perché non le era mai capitato di parlare in modo così diretto e passionale. Ma era la verità e la stava scoprendo poco a poco.

In quel momento si aprì la porta della biblioteca e il padre di Ray furente sbucò fuori come un bisonte impazzito. Se ne accorsero tutti e immeditamente le risate e il brusio cessò. Tutti gli occhi erano puntati verso di lui.

Il conte attraversò la sala e raggiunse la figlia senza degnare di uno sguardo nessuno. "Prepara le tue cose, torniamo a casa."

Ray non riusciva a capire. "Cosa è successo? C'è forse qualcuno che sta male?"

"Fai come ti ho detto, ti spiegherò strada facendo."

"Va bene, dammi il tempo di salutare mio marito almeno."

Il conte sbuffò, ma glielo concesse. "Cinque minuti, non di più."

Il gelo in sala era palpabile, ma era nulla in confronto a quello che Ray sentiva dentro di sé. Doveva essere successo qualcosa di veramente brutto se il padre reclamava la sua presenza con una tale urgenza. Per quanto tempo e soprattutto perché?

Attraversò la sala con il cuore in gola e aprì la porta della biblioteca con la mano tremante. Trovò il marito chiuso in se stesso, impenetrabile. Era ancora vicino al caminetto, nel pugno serrava uno degli attizzatoi con cui aveva appena malmenato i ciocchi di legno.

Si voltò verso di lei e Ray si accorse che era disperato. 

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