30 - Mr and Mrs Harrington

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Il viaggio era iniziato nel peggiore dei modi, il cielo sembrava arrabbiato con la terra e rovesciava acqua senza sosta, fino a formare pozze, rivoli e ruscelli che scorrevano in ogni direzione. Con un tempo del genere, nessuno si sarebbe mai messo in viaggio, soprattutto in aperta campagna dove era facile finire impantanati o peggio, trascinati dalla corrente.

Però, Ray era ben decisa a raggiungere Londra, anche se avesse dovuto compiere il viaggio a nuoto. Era il giorno peggiore per suo marito, stava per perdere il luogo che amava e lei doveva essere al suo fianco. A dire il vero, sperava nella clemenza del padre che, vedendoli uniti, magari avrebbe rinunciato al suo credito in favore degli sposi.

Purtroppo, non aveva la minima idea delle mire del conte, né dei raggiri che aveva messo in atto per procurarsi fama e ricchezze.

A metà del viaggio, successe quello che nessuno poteva immaginare: una ruota finì in una buca profonda nascosta dall'acqua e dal fango e si spezzò. La carrozza era impossibilitata a ripartire e a Ray non restò altro che scendere in mezzo alla bufera e cercare soccorso, mentre il vetturino si adoperava per disincagliare la carrozza.

La mantella di pelliccia, così come il manicotto, si inzupparono talmente tanto che era impossibile portarseli appresso. Dovette restare con il solo vestito, zuppo pure quello e la scarpe impastate di fango. Chiunque, vedendola in quello stato, l'avrebbe scambiata per una contadina, ma la fortuna volle che proprio in quel momento passasse di lì la carrozza dei McFellon, amici del marito.

Naturalmente, la signora McFellon si offrì di darle riparo e di condurla ovunque lei volesse. Durante il viaggio, la convinse a sostituire la biancheria e gli abiti bagnati con quelli che aveva a disposizione ovvero abiti di scena destinati a un teatro. Erano vestiti bizzarri, dalla foggia orientaleggiante, colorati e impreziositi da riflessi madreperlacei. Non fu facile liberarsi dei vestiti ormai rovinati dal maltempo e indossare altri abiti, ma alla fine la fatica fu ripagata.

"Sembrate una principessa" le disse la signora McFellon una volta che, con grande fatica, riuscirono a sistemare gli ultimi dettagli.

"Una principessa decisamente bizzarra" rispose Ray ammirando l'originalità della foggia. "Però, devo dire che mi piacciono molto questi abiti. Di che tipo si rappresentazione si tratta?"

La signora McFellon fece un risolino. "L'opera si intitola - La principessa guerriera -, spero non vi dispiaccia se il risultato è un po' ardito".

"Non mi dispiace affatto" si affrettò a ribattere Ray ammirando i guanti con intarsi di osso. "Sono pronta a dare battaglia".

La signora McFellon la guardò con aria interrogativa e Ray la rassicurò. "Mi siete stata di grande aiuto, spero di poter ricambiare un giorno".

La carrozza la portò davanti all'imponente palazzo dove si svolgeva l'asta che sorgeva a fianco di quello di giustizia. Era grigio e decisamente tetro, le finestre scure non lasciavano trapelare nulla di ciò che era all'interno e quelle al piano inferiore avevano delle pesanti sbarre.

"Siete sicura che volete entrare da sola lì dentro?" Le chiese la signora McFellon sbirciando da dietro le tende quel luogo che assomigliava a una prigione.

"Non vi preoccupate, non sono da sola, c'è mio marito che mi aspetta".

Ray scese senza badare agli sguardi sorpresi dei passanti, era una principessa guerriera in fondo e doveva comportarsi come tale. Attraversò la strada a testa alta, incurante della pioggia che non aveva ancora terminato di flagellare Londra.

Qualcuno le indicò la sala dove si svolgeva l'asta e lei si fermò un attimo sulla porta.

Ray, respira. Ce la puoi fare.

Si mise una mano sul cuore, ma non riuscì a calmarlo.

Nella prima fila c'era il padre e dalla parte opposta, il marito.

Attraversò la sala cercando di mantenere un contegno, nonostante i sussurri e il rumore di sedie che si spostavano al suo passaggio.

Finalmente suo marito si voltò e la vide.

Sorrisero entrambi.

Lui si alzò e le andrò incontro.

"Mister Harrington" gli disse Ray mentre gli porgeva la mano.

"Signora Harrington" rispose lui avvicinandola alle labbra. "Mi volete fare l'onore di sedere al mio fianco?"

 "Mi volete fare l'onore di sedere al mio fianco?"

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Ray si voltò e guardò il padre. Uno sguardo ostile e duro come la pietra la trafisse. Era odio quello che leggeva nei suoi occhi?

Poi si rivolse al marito. "Ho sfidato la tempesta per essere qui oggi. Diamine, sì!".

Si sorprese di aver dato una riposta tanto ardita, doveva essere la principessa guerriera sopita in lei a parlare.

Non c'era alcun dubbio.


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