16 - Il ricatto

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Nonostante il camino fosse acceso da un pezzo e l'ambiente fosse caldo e confortevole, Samuel Harrington aveva freddo. Un freddo interiore che nessun caminetto o falò o incendio poteva riscaldare. Sapeva che sarebbe arrivato quel momento, anche se in cuor suo sperava di avere più tempo.

Anni prima aveva rischiato di perdere la proprietà a causa di investimenti sbagliati si suo padre. Ad essere più precisi, bisogna dire che negli ultimi anni di vita aveva dissipato una fortuna nel gioco.

Samuel, aveva tentato di tutto per proteggere la tenuta, si era indebitato fino al collo e a un certo punto, quando si era deciso a vendere tutto quello che era in suo possesso: gioielli di famiglia, opere d'arte, mobili e terreni, era comparso il padre di Ray.

In un primo momento gli era parso un benefattore, prodigo di consigli, quasi paterno nei suoi confronti. Si era offerto di supportarlo e gli aveva proposto persino di dargli in moglie la sua unica figlia, naturalmente senza consumare il matrimonio, solo per acquisire prestigio e conoscere gente importante. In questo modo, sarebbe entrato di diritto nella cerchia dorata della nobiltà.

In cambio, avrebbe dovuto portare a termine la vendita di una partita di cavalli di razza purissima e consegnarli il ricavato. Sembrava tutto semplice, ma le cose non erano andate come sperava. I compratori erano diffidenti e le offerte rasentavano il ridicolo. Alla fine, per tentare di raccimolare la somma che aveva promesso, fu costretto a vendere l'intera scuderia, tranne un paio di cavalli a cui era particolarmente affezionato. Ma non era ancora abbastanza e il padre di Ray, lo sapeva.

Quell'incontro non era affatto amichevole, era piuttosto una resa dei conti.

Il conte Bradbury si era acceso un sigaro e lo guardava in tralice

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Il conte Bradbury si era acceso un sigaro e lo guardava in tralice. Si era accomodato sul divano e teneva i piedi con gli stivali sporchi di fango sul tavolinetto di noce con le rifiniture dipinte in oro.

"Ricordate quando ci siamo incontrati, nevvero? Eravate sull'orlo dell'abisso e io vi ho teso una mano" disse aspirando il fumo e rilasciando un odore pestilenziale nell'aria.

Samuel Harrington annuì. "Non dimentico mai chi mi ha aiutato e ve ne sono grato. Il problema è che le cose non sono andate come avrebbero dovuto. So bene che siete qui per riscuotere il vostro credito, ma sono dolente di informarvi che io non sono ancora in grado di saldarlo."

Il conte gettò il sigaro per terra senza preoccuparsi di spegnerlo. Negli occhi una luce fredda. "Non vi ho dato forse una moglie? Non ho riposto in voi tutte le mie speranze? Trovo inaccettabile il fatto che mi abbiate deluso, anche se lo immaginavo. Non siete un vero uomo di affari, tentate di esserlo perché non avete scelta, ma non ne avete la stoffa. Mancate della giusta dose di spregiudicatezza, questo mi era chiaro fin da subito."

"Io ho tenuto fede a tutte le promesse che vi ho fatto, vi chiedo solo tempo."

"Sono sicuro che non avete toccato mia figlia, so riconoscere una ragazzina che non ha ancora conosciuto le gioie del talamo nuziale e mi dispiace informarvi che intendo chiudere qui il nostro patto."

Samuel Harrington strinse i pugni, le parole del suocero erano come uno stiletto appuntito infilato nel suo petto. "Intendete dire che reclamerete la mia proprietà?"

"Questo è solo una delle cose che vi aspetta, signor Harrington. Io non sono un uomo paziente e imparerete con il tempo che pretendo ciò che è mio di diritto. Pertanto, preparatevi a firmare le carte per la cessione della tenuta e naturalmente dovrete dire addio a mia figlia. Non è la donna giusta per voi."

Senza attendere risposta, Bradbury diede un calcio al tavolinetto che ruzzolò in terra e sbatté la porta della biblioteca talmente forte da far tremare i vetri della libreria.

Ciò che provava Samuel Harrington non era solo lo sconforto per aver fallito, sentiva dentro una sensazione di vuoto, come la bocca di uno strapiombo che si apriva sotto i suoi piedi e si allargava fino ad inghiottirlo.

Eppure, anche se stava per perdere la sua casa, il luogo dove era cresciuto, l'unico posto dove aveva sempre vissuto, riusciva a pensare solo a Ray.

Non l'avrebbe più vista, non avrebbe più sentito la sua voce argentina, non avrebbe più ammirato i suoi occhi luminosi che si accendevano di meraviglia ogni volta che vedeva qualcosa che le piaceva e le sue labbra incantevoli pronte ad aprirsi nel più bello dei sorrisi. 

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