Quella notte Ray non riuscì a chiudere occhio. Troppi rumori, voci indistinte, tonfi. La sua innata paura per i fantasmi, la obbligò a restare in camera, ma l'orecchio era sempre teso per carpire suoni sospetti.
La mattina dopo, un bel sole annunciò che era già tardi e se voleva fare colazione doveva sbrigarsi. Infilò il primo vestito che le capitò a tiro, un abito verde acqua con una fila deliziosa di bottoncini davanti e corse al pian terreno.
Trovò la tavola già apparecchiata e parzialmente utilizzata, i camerieri che facevano la spola per riporre le stoviglie usate.
"Posso sapere cosa è successo stanotte?" Chiese a uno di loro che si stava allontanando con un vassioio.
"Mister Harrington è tornato prima del previsto, i suoi appartamenti non erano pronti e ci siamo attivati all'istante. Sono desolato di averle arrecato disturbo, signora".
Ray scosse la testa. "Non fa niente, anzi, sono contenta che il signor Harrington sia a casa. Quando potrò incontrarlo?"
"Non saprei" rispose l'altro congedandosi velocemente con un inchino.
Nel frattempo, arrivò Miss Fitz. "La colazione sarà servita subito, signora Harrington. Vado a dare istruzioni in cucina".
Tutti sembravano avere una gran fretta e nessuno le diceva la cosa che le stava più a cuore: dove diavolo era finito suo marito?
Ray era decisa a incontrarlo al più presto, anche se forse lui non aveva la stessa premura. Aveva bisogno di capire in che direzione stava andando la sua vita. Perché, l'idea di avere un marito solo sulla carta, non era una opzione che aveva mai preso in considerazione.
Cresciuta senza la madre, con un padre assente, non avrebbe potuto accettare un marito fantasma.
Decise di recarsi alle scuderie, l'avevano messa al corrente della passione di suo marito per i cavalli e sperava in questo modo di incontrarlo. Era già stata lì, a dire il vero e si era stupita nel trovarle vuote. Non c'era neppure un singolo esemplare. Tuttavia, gli avevano spiegato che spesso gli affari del marito comprendevano la compra vendita di cavalli, per cui un ricambio era da considerarsi del tutto fisiologico.
"Il signor Harrington ci teneva molto a concludere la vendita dei cavalli" la informò Miss Fitz che l'aveva seguita. "In ogni caso, non si priverebbe mai del suo cavallo personale. Bradamante".
"Bradamente è il nome del cavallo del signor Harrington?" Le chiese Ray sorpresa che avesse utilizzato un nome epico.
"Esatto. Un purosangue arabo bellissimo, ma con un pessimo carattere".
Ray sperò in cuor suo che il padrone non avesse lo stesso temperamento e decise di visitare la selleria, distante pochi passi dalle scuderie.
Mentre si accingeva ad entrare, si trovò davanti a un cavallo nero con gli occhi iniettati di sangue che scalciava nel tentativo di disarcionare il suo cavaliere. Indietreggiò spaventata.
Chi lo montava, indossava un mantello e un copricapo. Non riconobbe subito l'uomo del ritratto, almeno, non fino a quando non incontrò i suoi occhi. Cupi, irosi, decisamente ostili.
Non era così che immaginava il loro primo incontro. Si sentiva ridicola, si era recata fin lì con un vestito leggero per niente consono al luogo, che il vento pareva volerle strappare di dosso.
Si guardarono per un istante, lui la incenerì con lo sguardo senza dire una parola e lei gli tenne testa. Poi, il cavallo nitrì e si portò via il padrone con uno scatto di reni talmente poderoso che avrebbe potuto disarcionarlo. Ray pensò che fosse un ottimo cavaliere per riuscire a domare una simile bestia.
Con il carattere di unajena, però.
STAI LEGGENDO
Matrimonio di convenienza ***ROMANCE***
RomanceLondra, fine 800. Ray viene data in sposa a Samuel Harrington, un uomo che non ha mai conosciuto. Si tratta di una transazione di affari che il padre ha concluso per trarne vantaggio. Così, Ray parte alla volta di Harrington Place, dove l'aspetta un...