26 - Mister Phoebus

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Il signor Phoebus era una di quelle persone che non puoi rintracciare, ma se vuole, si lascia trovare. Un investigatore con il fiuto di un segugio, costoso, ma abile e cinico quanto basta per scavare nelle soluzioni più intricate o scabrose.

Antony non aveva badato a spese per aiutare Samuel, così, si era rivolto a Mister Phoebus che in breve tempo aveva raccolto preziose informazioni.

Si incontrarono in una sala da tè, frequentata da persone di un certo livello. Lui era l'unica nota stonata nella sala, stretto in un completo scuro con le maniche corte e un cappello a bombetta decisamente fuori moda. Senza contare i baffi che si arricciavano e rendevano difficoltosa la colazione.

"Quando ho ricevuto il vostro messaggio, decisamente molto prima di quanto mi aspettassi, sono rimasto sorpreso" disse Antony. "Ma, conoscendo la vostra fama, non ho dubbi che avrete buone notizie da darmi."

"Oh, le notizie non sono affatto buone. Sono meravigliose. M e r a v i g l i o s e!"

Il signor Phoebus era una di quelle persone che si compiaceva di se stesso e amava essere al centro dell'attenzione, nel bene e nel male.

"Non tenetemi sulle spine. Si è rivelata giusta la strada che vi ho fornito? Quella relativa al pastore Blake?"

"Assolutamente sì, mi avete dato una bella mano, ma il resto è opera mia, ovviamente" sogghignò l'investigatore.

Mentre discutevano, aveva già mangiato spazzolato due paste e non intendeva certo fermarsi. Segno che il suo impegno e il suo lavoro necessitavano di energie sopra la media.

"Il vostro reverendo Blake è parente di un alto prelato che frequenta la migliore nobiltà di Londra. Compreso il conte Bradbury."

"E quale è il nesso?"

"Questo prelato è depositario di segreti e confessioni, quindi detiene un certo potere che sfrutta per trarne vantaggio."

"Venite al punto, mister Phoebus".

"Blake confida al suo parente che un certo Harrington è in brutte acque ma cerca disperatamente di tenersi a galla e soprattutto di salvare la sua proprietà".

"Andate avanti".

"Il conte è immediatamente informato e si avvicina a mister Harrington con le migliori intenzioni. Intanto ripiana alcuni dei suoi debiti, diventando a sua volta creditore e poi si offre di introdurlo nella nobiltà grazie a un matrimonio di interesse".

"Questa pare la conosco, purtroppo".

"Costringe la figlia a sposare un uomo che sta affogando e che lui contribuisce a mandare sul lastrico mandando a monte una vendita di cavalli che avrebbe potuto sollevarlo. Usa diciamo dei mezzi poco leciti e vecchie conoscenze che gli deprezzano la merce. Poi il reverendo Blake gli presenta il conto cioè gli recapita i documenti per mettere la villa e la tenuta all'asta. Anche questi avuti tramite un giudice compiacente. Naturalmente il conte sarà in prima fila per reclamare la proprietà a un prezzo stracciato. Dopo tutto è il suocero, ha un diritto di prelazione."

"Incredibile. Samuel è caduto in una trappola bella e buona. Ci sono possibilità di dimostrare quanto mi avete detto?"

Il signor Phoebus sorrise, i baffi si arricciarono ancora di più e tirò fuori una borsa con diverse cartelle.

"Qui troverete tutto quello che vi serve, nomi di personaggi coinvolti e confessioni. So essere persuasivo, come ben sapete".

Antony prese i documenti e cominciò a controllare le prime pagine. Più li sfogliava e più diventava scuro in volto. Il padre di Ray era un mostro assetato di potere e si era circondato di serpenti infidi almeno quanto lui.

"Per quest'uomo c'è solo un posto dove andare. In galera!" Esclamò a un certo punto battendo un pugno sul tavolo con discreto rumore di tazzine che provocò un certo sdegno nei presenti.

"In questo caso, sono sicuro che si troverà a suo agio. Pare che le prigioni di Londra siano frequentate da gente di bassa lega, truffatori, ladri, persone di malaffare. Diciamo che sarà in buona compagnia. Dimenticavo, anche il titolo nobiliare è stato estorto con l'inganno. La figlia è un angelo, poveretta, ma il padre..."

Addentò l'ultima fetta di torta e poi si alzò togliendosi la bombetta in segno di saluto.

"Lieto di esservi stato utile".

"Non sapete quanto" rispose Antony. 

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