29 - Amicizia

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Samuel e Antony erano amici da sempre, ma erano profondamente diversi. Samuel era più riflessivo, controllato, con un forte senso della responsabilità, mentre Antony era un istintivo e questo in passato gli aveva procurato diversi problemi.

La relazione con Helena, ad esempio, che aveva portato avanti in modo affrettato e incontrollato che si era risolta in un tragico epilogo. Samuel però, aveva sempre appoggiato il suo amico e lo aveva aiutato in tante occasioni. Non ultima la tutela del piccolo Minus, frutto del loro amore.

Eppure, quando Samuel si era trovato a dover affrontare una causa giudiziaria contro il padre della sua sposa, non aveva dimostrato il solito sangue freddo.

Antony gli aveva consegnato i documenti che il signor Phoebus con tanta maestria era riuscito a rintracciare, carte che inchiodavano il conte di Bradbury alle proprie responsabilità, eppure Samuel Harrington esitava.

"Tra poche ore ci sarà l'asta, c'è ancora tempo per decidere, Sam. Dimmi che ci penserai" gli disse Antony cercando di essere convincente.

"Certo, ci penserò".

La voce di Samuel però, era quella della sconfitta.

Antony si spazientì. "Non ti riconosco più, lo giuro. Ti sei battuto come un leone per Harrington Place e adesso hai intenzione di desistere? Dammi una buona ragione, perché io non riesco a capirti".

Samuel si alzò e andò alla finestra. Fuori le nuvole erano basse e gravide di pioggia. Le strade erano ancora bagnate dall'acquazzone della notte precedente e si preannunciava una giornata difficile in tutti i sensi.

"Forse l'uomo che ero non esiste più" disse parlando quasi a se stesso. "Ho vissuto al riparo dalle emozioni per troppo tempo, avevo dimenticato i sussulti del cuore, il dolore quasi fisico della separazione e i legami fatti di fili invisibili ma più resistenti dell'acciaio, più resistenti di qualsiasi lega. Poi è arrivata lei, una ragazza minuta, apparentemente fragile come un giunco, ma con un carattere tenace, dolce, a tratti ribelle. E si è presa la scena. Si è presa tutto, compreso il mio cuore."

Si voltò e guardò l'amico con gli occhi lucidi. "Non posso combattere la sua famiglia, non posso distruggere la sua reputazione. Se lo facessi, vorrebbe dire che non l'amo."

La confessione turbò molto Antony. Anche lui si era innamorato, anche se forse quel sentimento non aveva raggiunto una tale maturità, una tale profondità. Scosse la testa, vinto.

"Va bene, Sam. Accetto la tua decisione, ma non verrò con te all'asta, almeno non subito. Prima devo sbrigare alcuni affari."

Samuel gli mise una mano sulla spalla. "Hai fatto molto più di quanto mi aspettassi, forse, di quanto meritassi. Sei il migliore degli amici, sono fortunato ad averti nella mia vita".

"Smettila, farò ancora tante stupidaggini e ti pentirai di avermi intorno".

Lo accompagnò fino alla carrozza, la cartellina con i documenti era rimasta sul tavolo della sala da pranzo.

"Spero di arrivare in tempo" gli disse Antony prima di salutarlo.

Non c'era molto tempo per fare quello che aveva in mente. 

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