22 - La promessa

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Antony entrò nello studio di Samuel come una furia. Lo trovò seduto alla scrivania, immerso in una pila di documenti.

"Mai mi sarei aspettato di essere tradito da te" gli urlò contro puntandogli il dito. "Eri il mio migliore amico e mi hai tenuto nascosto il bambino! Per tutto questo tempo! Non provare a negare, Samuel, quel ragazzino è praticamente il mio ritratto!"

Samuel sospirò, sapeva che prima o poi sarebbe successo, ma sperava di avere più tempo.

"Calmati e siediti, dobbiamo parlare Antony e credimi, non è facile per me".

"Non mi calmo e non mi siedo, voglio sapere cosa ne è stato di Helena, perché è chiaro che tu ne sei a conoscenza e mi hai escluso da tutto! Non te lo perdonerò mai, sappilo".

"E va bene, ma prima beviamo un brandy. Poi ti racconterò tutto, del resto, era solo questione di tempo."

Antony accettò il bicchiere, ma restò in piedi. Aveva una gran voglia di prendere a pugni il suo amico, ma si trattenne perché doveva sapere.

Samuel andò alla finestra voltandogli volutamente le spalle. Le nuvole si erano addensate nel cielo, era lo scenario più adatto per una confessione di tale portata.

 Le nuvole si erano addensate nel cielo, era lo scenario più adatto per una confessione di tale portata

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Iniziò a parlare e mentre lo faceva, gli scorrevano davanti le immagini come in un film.

Helena trovata priva di sensi nella sua stanza, il terribile sospetto che avesse subito uno stupro e poi la scoperta della gravidanza. Era stata lei a chiedergli di tenere tutto nascosto ad Antony. Non poteva sopportare l'idea che il bambino fosse di un altro, frutto di una violenza. Subito dopo, si era allontanata volontariamente, era andata presso parenti in un paese dall'altra parte della città.

Samuel si era offerto di aiutarla come meglio poteva, le aveva offerto un supporto economico oltre che morale, ma la gravidanza non era andata bene e alla nascita del bambino, Helena era talmente stremata che sarebbe sopravvissuta pochi giorni.

Era stato in quel frangente che aveva strappato una promessa a Samuel. Si sarebbe preso cura del bimbo ma non ne avrebbe fatto parola con Antony. Helena non voleva rovinargli la vita e non aveva neppure la certezza che il piccolo fosse suo.

Sul letto di morte. Samuel non poteva negare l'ultimo desiderio della donna e, anche se a malincuore, aveva accettato. In pegno, gli aveva dato un ciondolo che Antony gli aveva regalato, un prezioso cimelio di famiglia che doveva custodire.

Il bambino, nel frattempo era cresciuto e assomigliava sempre di più ad Antony, su questo non c'erano dubbi, ma non poteva rompere il patto. In un certo senso, il fatto che Antony lo avesse scoperto, gli aveva tolto un peso dal cuore.

"Sappi che è forte e sano e anche molto intelligente. E in più, nel caso tu abbia dei dubbi, è un vero artista come suo padre, del resto" concluse Samuel. "So di non essere stato sincero con te, ma sono sicuro che comprenderai le ragioni del mio gesto. Ho assecondato le richieste di Helena, forse anche tu al mio posto avresti agito nello stesso modo".

Antony aveva gli occhi lucidi. "Ho un figlio. Un bambino bellissimo, l'ultimo regalo della mia Helena".

Samuel percorse la distanza che li separava in un baleno e lo abbracciò forte. Si strinsero in un abbraccio liberatorio, disperato, ma anche pieno di speranza.

"Perdonami se ho dubitato di te, Samuel. Sei il migliore degli amici. Ma ora lascia che ti parli di Ray. Devi sapere che vuole incontrarti al più presto".

Samuel si fece serio. "Io invece temo che non ci rivedremo più".

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