Capitolo 5

133 12 0
                                    

La colazione era una strana faccenda e Harry non sapeva bene come sentirsi. Da una parte stava condividendo un pasto con Lord Voldemort e due Mangiamorte che erano entrambi, in qualche modo, responsabili della morte dei suoi genitori. Dall'altra era sopravvissuto con una lattina di zuppa e qualche crosta di pane per l'ultima settimana e al momento si trovava di fronte a una serie di cibi che quasi rivaleggiavano con quelli di Hogwarts. Una parte di lui, la parte ribelle che zio Vernon aveva cercato di fargli uscire, diceva che avrebbe dovuto semplicemente mandarli a farsi fottere, ma sapeva che aveva bisogno di mangiare per essere in grado di fare qualsiasi cosa, soprattutto se doveva provare a combattere o scappare. Se voleva sopravvivere e andarsene, aveva bisogno della sua forza, quindi tanto valeva tenersela stretta per il momento. Si chiese se riempire completamente il suo piatto o meno, in stile Ron, ma una voce nella sua testa che somigliava molto a zia Petunia lo avvertì che era buona educazione non essere avidi, quindi si assicurò di prendere solo un po' di tutto. Se gli altri si fossero alzati per fare il bis, avrebbe sempre potuto fare lo stesso.

"Quando pensi che dovremmo andare a raccogliere la profezia, Mio ​​Signore?" Chiese Snape mentre Harry prendeva posto.

"Tra un paio di giorni. La coppa del mondo di Quidditch è in corso, il che comunque assottiglierebbe i ranghi del Ministero, ma ho in programma una sorpresa per dopo che dovrebbe far andare nel panico i topi. Questo dovrebbe darti l'opportunità di intrufolarti nel Dipartimento dei Misteri senza che nessuno se ne accorga. Barty dovrebbe unirsi a noi dopo, quindi dovresti preparare una stanza per lui e anche per Harry, Peter."

"Mi stai dando una stanza!" Esclamò Harry, interrompendo quello che Codaliscia stava per dire.

"Certo Harry, cosa, pensavi che ti avrei fatto dormire sul pavimento? In cantina, forse? Sei un ospite qui e, dal momento che hai dato la tua parola che mi avresti aiutato, presumo di poterti concedere una certa libertà a casa mia. A meno che, ovviamente, tu non stia dicendo che non ci si può fidare della tua parola?"

"Ehm, no, puoi fidarti di me. Ti aiuterò, come ho promesso."

"Eccellente." Disse Voldemort con un sorriso.

"Immagino che dovremmo entrare nel Ministero sotto Polisucco. Pensi che saremo in grado di ottenere i campioni appropriati in tempo?"

"Non posso semplicemente usare il mio mantello dell'invisibilità?" Chiese Harry. Sapeva che forse non era una buona idea menzionarlo, ma l'idea di dover prendere di nuovo la pozione polisucco gli rivoltava lo stomaco, soprattutto se dovevano prenderne più dosi se ci mettevano molto tempo a trovarla.

"I mantelli dell'invisibilità non serviranno a nulla contro le difese del Ministero, Harry, e potrebbero addirittura causare altri problemi." Spiegò Voldemort.

"Come diavolo hai fatto ad avere un mantello dell'invisibilità, Potter?" Esclamò Piton.

"Me l'ha regalato Silente per Natale, il mio primo anno, a quanto pare apparteneva a mio padre."

"Non capisco come." Disse Snape con scherno. "Gli incantesimi di quelle cose possano durare solo pochi anni."

Voldemort, tuttavia, stava tenendo d'occhio Codaliscia. "Ha ragione Harry, Peter? James Potter possedeva un mantello dell'invisibilità?"

"S-Sì, l'ha fatto. Ha detto che era un cimelio di famiglia e che era stato tramandato di padre in figlio per generazioni." Balbettò Codaliscia.

"E non hai pensato che questa potesse essere un'informazione utile? Crucio!"

Codaliscia balzò sul sedile, ma la maledizione durò solo un secondo. Piton sbatté appena le palpebre, ma Harry era scioccato. "Lo fai quando qualcuno sbaglia?" Chiese, leggermente sconvolto.

L'alba Di Una Nuova EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora