L'alba Di Una Nuova Era

Capitolo 44

Harry era tornato di nuovo negli alloggi di Severus per studiare, con la scusa di voler usare i suoi testi di pozioni come riferimento per un saggio. Severus sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa per fermarlo quando il ragazzo si era presentato alla sua porta, ma non riusciva proprio a trovare le parole. Probabilmente era ingiusto lasciare che il ragazzo continuasse in quel modo, ma la parte egoista della sua mente non smetteva di dire che Orvoloson avrebbe presto potuto tornare in sé e chiudere la storia con lui, a quel punto non sarebbe stato poi così male continuare a intrattenere i sentimenti di Harry. Ultimamente non aveva sentito molto dall'ex Signore Oscuro, il che non aiutava le cose e non era come se stesse realmente accadendo qualcosa tra lui e Harry, o almeno così si convinse. Per fortuna, almeno la sua fortuna in ogni caso, era appena arrivato a metà del suo mucchio di correzioni quando un gufo svolazzò dentro con un messaggio per lui.

"Qualcosa di interessante?" Chiese Harry.

"Niente di che." Mentì Severus. "Ma mi sono appena ricordato che ci sono alcuni ingredienti che devo raccogliere stasera, quindi se non hai finito la tua ricerca..."

"Oh, ho finito." Disse Harry, un po' troppo in fretta. "Vorresti un po' di aiuto per la raccolta? So che non sono molto bravo, ma questa potrebbe essere una buona opportunità per me di migliorare."

"Non stasera. Le erbe di cui ho bisogno sono molto delicate e si trovano solo nel profondo della Foresta Proibita. Sarebbe troppo pericoloso per te venire. Torna al tuo dormitorio. Sei il benvenuto a tornare domani se decidi di dover guardare di nuovo i miei libri."

Severus si sentì male mentre guardava il volto di Harry crollare, ma non poteva permettere al ragazzo di seguirlo. In realtà il messaggio era stato di Orvoloson che chiedeva a Severus di incontrarlo di nuovo nella Stamberga Strillante e Severus aveva provato un'altra fitta di colpa, come se in qualche modo stesse tradendo entrambi gli uomini. Non era così, non c'era niente con Harry, o almeno così si disse, ma non poté fare a meno di sentirsi un vero bastardo mentre guardava Harry uscire dalla porta con le spalle curve per la delusione.

Il senso di colpa non si placò mentre si dirigeva verso la foresta, seguendo lo stesso sentiero di prima mentre si faceva strada intorno al bordo degli alberi solo per uscire dal Platano Picchiatore per poter percorrere il tunnel fino all'edificio. Silente non aveva detto nulla prima quando sapeva che Severus sarebbe uscito, quindi Severus poteva solo immaginare che sarebbe stato al sicuro a farlo di nuovo quella sera.

Orvoloson stava aspettando Severus nella stanza che sembrava ancora opulenta come quella di San Valentino, e Severus non riuscì a trattenere un piccolo moto di gioia nel petto per lo sforzo che l'altro uomo stava compiendo per lui.

"Buonasera Severus, sono contento che tu abbia potuto raggiungermi con così poco preavviso."

"Certamente che lo farei, Mio ​​Signore." Disse Severus, chinando leggermente la testa mentre le sue vecchie abitudini si riaccendevano.

"Per ora niente di tutto questo, Severus, a meno che tu non voglia aggiungere una nuova dimensione alla nostra relazione, ovviamente."

Severus alzò lo sguardo verso l'altro uomo per cercare di capire se stesse scherzando o no, ma lo sguardo ardente negli occhi di Orvoloson gli fece seccare la bocca e Severus si ritrovò a leccarsi le labbra.

"Potrei essere favorevole a qualcosa del genere."

"È sicuramente bello saperlo." Fece le fusa Orvoloson. "In tal caso, mio caro, perché sei lì in piedi? Vieni, siediti accanto a me sul divano."

Severus annuì un po' bruscamente, avanzando per sedersi accanto al suo ragazzo mentre cercava disperatamente di tenere sotto controllo il suo cuore che batteva all'impazzata. Non sarebbe stato il caso di eccitarsi troppo, ma non poteva fare a meno di provare il brivido dell'attesa che lo percorreva. Forse non sarebbe riuscito a passare l'intera serata, ma nessuno sapeva che era uscito, a parte Harry, quindi poteva decisamente spingere un po' le cose.