Damon
Sono le cinque e mezzo e di lei nemmeno l'ombra. Non è mai arrivata nemmeno con cinque minuti di ritardo e ora ammonta a mezz'ora. Dove sei, Dory?
Mi sento irrequieto, non riesco a stare fermo, inizio a camminare avanti e indietro come un lupo in gabbia. Vorrei chiamarla per sapere come sta, ma non ho il suo numero e non posso contattarla. E se le fosse successo qualcosa? Cazzo, cazzo, cazzo. Mi infilo la felpa e corro alla reception. Samantha mi sorride languida, ma fingo di non essermi accorto che flirta con me di continuo. «Per caso Dorothy Sanders ti ha chiamato per avvisare del suo ritardo all'allenamento?»
«Ehm, in realtà ha chiamato poco fa per annullare le lezioni. Pensavo lo sapessi.»
«Annullare le lezioni?», ripeto come un cretino.
«Già.»
«Tutte?»
«Esatto... Ti senti bene, Damon?»Mi sento un idiota, un cretino, uno stupido. Si è comportata come la ragazzina che è. Ha preferito smettere di vedermi, di allenarsi, di combattere e fare box ed è scappata, piuttosto che affrontarmi. Io che mi stavo anche preoccupando, cretino, cretino, cretino!
Torno di sotto e inizio a dare pugni e calci alla sacca, lasciando andare la frustrazione e la rabbia che sto provando in questo momento. «Perché non combatti, Dory? Perché? Cazzo, cazzo, cazzo!»
So che non dovrei pensare a lei, so che forse è meglio così, stare lontani farà bene a entrambi, ma non riesco a essere così ipocrita con me stesso, non ci riesco proprio perché a me quella ragazzina piace, è il mio spiraglio di luce in questa vita di ombre e non voglio fare a meno di lei.
Come un idiota, dopo un pomeriggio infernale, vado nell'ufficio di Samantha e per fortuna lo trovo libero. Mi piazzo davanti al pc e cerco Dorothy Sanders per recuperare i recapiti di cellulare e indirizzo. Non so ancora cosa ne farò, ma in qualsiasi caso ho bisogno di informazioni.
«Damon?» Beccato.
«Ehi, Sammy», cinguetto per lei.
«Che ci fai qui?»
«Sorpresa», le sorrido. So benissimo come comportarmi con lei per evitare che si renda conto di quello che stavo facendo.
«Oh, mi hai... e come mai?»
«Ti va di uscire con me una sera di queste?», dico la prima cosa sensata che mi viene in mente.
«Damon, io... Sì, sì, mi va.»
«Ottimo.» Mi avvicino a lei e le stampo un bacio sulla guancia. «Buonanotte, dolcezza.»Esco dalla palestra mentre mi tiro sulla testa il cappuccio della felpa. Mi rigiro quel foglietto con i suoi dati tra le dita per ore, mentre guido, mentre preparo la cena per me e mia madre, mentre son sdraiato a letto. Guardo l'ora sulla sveglia sul comodino accanto a me e sospiro: sono le dieci passate e temo che sia tardi per mandarle un messaggio, temo che in generale sia sbagliato che io le scriva. che senso avrebbe tutto questo? Ragione e sentimenti non riescono a fare pace tra loro.
"Perché non sei venuta oggi?" Scrivo di getto e invio, senza pensarci due volte e mi sento un tale cretino, perché quello che dico e penso un minuto prima non vale per il minuto successivo.
"Damon?"
Sì, cazzo, ha capito chi sono. "Già."
"Come hai avuto il mio numero?"
"Ti hanno mai detto che è scortese rispondere a una domanda con un'altra domanda?"
"La box non fa per me. Ho mollato. Ecco la mia risposta."
"Stronzate, sappiamo entrambi che fa per te."
"No, non è così. È troppo violento."
Mi scappa da ridere. Ragazzina. "Dimmi la verità."
"Tocca a te rispondere alla mia domanda prima."
"L'ho trovato insieme ai dati compilati per la palestra."
"Stalker."
"Tu sparisci senza dire una parola e io sarei uno stalker?"
"Non sono sparita, non avevamo nessun appuntamento."
"Invece sì, cazzo, ragazzina, mi sono preoccupato. Ma poi ho scoperto che stavi bene, semplicemente non ti sei presentata e nemmeno ti è passato per la testa di avvisare."
"Ho avvisato Sammy. E non chiamarmi ragazzina."
"Beh, è quello che sei quando ti comporti così."
"Così come?"
"Scappi."
"Non sono scappata, tu non sai niente."
"Allora spiegami."
"No."
"Sei impossibile, cavolo, ti ho appena detto che mi sono preoccupato quando non ti ho vista arrivare."
"Ma non hai voluto baciarmi perché sono una ragazzina."
"Non ho mai detto questo."
"L'hai lasciato intendere."
"Non capiresti."
"Ah, certo, perché sono una ragazzina."
"Non l'ho detto."
"Senti, Damon, ho capito, pensi che sia una bambina capricciosa, ecco. Lasciami in pace."
Soffoco un grido di frustrazione contro il cuscino. Non voglio lasciarti in pace ragazzina, non voglio, ma forse è quello che dovrei fare. Perché cazzo è così difficile seguire la testa? Sarebbe tutto più semplice se il cuore non mi palpitasse nel petto a una velocità sovraumana, sarebbe tutto più semplice se non desiderassi correre da lei e stringerla tra le mie braccia, sarebbe tutto più semplice se non volessi baciarla e sentire il sapore delle sue labbra.
"Buonanotte, Dory."
"Buonanotte, Damon."
Perché diavolo questo messaggio sa di addio? Non voglio mettere un punto a questa storia, non voglio rischiare di non rivederla mai più. Sospiro e cerco di addormentarmi, mentre il suo viso si palesa nei miei sogni, come uno spiraglio di luce, pronto ad accogliermi, in fondo a un lungo e buio tunnel.
I giorni successivi combatto con la voglia di sentirla, di chiamarla e di raggiungerla sotto casa. Combatto una guerra infinita tra testa e cuore. Le giornate scorrono lentamente: casa, lavoro; lavoro, casa. L'unica cosa che mi permette di non soccombere è la presenta di Josh nella mia vita. Lui ha capito che c'è qualcosa che mi tormenta, ma mi conosce abbastanza da sapere che gliene parlerò quando mi sentirò pronto a farlo. In questo momento sono davvero confuso, ho riposto anche fin troppe speranze nell'appuntamento con Sammy, una ragazza davvero carina, quasi mia coetanea, sarebbe perfetta, ha le idee chiare sul futuro e sa quello che vuole, ma quando sono con lei... Non è la stessa cosa, non ha i suoi occhi, il suo sorriso, il suo profumo. Sammy non è Dorothy, Sammy non è luce e non potrà mai diventarlo, perché esiste una sola stella polare e io l'ho trovata, ma non posso permetterle di entrare nella mia vita, come non potrei farlo fare a Sammy, sarebbe egoistico e fuori luogo.
Lascio che la serata si concluda senza particolari risvolti né per me né per lei. Passo la notte a rileggere la conversazione con la ragazzina irritante e testarda che mi ha completamente fottuto il cervello e mi addormento così, con lei che ormai ha messo le radici dentro di me e che, nonostante i miei tentativi per estirparle, restano lì luminose e brillanti, come le stelle che brillano nel cielo sopra di noi.
Cosa mi hai fatto, Dory? Sarai mica stata capace di farmi cambiare idea?
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Come il cielo sopra di noi
RomanceDamon è un ragazzo che sembra aver perso ogni speranza nel futuro, fa l'allenatore di pugilato, ma un tempo i suoi sogni erano altri. Quando si ritrova ad allenare Dorothy, una ragazza che sembra essere stata spezzata da qualcosa o da qualcuno, tutt...