Capitolo 23

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Dorothy

Questi giorni non sono stati semplici, ma avere Damon vicino, i suoi baci e le sue carezze mi hanno aiutata ad andare avanti, a sopportare il dolore che mi porto dentro, lui è la mia speranza per un futuro migliore.

Un'altra settimana sta volgendo al termine. A scuola è tutto piatto e per evitare che i ricordi di Lily e Sam tornino a fare capolino nel mio cuore, ho iniziato a pranzare in mensa. Non mi piace, è una cosa che non sopporto, soprattutto da quando non c'è più Maddy, perché tutti mi fissano e mi indicano, o almeno è quello che sembra a me.

Quella notte, dopo che sono tornata a letto come una fannullona, Maddy ha preso le sue cose ed è andata via. Fingevo di dormire, ma la sentivo singhiozzare. I suoi passi lenti, misurati, sono stati un colpo all'anima e il suo bacio sulla fronte mi ha distrutta in milioni di pezzi.

Non sapeva che avessi visto tutto, ma immagino che volesse solo andare più lontano possibile da noi, da quella casa che racchiudeva tutto il suo dolore.

Il giorno dopo ha sporto denuncia verso mio padre, accompagnata dai genitori che le sono stati vicini.

Non ho visto Maddy fino al giorno della mia deposizione. Se ripenso a quel momento, quando sono uscita da quella stanza, dopo aver detto di non aver visto né sentito niente quella notte, e ho incrociato gli occhi della mia migliore amica, mi viene da piangere e vorrei strapparmi il cuore dal petto. Le sarei voluta correre incontro, abbracciarla e dirle che c'ero io con lei, che l'avrei aiutata; invece, ho seguito mia madre fuori dall'edificio, portandomi sulle spalle il senso di colpa per non aver difeso la mia migliore amica, mia sorella.

Mio padre è stato assolto per mancanza di prove e Maddy e la sua famiglia sono andati via dalla città: iniziavano a girare voci che si fosse inventata tutto, che fosse una poco di buono, che le piacessero gli uomini maturi.

L'ultimo ricordo che ho di lei è questo. Non l'ho salutata quando è andata via, non ho mai fatto nulla, nemmeno un messaggio né una lettera, non ho mai provato a rimediare ai miei errori e a quelli di mio padre. Il senso di colpa che mi porto dietro è troppo pesante e sento che mi sta portando a fondo con lui, passo dopo passo.

L'unica nota positiva di questi giorni è che mio padre è partito per lavoro e per un po' potrò vivere più serena. Mia madre sembra essersi ripresa, il suo umore è migliorato molto negli ultimi tempi.

«Che dici se stasera invitassimo Damon a cena da noi?»
Quasi mi strozzo con il caffè che sto bevendo. «Dici sul serio?»
«Le cose tra voi sembrano andare bene, mi farebbe piacere conoscerlo.»
«Oh, ehm, glielo posso chiedere.»
«Bene, allora inizio a pensare a cosa preparare.»
Sorrido e mi alzo per abbracciarla. «Mi sei mancata, mamma.»
«Mi dispiace per come mi sono comportata.»
«No, avevi le tue ragioni.»
Scuote la testa. «Ma tu avevi bisogno di me e io non c'ero, mi sono chiusa in me stessa quando mi sono resa conto che quella notte... è successo, Dory.»
«Lo so», ammetto e mi mordo il labbro, mentre le mi scruta. «Io ho visto.»
«Co-Come hai visto?»
«Sì, ho mentito. Io... La stavo cercando e li ho visti nello studio di papà. Lei non voleva e lui...» Mi si stringe il cuore e la gola e fatico a parlare.
«Oddio, tesoro, perché non me l'hai detto subito?»
«Avevo paura, e non volevo rattristarti, non sapevo che fare.»
Lei scuote la testa e mi abbraccia. «Shh, ora calmati. Adesso ci sono io con te e non ho intenzione di lasciarti da sola, mai.»
«Non so che fare, mamma.»
«Ora non pensarci, troveremo una soluzione a tutto, te lo prometto.»
«Anche Damon lo sa.»
Lei mi guarda e mi sorride. «Hai ascoltato il tuo cuore?»
Annuisco. «Credo di essermi innamorata.»
«Ne sono così felice, te lo meriti.»
«Dici davvero?»
«Certo, il mio più grande desiderio è vederti serena e sembra che lui sia capace di renderti tale.»
Annuisco. «Sto bene con lui.»
«Ed è la cosa più bella che potessi sentirti dire. E stasera lo conoscerò.»
«Sì, ma prima lascia che glielo chieda, se dovesse avere altri impegni?»
«Allora scrivigli subito!»

"Ciao, Dam. Senti, mia madre mi ha chiesto se stasera ti andasse di venire a cena qui da noi."

"Buongiorno, piccola. Volentieri, ma prima devo organizzarmi per mia madre. Ti faccio sapere.

"Per tua madre?"

Lui non risponde subito, anzi, ricevo la sua risposta mentre sono a lezione di algebra. Mi dice che ci sarà e che possiamo tornare a casa insieme dopo l'allenamento.

Quando arrivo in palestra la prima cosa che gli chiedo è proprio per sua madre. «Non si sente bene?» Annuisce appena e poi mi passa i guantoni. «Cos'ha?»

«Non preoccuparti.»
«Invece lo faccio. Dimmi cos'ha!»
«L'influenza», risponde di getto.
«Sicuro che sia solo questo?»
«Tranquilla, ora alleniamoci.»

In cuor mio sento che qualcosa non va, perché gli leggo in faccia la preoccupazione che prova per lei, ma decido di non insistere, ha bisogno dei suoi tempi e glieli lascerò.

A fine allenamento sono distrutta, ma arrivarci infondo mi fa sentire bene, nonostante la stanchezza e i dolori muscolari. «Sei migliorata tantissimo, lo sai?» Sorrido soddisfatta. «E mi chiedevo: ti andrebbe di partecipare a un incontro?»

«Che?», grido. «Uno vero?»
«Tra principianti, ovviamente, però sì. Uno vero. Si tratta di un torneo.»

«Oddio, sì, no, cioè... Che ansia, Dam!» Inizio a saltellare nervosamente nella saletta, ma lui mi afferra per le spalle e mi fissa dritto negli occhi.

«Calmati, Dory, e respira.» Annuisco e obbedisco. «Non agitarti, ci alleniamo insieme ormai da tempo e se te la senti di partecipare, possiamo provarci.»

«Mh, è solo che ho paura.»
«Di farti male?»
«No, scemo, di sbagliare.»

«Pensaci, ok? Si tratta solo di un torneo per principianti, un modo per metterti in gioco e in partica i nostri allenamenti.»

«Va bene, ci penso.» Poi mi lancio tra le sue braccia e lo stringo forte. «Grazie.»

Lui mi afferra il viso e mi bacia con passione tale, da sentire le labbra gonfiarsi e pulsare a ogni contatto con i suoi denti e la sua lingua. Non ho mai ricevuto dei baci così intensi come quelli che mi da lui, capaci di rimanere impressi sulla mia bocca per ore intere.

Ogni volta che ci sfioriamo il mio cuore inizia a fare una serie di capriole, mentre nel mio stomaco avverto uno sfarfallio quasi magico. Mi sono innamorata di Damon ancora prima del nostro bacio, mi sono innamorata di lui quando le cose andavano male, quando l'oscurità mi stava inghiottendo, perché lui è stato lo spiraglio di luce che mi ha tenuta ancorata a questa vita e alla speranza di poter andare avanti.

«Pronto per la cena a casa mia?»
Abbozza un sorriso. «In realtà sono un po' agitato. Credi che piacerò a tua madre?»
«Lei già ti adora.» Scoppio a ridere.
«Ma se non mi conosce nemmeno.»
«Esatto! Ah! Ah! Ah!» Lui ride con me e sembra tranquillizzarsi. «Vedrai che andrà tutto bene.»
«Tuo padre è ancora via per lavoro?»
«Sì, tornerà la prossima settimana.»
Mi bacia dolcemente questa volta. «Vado a prepararmi, ci vediamo tra poco. Ti aspetto in cortile.»
Annuisco e poi ci dividiamo per dirigerci nei rispettivi spogliatoi. 

Come il cielo sopra di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora