Capitolo 28

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Dorothy

Il tempo di attesa tra quando suono il campanello e quando la porta si apre è pari alla mia intera vita, nel mentre rivivo i momenti felici passati con la mia migliore amica: le serate insieme, le risate, le giornate in giro a mangiare schifezze, le lunghe chiacchierate, i suoi sorrisi, i suoi occhi... E sono proprio questi ad accogliermi.

«Dory?!»
La sua voce è un colpo all'anima. «Maddy», sussurro con la gola stretta in una morsa.
«Cosa... Stai bene?», mi domanda e... Dio, come può chiedermi questo e non sbattermi la porta in faccia?
«Sì, no, cioè... Io... Io ho bi-sogno di parlarti.» Mi trema la voce, le mani, tutto.

«Accomodati, entra e cerca di respirare.» Mi fa un cenno e mi muovo verso di lei. Vorrei abbracciarla e scoppiare in lacrime, ma non è il momento, ora devo parlarle, devo chiederle perdono.

«Maddy, chi è alla por... Dorothy, tesoro!» La signora Fillman mi sorride e mi stringe in una stretta materna. È proprio quello di cui ho bisogno adesso. «Cosa ci fai qui? Stai bene?»

Annuisco a malapena e poi abbasso lo sguardo. «S-Sono venuta per pa-parlare con Ma-Maddy.»

«Certo, fate pure. Io vado a fare la spesa, se avete bisogno, chiamatemi.» La donna bacia la figlia e poi va via. Non mi aspettavo sinceramente questa accoglienza dalla signora Fillman, tantomeno che Maddy mi facesse entrare in casa, ma ora come ora poco importa. Sono venuta qui per un motivo e voglio raggiungere l'obiettivo.

«Siediti pure.» Mi fa accomodare sul divano e si tortura le mani, è palese che sia anche lei in difficoltà. «Ti sono cresciuti i capelli», nota.

«Ehm, sì... Ecco... Io...» Alzo lo sguardo di scatto. «Mi dispiace. Io... Ti chiedo perdono.» Lei non risponde e così cerco di continuare. «Ho mentito... Ho mentito alla polizia. Io... Io quella notte ho visto tutto... Io... Io non sapevo cosa fa-fare, co-cosa dire... Ho me-mentito, ho a-avuto paura. Io... Perdonami. S-Sono stata una pe-pessi-sima amica.» Lei sembra stupita e senza parole. «Ho fatto una cosa imperdonabile, lo so. Non sto giu-stificando le mie azioni, pe-però...»

«Non è colpa tua.»

«Invece sì. A-Avrei dovuto confessare alla polizia cosa avevo visto, avrei dovuto farlo marcire in prigione. Merito che tu mi odi.»

«Io non ti odio, Dory.»

Io non ti odio, Dory. Com'è possibile?

«Odio tuo padre, per quello che mi ha fatto e per avermi umiliata anche dopo facendomi passare per una poco di buono, ma non odio te. Tu non c'entri niente, sei una vittima di quell'uomo tanto quanto me.»

«Tu non mi odi?»

Scuote la testa. «Avrei tanto voluto rivederti dopo quella notte, ma credevo che anche tu pensassi fossi una... insomma, una troia. Che mi fossi inventata tutto. Così i miei genitori hanno deciso di portarmi via da lì per evitare che vivessi quell'incubo giorno e notte.»

«Ma ora che sai che sapevo la verità...»

«Non cambia nulla. Lui è tuo padre e immagino quanto sia stato difficile anche per te quel momento.»

«Mi dispiace Maddy, davvero, ma ho intenzione di rimediare. Andrò alla polizia e racconterò tutto quello che ho visto.»

Lei scatta in piedi e deglutisce. «No. Ti prego, no.» Fa dei respiri profondi. «So che sarebbe giusto che lo facessi, ma sono passati dei mesi e io ho ripreso in mano la mia vita, ho ricominciato da zero, non voglio rivivere quell'inferno.»

«Ma lui deve pagare.»

«Si, deve pagare, ma non ho le forze per combattere con il rischio elevato di perdere di nuovo. Ritrattare una deposizione... Dopo mesi... Insomma, potrebbero non crederti e io mi sto ancora cercando di riprendermi.»

Mi mordo il labbro. «Farò ciò che vorrai tu. Questa volta non sarò egoista.»

«Non sei mai stata egoista, Dorothy Sanders. Sei la persona più buona e altruista che conosca.»

«Posso abbracciarti?»

Lei annuisce, anche se non appena le lancio le braccia al collo si irrigidisce, ma poi si lascia andare, stringendomi a sua volta. «Mi dispiace, davvero.»

«Non importa, il passato è passato, ora...» Ci stacchiamo e ci osserviamo da vicino. «È ora che le nostre vite vadano avanti.»

«Sembra un addio», piagnucolo.

«Lo è... Io ti perdono, Dorothy e ti vorrò sempre bene, sei e resterai la mia sorellina del cuore, ma... Ma è difficile. Purtroppo, quello che è successo non possiamo cancellarlo e quando ti guardo rivedo quella notte e quello che ho subito...» Una lacrima le solca il viso. «Non è colpa tua, capisci? È che... doveva andare così e dobbiamo andare avanti.»

«Mi manchi così tanto.»

Lei sorride amara. «Anche tu, ma sono sicura che non faticherai a farti amare. Lascia andare il tuo cuore, non chiuderti in te stessa.»

Tiro su con il naso. Come fa a essere così saggia e dolce nonostante tutto. «Ti voglio bene, Maddy.»

«Anche io, Dorothy.»

Restiamo strette l'una tra le braccia dell'altra, rivivendo la nostra amicizia dall'inizio alla fine, consapevoli che questo sarà l'ultimo abbraccio della nostra vita. Lei rimarrà per sempre la mia Maddy e ora che sono consapevole che, nonostante conosca tutta la verità, non mi odia, i brutti ricordi vengono spazzati via da quelli belli, sorridenti, armoniosi. Riesco a sentire nella mia testa le nostre risate, i nostri battibecchi, le nostre grida di felicità. Ne abbiamo passate così tante insieme, mai e poi mai potrò dimenticarla.

Ci diciamo un addio silenzioso, occhi negli occhi, perché, nonostante tutto, l'amicizia che ci unisce non potrà mai morire.

«Sei triste, piccola?» Damon mi accarezza una mano. Siamo seduti sul suo letto da minuti interminabili, gli ho raccontato tutto nel tragitto in auto e poi mi sono rintanata nel mio silenzio.

«Sì e no, non lo so, mi sento... strana.»

«Comprensibile.» Mi bacia una guancia. «Devi solo darti del tempo.»

«Hai ragione, però una parte di me si sente più leggera. Come se quel peso che mi porto dietro da mesi si sia dissolto.»

«Questo è un buon segno, piccola.»

Mi sorride e ricambio, poi gli stringo la mano. «Tua madre come sta?»

Lui fa una strana smorfia. «Oggi non è giornata ha detto Dana, sta riposando.»

«Mi dispiace.» Mi avvicino a lui e appoggio la testa sulla sua spalla.

«Ora rilassati.» Si sdraia portandomi con luisul materasso e rimaniamo accoccolati lì. Sento il battito del suo cuore e unostrano calore mi fa rilassare, fino ad addormentarmi.

Come il cielo sopra di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora