Dorothy
Sono innamorata di Damon. Quella consapevolezza mi spaventa e mi rassicura allo stesso tempo, come se dentro di me combattessi una guerra tra ciò che sento di volere e ciò che sento di dover fare. Ma per una volta, per una sola volta, voglio essere felice e godermi quello che la vita mi sta donando.
Apro la porta nella speranza di non svegliare nessuno e mi sfilo le scarpe per non lasciare impronte per terra. Sono tutta bagnata di acqua piovana, ma sorrido. Quando mi rimetto dritta un lampo illumina la sala e vedo l'ombra di mio padre seduto sul divano.
«Porca troia», borbotto sobbalzando e portandomi le mani sul petto. Ma che cavolo!
«Finalmente, ti sembra questa l'ora di tornare?» La sua voce è dura, gelida e l'unico sentimento che riesco a scorgere nel suo tono è rabbia.
Alzo gli occhi al cielo e stringo forte i pugni. Io invece lo odio! «Mamma sapeva sarei tornata verso l'una.»
«Non me ne frega un cazzo di cosa sa tua madre!», sbraita e si avvicina con un fare per nulla amorevole.
«Questa è la mia vita, non pensi di averla rovinata già abbastanza con le tue cazzate, eh?», sputo velenosa.
Lui ride e quel suono mi fa rabbrividire. Quest'uomo mi fa paura e non è mai stato così, prima... Prima amavo mi padre, era il mio super eroe, colui che mi avrebbe salvata da qualsiasi situazione e che mi avrebbe resa felice, sempre, peccato che con il tempo sia diventato lui la ragione delle mie pessime giornate.
«Ah! Ah! Sei solo una ragazzina, come quella tua amica... è stata lei a rovinare la mia e la tua vita!»
«Non parlare così di Maddy, non meriti niente, io so la verità!» Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e lo stomaco contorcersi.
«Non sai un cazzo!»
«Io ti ho visto!» Una rabbia cieca percorre ogni fibra del mio corpo e mi ritrovo con le mani sul suo petto per spintonarlo. «Ti ho visto!»
Lui ride ancora prendendosi gioco di me. «Cos'hai visto? Tu non sai niente.»
«Ti odio, ti odio con tutta me stessa. Vorrei non fossi mio padre!»
A quell'esclamazione sento la sua enorme mano sul mio viso, uno schiocco così forte che avverto la pelle friggere a contatto con le mie lacrime. Indietreggio, ma lui mi afferra per un polso, lo stringe così forte da farmi male, poi mi fissa dritto negli occhi. «La tua amica è una puttana.»
Vorrei urlare che non è vero, che lui è uno stronzo, che è tutta colpa sua, ma il coraggio viene a mancare ancora una volta e quando sento la sua mano lasciare la presa, corro via e mi richiudo in camera. Ho bisogno di una doccia, ma tutto quello che riesco a fare è sedermi per terra, con la schiena contro la parete e piangere tutte le lacrime che ho.
Non merito la felicità, non merito Damon, Lily e nemmeno Josh. Non merito niente, sono una fannullona, una traditrice e devo soffrire per quello che ho fatto a Maddy e che continuo a farle ogni volta che non parlo, che non dico la verità su quella dannata notte. Sono una sua complice, sono una persona orribile tanto quanto lui.
Mi rannicchio su me stessa e rimango in quella posizione a lungo.
Passo i successivi due giorni chiusa in casa, il telefono continua a squillare per le telefonate in ingresso e gli sms, ma non ho voglia di rispondere, voglio rimanere da sola chiusa in questa stanza.
Qualcuno bussa alla porta della mia camera.
«Tesoro, sono io, apri per favore? Ti ho portato il pranzo.» La voce di mia madre è un faro nel buio.
«Non ho fame.» E non voglio che mi veda in queste condizioni. Ho ancora la guancia tumefatta e un orribile segno sul polso.
«Ti lascio il vassoio qui, devi mangiare qualcosa.»
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Come il cielo sopra di noi
RomanceDamon è un ragazzo che sembra aver perso ogni speranza nel futuro, fa l'allenatore di pugilato, ma un tempo i suoi sogni erano altri. Quando si ritrova ad allenare Dorothy, una ragazza che sembra essere stata spezzata da qualcosa o da qualcuno, tutt...