Damon
Vederla in questo stato, così piccola, così disperata, così distrutta ha spezzato anche il mio cuore. Tenerla tra le braccia e rassicurarla è l'unico modo che ho per cercare di tenere insieme tutti i pezzi del suo cuore. E ora, finalmente, le sue parole mi sono più chiare: Non c'è pericolo, sono già rotta. Ed è così che lei si sente e purtroppo è anche il modo in cui appare. Quello che ha dovuto sopportare in questi mesi e il peso del senso di colpa che si porta dietro la stanno distruggendo. L'unico modo che ha per superare tutto questo è affrontare il problema alla radice.
Una volta a casa cerco di farla distrarre chiedendole aiuto in cucina. Preparare un dolce sono sicura che la aiuterà.
«Tu sai cucinare?» Me lo chiede con quella sua solita aria innocente.
«Oh, certo, il mio bambino è il migliore. Nel frattempo, io andrei a fare un bagno caldo.»
Mi volto a guardare mia madre un po' preoccupato. È stata una lunga giornata per lei e temo si sia stancata più del necessario «Hai bisogno?»«Oh, no, tranquillo.» Ci fa un occhiolino e poi se ne va. Mia madre è fin troppo lucida e la cosa mi destabilizza, soprattutto quando prima ha ricordato un aneddoto di quando ero bambino: super pannolone! Oddio, che imbarazzo, ma sono felice che Dorothy l'abbia conosciuta in un giorno decisamente fin troppo positivo.
«Allora, cosa prepariamo?», mi domanda la biondina accanto a me.
«Prima una buona pasta al forno e poi la torta al cioccolato.»
Gli occhi le si illuminano. «La torta?»«Oh, certo, non può mai mancare.» Le scocco un bacio sulla fronte e ci mettiamo all'opera. Finalmente sembra più tranquilla e io mi sento un po' meglio, anche se so che dopo dovremmo parlare di come affrontare la situazione. Sono consapevole che scappare non l'aiuterà e che dovrebbe guardare in faccia i suoi demoni, ma le lascio un po' di tempo per metabolizzare e calmarsi.
Il profumo in casa è un miscuglio ben amalgamato che fa prospettare un pranzetto delizioso.
Infatti, riceviamo subito i complimenti da mia madre al primo boccone. «In realtà ha fatto tutto Damon, io ho solo aiutato.»
Lei ridacchia. «Bisogna avere accanto la persona giusta per rendere le cose meravigliose», risponde con il solito tono saggio di chi ne ha passate tante nella vita.
Dory si volta a guardarmi e abbozza un sorriso, così appoggio la mano sulla sua e gliela stringo.
«Siete proprio belli insieme.»
«Mamma!», la ammonisco e lei ride.
«Lo sai che non ho peli sulla lingua.»
«Oh, fin troppo.»
«Appunto, dovete solo decidervi a fare il prossimo passo», ci fa un occhiolino e sia io che Dorothy arrossiamo in imbarazzo. «Potreste farlo proprio mentre pulite la cucina. Ih! Ih! Io vado a riposare.»Si alza e, con quel modo di fare di chi ci ha visto lungo, se ne va in camera. Scuoto la testa. «Scusala, lei...»
«Tranquillo, non fa niente.» Si mordicchia l'interno della guancia e storce il naso.
«Qualcosa non va?» Scuote la testa, ma a me non la conta giusta. «Ehi, puoi dirmi tutto, lo sai, vero?»
«S-Sì.» Si alza di scatto e si volta verso il piano cottura. «Dovremmo iniziare a pulire, abbiamo fatto un macello.»
«Ok.» Non insisto, ormai ho capito com'è fatta, quando se la sentirà sarà lei a parlarmene.Averla così vicina, all'interno della mia quotidianità, mi fa uno strano, ma piacevole, effetto. Spalla contro spalla le passo i piatti bagnati e lei li asciuga. Deglutisco ogni volta che le nostre mani vengono a contatto, è un gesto così semplice, ma per me estremamente intimo. Quando le passo l'ultima stoviglia indugio e non lascio andare la presa. Lei si volta e i nostri occhi si incrociano. La attiro a me e, petto contro petto, i nostri respiri e i battiti dei nostri cuori si sincronizzano. «Dam...» Sussurra il mio nome che si infrange sulle mie labbra.
«Dory...»
Ho una voglia matta di baciarla, di assaggiare le sue labbra, sto impazzendo, dannazione, ma non posso approfittarmi di un suo momento di debolezza. Appoggio la fronte alla sua e socchiudo gli occhi.
«Non credo sia il momento giusto», confesso e la sento irrigidirsi.
«C-Che?»
«Non voglio che mi baci perché ti senti triste.»
Lei fa un passo indietro. «Io non voglio baciarti perché sono triste», sbotta.
«I-Io non intendevo... Aspetta...»
«Cosa? Cosa devo aspettare? Hai appena detto che pensi che ti voglia baciare perché sono triste e non perché lo desideri da tanto tempo.»Cazzo, ho rovinato tutto, di nuovo. Le afferro una mano e la attiro di nuovo a me, ma lei si divincola. «Scusa, sono un idiota.»
«Sì, lo sei. Non sono una bambina, so cosa voglio.»
«E cosa vuoi?»
«Te.»E non ho bisogno di sentire altro, il mio cuore batte così forte che potrebbe esplodere. Le afferro il viso con l'altra mano e non ci penso due volte prima di appoggiare le labbra sulle sue. Ed è come una bomba, tutto in me esplode, tutti i miei sensi iniziano a emanare scintille e il suo sapore è la cosa più buono che abbia mai assaggiato. Lei dischiude le labbra e le nostre lingue vengono a contatto, esaltando le papille gustativa. È così morbida, così piccola, così dolce. La attiro ancora a me e la sento mugolare non appena i nostri petti vengono in contatto.
Non respiriamo, ma ci cibiamo l'uno dell'ossigeno dell'altro. Le sue braccia mi cingono il collo. La afferro per le cosce e la aiuto ad appoggiarsi alla tavola, così da farla arrivare alla mia altezza. Quando siamo costretti a staccarci per non morire soffocati guardo le sue guance arrossate e gli occhi lucidi di passione e il mio cuore perde un battito. Dio, è bellissima!
«Dory...»
«Shh, non dire niente.»
Ridacchio. «Rischio di rovinare il momento.»
Lei sorride poi stringe le gambe intorno alla mia vita. «Baciami ancora.»Non me lo faccio ripetere e ricomincio, ma questa volta in maniera più decisa, le mordo anche il labbro succhiandolo e facendola gemere.
«Così potrei impazzire», sussurro.
«Io sono già impazzita», confessa.
«Ragazzina, non si dicono queste cose.»
«Non è colpa mia», risponde sporgendo il labbro e io d'impulso lo mordo e succhio ancora. «Mmm, vedi? Sei tu che mi istighi.»«Ragazzina», ringhio eccitato come non mai. «Ora è meglio placarci o non mi fermerò.» Lei avvampa e io le accarezzo la guancia arrossata. «Sei bellissima, Dory.»
«Tu di più.»
«Mi piaci tanto.»
«Anche tu.»
«Ho paura di ferirti, sono un idiota.»
«Non succederà.»
«Invece sì e... Ed è troppo bello quello che c'è tra di noi.»
«Shh, come dici sempre tu? Andrà tutto bene, sistemeremo tutto.»
Le sorrido. «Già, a volte sono saggio», sdrammatizzo, ma in realtà ho davvero paura di rovinare tutto.Lei è stata capace di mettere in un angolo i miei timori, le pareti che in questi anni mi sono costruito attorno per proteggermi da ciò che il futuro avrebbe potuto avere in serbo per me, ma in fondo sono ancora lì, aspettano solo il momento giusto per ricordarmi che il mio futuro è già scritto e potrebbe essere privo di ricordi.
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Come il cielo sopra di noi
Roman d'amourDamon è un ragazzo che sembra aver perso ogni speranza nel futuro, fa l'allenatore di pugilato, ma un tempo i suoi sogni erano altri. Quando si ritrova ad allenare Dorothy, una ragazza che sembra essere stata spezzata da qualcosa o da qualcuno, tutt...