Dorothy
Da due mesi a questa parte, qualsiasi attività svolta fuori da casa mia è apprezzata. Anche andare a scuola mi piace molto di più, o per lo meno diventa un'occasione per starmene per conto mio.
Oltre Maddy non ho mai avuto altre amiche, lei è sempre stata l'unica. Da quando lei non c'è più, vivo la giornata in completa solitudine, le persone che mi circondano mi additano ormai come quella solitaria. Non mi lamento, stare da sola mi fa stare meglio, in un certo senso è come se mi sentissi in dovere di non fare amicizia, per rispetto verso colei che è sempre stata la mia migliore amica.
Passo la mattinata tra una lezione e l'altra, tra appunti e test, fino alla pausa pranzo, a quel punto mi sposto nel parco vicino all'istituto e mi sistemo all'ombra di un albero, lasciandomi coccolare dal calore del sole primaverile. Mi immergo nella lettura di un libro, mentre assaporo un tramezzino al prosciutto e formaggio.
«Sam, Sam, fermo, non correre! Sam!» Una voce femminile, chiara e dolce, attira la mia attenzione, ma non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che vengo travolta da qualcuno, o meglio qualcosa. «Dio...» Borbotto, mentre avverto qualcosa inumidirmi le mani. «Ma che...»
«Sam, smettila!» Quella voce è più vicina. Alzo lentamente le palpebre e mi trovo il muso di un Labrador a pochi centimetri dalla mia faccia. «Perdonami, perdonami. Sam, vieni via!» La ragazza allontana il cane dal mio corpo e io sorrido. Non riesco a essere arrabbiata con quel musetto dolce che si lecca il naso sporco di formaggio. Ah, ecco, il mio tramezzino! Scoppio a ridere e afferro un tovagliolo per pulirmi le mani.
«Non preoccuparti, devo ammettere che questi tramezzini sono davvero buoni.»
«Cos... Oh, no! Sam, ma che combini!» La ragazza scuote la testa e mi guarda mortificata. Sembra davvero dolce e carina.
«Non fa niente, non è successo nulla di grave.» Le sorrido.
«Mi dispiace davvero, posso offrirti almeno il pranzo?»
Deglutisco e scuoto la testa. «Non è necessario, ma grazie lo stesso.»Lei sembra rilassarsi dopo aver notato assenza di astio o rabbia nei suoi confronti. «Io sono Lily, piacere.» Mi porge la mano e io ricambio. I suoi capelli biondi danno ancora più luce al suo viso e il sorriso raggiante completa un quadro apparentemente già perfetto.
«Dorothy.»
«Sei la prima persona che conosco qui, sono arrivata due ore fa, ma Sam aveva bisogno di camminare, mentre io di dormire. Ma ha vinto lui.» Ridacchia.
«Sembra un cane buono.»
«Lo è, a parte quando si tratta di cibo. Ah! Ah!»«L'ho notato.» Mi piego sulle ginocchia e accarezzo il capo del labrador. «Ti è piaciuto il tramezzino, Sam?»
Lui abbaia e noi scoppiamo a ridere di nuovo, ma improvvisamente veniamo interrotte dai due rintocchi delle campane del paesino. «Cavolo, devo andare, scusa Lily.»
«Ciao, Dorothy, è stato bello conoscerti.»
«Anche per me.»
Le sorrido e, dopo aver recuperato le mie cose, corro via. Non so se sto usando la scusa della scuola per fuggire da questa situazione. Lily sembra davvero una brava ragazza, ma io non posso avere amiche, perché rischio di metterle in pericolo. Non voglio essere egoista, per una volta voglio pensare al bene di chi mi sta accanto.
Dopo un interminabile pomeriggio di corsi extra, afferro la borsa della palestra dall'armadietto e mi dirigo lì. Sono solo a metà strada quando un tuono mi avverte di camminare più veloce, solo che passano appena due secondi prima che inizi a piovere. Cavolo, c'era il sole fino a due secondi fa! Spazientita inizio a correre. I capelli si inumidiscono e il viso si bagna. Sembro sicuramente un pulcino spennacchiato.
«Dorothy?» Una voce profonda, che riconosco subito, nonostante l'abbia sentita per la prima volta solo ieri, attira la mia attenzione. Mi volto e lo vedo a bordo di un fuoristrada nero. Se fino a ieri sera pensavo che in palestra, con tutti i muscoli in vista, fosse sexy, ora devo dire che lo è ancora di più.
«Damon?»
«Ehi, salta su, forza, sei tutta bagnata.»
«Ehm, io...» Resto titubante, di solito non si dovrebbero accettare passaggi da sconosciuti, giusto?
«Tanto andiamo entrambi nella stessa direzione.»
Il suo sorriso mi attrae e temo mi inganni, ma alla fine accetto il suo passaggio. Salgo in auto e lascio la borsa ai miei piedi. «Non sembrava volesse piovere stamattina.»
«Già, ma in questo periodo è sempre meglio andare in giro con un ombrello.»
«Mh. Comunque, grazie.»
«Figurati, almeno così avrò fatto la mia buon'azione della giornata», ridacchia divertito. Mentre procede lungo il viale che ci porterà in palestra, restiamo in silenzio, avvolti solo dal rumore del motore e della pioggia, che nonostante sembrino così diversi, riescono a dare vita a una sinfonia perfetta, un sottofondo rilassante. Potrei restare qui per ore.
Mi volto per osservare il profilo di Damon. I capelli scuri sono scompigliati, gli zigomi e la mascella squadrata gli danno un tono da duro, le spalle contratte e le mani enormi che stringono il volante emanano sicurezza, i tatuaggi che macchiano la sua pelle completano un quadro, come la firma dell'artista sull'opera d'arte.
Lo sento tossicchiare e sogghignare. Cazzo, si è accorto che lo sto fissando! Mi volto di scatto e torno a guardare davanti a me. «Sei piccolina.»
«C-Cosa?» Avvampo.
«Dicevo che sei piccolina per guardarmi in quel modo.»
«Q-Quale modo?», balbetto.
«Come se volessi saltarmi addosso.»
«Io non voglio...» Tossicchio. «E non sono piccolina», concludo piccata.
«Lo sei per me.»
«Eh?»
«Sono più grande di te, Dory.»«Ma c-cosa... Ehm, io...» Per fortuna mi accorgo che siamo ormai nel parcheggio della palestra, così recupero la mia borsa e scappo via. Ma cosa è appena successo? Dio, non posso credere che questa conversazione sia avvenuta davvero. Cerco di calmarmi e di recuperare un po' di lucidità persa per colpa sua.
Non lo stavo guardando in quel modo, vero? Sì, cavolo, lo stavo osservando intensamente, non mi è mai capitato di fissare qualcuno per scovarne i dettagli più nascosti e memorizzarli. Non mi è mai capitato prima di oggi di essere davvero attratta da qualcuno. Ora però non posso scappare, devo affrontare la situazione a testa alta.
Quando ritorna il mio colorito naturale e un po' di coraggio, infilo la tuta e lo raggiungo in saletta. Non faccio in tempo a mettere un piede all'interno che lo vedo intento a fare dei piegamenti alla sbarra. È di spalle e... Porca miseria! Respiro profondamente. Damon è davvero sexy. Tossisco per annunciare la mia presenza e lui torna con i piedi per terra. «Eccoti, piccola Dory.»
«Potresti non chiamarmi piccola?»
«Ti dà fastidio?»
Alzo li occhi al cielo. «Puoi solo smettere di farlo?»
Lui riflette. «Ci penserò.»
Ma guarda te questo. «Allora, oggi che si fa?», cambio argomento.
«Circuito total body, alleniamo quegli addominali, le braccia e le spalle, un po' di gambe sul finale.»
«Niente sacca oggi?»
«No, devi prima rafforzare i muscoli, sei debole.»
Alzo entrambe le sopracciglia. «Non è vero.»
«Sì, invece. Sono io il tuo allenatore e decido io.»Sbuffo. Non ha importanza, basta che sia abbastanza intenso e sfiancante da lasciarmi senza forze per pensare.
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Come il cielo sopra di noi
RomanceDamon è un ragazzo che sembra aver perso ogni speranza nel futuro, fa l'allenatore di pugilato, ma un tempo i suoi sogni erano altri. Quando si ritrova ad allenare Dorothy, una ragazza che sembra essere stata spezzata da qualcosa o da qualcuno, tutt...