Capitolo 30

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Dorothy

«Mamma, posso?» Busso alla porta della sua camera e quando sento la risposta entro. «Come stai?»
«Bene, tu? Come vanno le cose con Damon?»
Le sorrido raggiante. «Molto bene, anche se...» Mi mordicchio le labbra.
«Ehi, che succede?» Mi si avvicina apprensiva.

«Beh, ecco, io gli ho confessato i miei sentimenti, ma lui...» Scuoto la testa. dirlo ad alta voce mi spezzerebbe il cuore.

Mia madre sorride divertita. «Certo che ti ama.»

«Ma non lo dice.» Sbuffo infastidita. In realtà a volte la paura che lui possa non provare i miei stessi sentimenti mi afferra per il collo e mi trascina con sé.

«Ma te lo dimostra.»

Resto qualche istante a pensare a quante cose abbia fatto per me, a quanto mi sostenga e supporta, a quanto creda in me più di quanto lo faccia io stessa. «Già, forse hai ragione, ma non voglio illudermi, aspetto che me lo dica.» Annuisco convinta.

«Va bene. Allora, parteciperai al torneo?» Cambia argomento, è abile in questo.

«Sì, è questo fine settimana e sono molto agitata. Spero che vada bene. Non mi aspetto di vincere, ma almeno di non andare ko dopo qualche minuto.»

«Oh, tesoro mio, Damon dice che sei brava e che te la caverai alla grande. Devi crede anche tu anche tu in quello che fai.»

Storco il naso in una smorfia che fa sorridere mia madre. «Vedremo, ho gli ultimi allenamenti.»

«D'accordo.» Distoglie lo sguardo e si avvicina alla sua scrivania. «Devo dirti una cosa.»

«Di che si tratta? Devo preoccuparmi?» Resto immobile e le fisso le spalle.

«Ho deciso di chiedere il divorzio a tuo padre.»

Resto qualche istante interdetta, non me lo aspettavo, ma poi le vado incontro e la abbraccio. «Questa decisione ti rende felice e serena, mamma?»

«Sì, sapere quello che ha fatto a Maddy mi ha distrutta e ora che mi sto riprendendo voglio farlo davvero e mettere le distanze tra di noi. Mi dispiace, piccola.»

«No, mamma, hai fatto bene, è giusto così. Lui ha distrutto la nostra famiglia quella notte e tu ne hai subito le conseguenze. Voglio che tu stia bene adesso. Io per te ci sarò sempre.»

«Anche io per te, bambina mia. Sei la mia forza e lo sarai ogni giorno fino alla mia morte.»

Non nego che la notizia mi abbia scossa. Non perché non voglia che mia madre riprenda a vivere la sua vita senza di lui, ma perché è stata una decisione inaspettata. Negli ultimi tempi tutto sta cambiando e questo mi fa spaventa. I cambiamenti fanno paura perché dietro essi si nasconde qualcosa che non conosciamo, qualcosa di nuovo, che non abbiamo vissuto fino a quel momento e quando si fanno largo nelle nostre vite possono portare scompigli positivi tanto quanto negativi.

Quando torno di sotto mi scontro con la figura possente di mio padre che sta facendo colazione. Sembra che la notizia del divorzio non lo abbia minimamente scosso e questo mi manda fuori di testa. La mamma è una donna fantastica e lui non ha saputo apprezzarla.

«Oh, la figliola cara si degna di tornare a casa ogni tanto.»
Non rispondo alle sue stupide provocazioni, voglio essere superiore adesso.
«Cos'è, non rispondi, il tuo fidanzatino ti ha mangiato la lingua?»
«Non parlare di Damon, non ne sei degno», sbotto.
«Ah! Ah! Ah! Vale quanto un mio calzino quel povero ragazzino.»
«Tu non sai niente», ringhio tra i denti.

Lui sorride malevolo e mi fa rabbrividire. «Ah, ho trovato della posta per te.» Mi passa delle lettere. «Sono delle università.» Le afferro e le osservo. Sono proprio loro. Mi tremano le mani e le infilo nello zaino, ora non è il momento giusto per aprirle.

Come il cielo sopra di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora