Capitolo 31

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Dorothy

Un dolore lancinante alla testa mi costringe prima a stringere forte gli occhi e poi ad alzare le palpebre con calma. Quello che vedo in un primo momento è una luce bianca, luminosa. Sono per caso in paradiso?

Mugolo dal dolore che provo alla testa e cerco di muovermi, ma il mio corpo è intorpidito. «Dory, sei sveglia?», sussurra mia madre che invade subito il mio capo visivo.

«Che su-succede?», le chiedo con un filo di voce, sono molto confusa.
«Siamo in ospedale.»
«C-Come?» Non capisco, ma pian piano i ricordi dell'incontro tornano alla mia memoria: la ragazza grande e grossa contro cui devo combattere, la tattica, il suo destro, Damon...
«Hai perso l'equilibrio e hai battuto la testa, perdendo i sensi.»
«Oh, che figura di merda», borbotto.
«Sono morta di paura, tesoro, tutti lo siamo. Damon è fuori insieme ai tuoi amici.»
«I miei amici?»
«Lily e Josh, quando hanno saputo si sono precipitati qui subito.»
«Ma... Quanto tempo è passato?»
«Un giorno intero.» Mi porto due dita sulla tempia destra. Credo possa esplodermi la testa da un momento all'altro. «Shh, non sforzarti, ora vado a chiamare il medico, devono visitarti.»

Il dottor Smith mi fa alcune domande, controlla i miei riflessi e mi fa fare alcune analisi.

«Ti terremo sotto osservazione altre 24 ore, poi potrai tornare a casa. Ma qualsiasi fastidio o malessere tu dovessi provare, avvisami.» Annuisco e abbozzo un sorriso. «Fuori ci sono delle persone per te, va bene se le faccio entrare?»

«S-Sì, grazie.»

Pochi minuti dopo ecco che Damon, insieme a Josh e Lily, entrano nella camera. Il mio ragazzo si precipita accanto a me e mi stampa un bacio sul dorso della mano. «Piccola, come ti senti?»

«Confusa», ammetto e sospiro. «Ho fatto una figuraccia.»

«Non dirlo nemmeno per scherzo, ho fatto anche ricorso, sono sicuro che quella ragazza non fosse una dilettante.»

«Non importa, io mi sono distratta...», mormoro e poi sposto lo sguardo verso la mia amica. Non la vedo da quella notte e sono davvero stupita che sia qui, per me.

«Lily...», sussurro il suo nome.

Una lacrima le solca il viso e si precipita tra le mie braccia. «Mi è preso un colpo quando mi hanno detto cosa ti era successo», piagnucola e anche il mio viso è bagnato.

«Oh, Lily, io...»

«Shh, non devi fare sforzi», mi redarguisce, asciugandomi il viso con le sue mani fredde. «Devi riposare.»

Le afferro i polsi e scuoto la testa. «No, io... Devo chie-derti scu-sa... Io... M-Mi dispiace.»

«Per cosa, esattamente?», chiede con timore.

«Non è vero quello che ho detto», un singhiozzo scuote il mio corpo e una fitta alla testa mi costringe a serrare gli occhi.

«Dory, ora riposati, avrete tempo per parlare», si intromette Damon, ma io non ho intenzione di dargli ascolto adesso.

«No. Io... Ho detto delle co-cose bruttissime. Non è vero che noi non siamo amiche. Non è vero. T-Tu sei la mia mi-gliore amica. Sei una persona fantastica. Sei sorrisi, sei buon umore, sei un raggio di sole.» Altre lacrime fanno capolino sulla mia guancia. «Se ho de-tto quelle cose è so-lo perché avevo paura. Paura che potesse succederti qualcosa.» Le afferro una mano e gliela stringo. «Paura che mio padre potesse farti quello che ha fatto a Maddy.» E da questo momento non riesco a fermarmi. Le racconto tutto e in un certo senso lo racconto anche a Josh che è in quella stanza, ma in questo momento è come se ci fossimo solo io a Lily. So che il tempismo sembra assurdo, ma averla vista qui, rendermi conto di quanto lei tenga a me e allo stesso tempo quanto mi sia mancata, mi ha fatto capire che dovevo parlarle.

«Oh, Dory... Tu mi volevi proteggere...», constata e poi appoggia la fronte sulla mia. «Anche tu sei la mia migliore amica. E quello che mi hai raccontato, quello che hai fatto per me, ne è la dimostrazione.»

«Io... Io ti voglio bene, Lily. Davvero tanto. Perdonami.»
«Non devo perdonarti nulla. Ti voglio bene anch'io, tesorino.» Mi sorride tra le lacrime.
«Migliori amiche?», chiedo con un filo di voce.
«Per sempre.» Mi stringe tra le sue braccia e piangendo il mal di testa è aumentato ancora di più. «Ora dovresti riposare.» Annuisco appena. «E tranquilla, tuo padre non potrà farmi del male.»
«Giuramelo.»
«Te lo giuro.»

Lily e Josh lasciano la stanza, mentre Dam resta ancora accanto a me. «Sono così fiero di te.»

Mi mordo il labbro. «Da-vvero? Mi sono fatta mettere ko...»

«Sei stata fantastica e quella ha esagerato, verrà sicuramente squalificata e tu non hai fallito, sei stata una guerriera.»

«Come fai a dirlo se nemmeno mi hai visto?» Tolgo la mano nella sua non appena l'immagine di lui con quella ragazza torna alla mia memoria.

«Ma che dici?»

«Tu non mi stavi guardando, tu stavi parlando con quella! Ti ho visto!» Mi agito e sono costretta a trattenere un gemito di dolore.

«Piccola, calmati, non... Mi sono distratto solo un secondo, poi ti ho guardato. Ti volevo aiutare. Gridavo all'arbitro di fermare l'incontro.»

«Non è vero», scuoto la testa. «Tu troverai una donna, una vera donna e andrai avanti.»
«Ma che dici? Ehi, ehi, ehi, non pensarlo nemmeno.»
«Chissà, forse proprio quella
«Ma che stai blaterando, Dory?»
«Devo riposare, vattene.»
«Chiariamo, ti prego...»

«Vattene!», grido e mi giro sull'altro fianco. Sento ancora la sua presenza alle mie spalle che pian piano si dissolve, poi la porta si chiude e mi lascio andare alle lacrime.

Mio padre ha ragione, Yale mi accetterà e come potrei rifiutare Yale? Andrò lì e nel frattempo lui si troverà una donna matura, con la sua esperienza, che gli darà quello di cui ha bisogno.

Non ha senso proseguire qualcosa che è destinato a morire. 

Come il cielo sopra di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora