Adeline Evans, una ragazza con un passato difficile, ormai ha imparato a sopravvivere, mascherando le sue fragilità.
Tutto cio che le rimane è la mamma e suo fratello, Kai, insieme al loro gruppo di amici.
Tutti loro, sono legati da passati complic...
Accontentarsi di chiunque pur di non restare soli... Se dovessi spiegare a parole l'infelicità lo farei così. -Charles Bukowski.
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Xavier's pov
Mi guardai intorno. Il buiomi stringeva il petto come un laccio stretto, uno di quelli che ti tolgono il fiato lentamente, senza rumore. Le mani mi tremavano, le dita fredde e sporche di terra, mentre le pareti di quel posto senza nome sembravano chiudersi su di me.
Kai era accanto a me. Il suo viso era pallido, gli occhi lucidi e gonfi, pieni di un silenzio che pesava più di mille grida.
Era il primo amico che avessi mai avuto. Lo avevo conosciuto proprio qui, qualche anno, poi ho scoperto che era il mio vicino di casa. Conoscevo anche la sua sorellina. Adeline. La bimba più dolce e forte. Peccato debba anche lei subire suo padre cattivo.
Accanto a noi, altri due bambini. Non parlavano mai. Avevano lo sguardo vuoto.. Come noi, erano solo merce. Scambi. Nessuno meritava di essere lì. Nessuno
Mi chinai verso Kai, cercando di mascherare la paura, ormai lo sapevo fare bene. "Va tutto bene, Kai." Mentii. Per lui. Per me.
Lui annuì piano, ma il tremito nelle sue spalle lo tradì.
Poi la voce. Quella voce.
"Eccoli...la nostra ricompensa."
Mi pietrificai.
Il suono della sua voce era come metallo arrugginito che graffiava il vetro.
Quel bastardo avanzò verso di noi con passo lento, godendosi ogni sguardo impaurito come se fosse un premio. "Vediamo... oggi a chi tocca?" Fece scorrere lo sguardo sui nostri corpi tremanti. "Collins, Evans, Bennett o Reed?"
Kai sussultò quando il suo nome venne pronunciato. "Evans." Lo chiamò con un sorriso. Quel tipo di sorriso che ti fa male allo stomaco.
Il suo braccio si allungò e lo afferrò brutalmente. Kai fu sollevato da terra come un sacco vuoto.
"No!" Mi alzai di scatto. Il cuore mi esplodeva nel petto, ma lo ignorai. "Non toccate Kai!"
La voce mi tremava, ma non abbassai lo sguardo. Lui si voltò verso di me.
"Guarda, guarda..." sibilò. "Collins, il solito bambino che gioca a fare l'eroe. Peccato che sei solo un mostro... come il tuo paparino."
Il sangue mi gelò. Un mostro?
Mi sentii crollare dentro. Avevo sempre pensato che i mostri fossero quelli sotto il letto, quelli delle favole. O quelli con il camice bianco. O mio padre. Non io. Io volevo solo proteggere chi volevo bene. Era questo che facevano i mostri?