Adeline Evans, una ragazza con un passato difficile, ormai ha imparato a sopravvivere, mascherando le sue fragilità.
Tutto cio che le rimane è la mamma e suo fratello, Kai, insieme al loro gruppo di amici.
Tutti loro, sono legati da passati complic...
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Forse vi starete chiedendo dove sono finito. E la verità è che nemmeno io so dare una risposta precisa. So solo che, a un certo punto, mi sono sentito distante da tutto. Mi sono staccato. E chi se lo sarebbe mai aspettato da me, dopotutto?
Io, quello che sorride sempre, quello che scherza, quello che sembra avere la battuta pronta in ogni momento. Amo essere “quello divertente” ma questo non significa che io non abbia i miei problemi.
Ci sono giorni in cui anche io mi sento vuoto, giorni in cui mi pesa respirare.
E tutto a causa di un ragazzo. Forse sono io quello sbagliato, ha ragione.
In questo mondo essere se stessi è difficile, se non impossibile. Lo so bene io.
Perché basta poco per sentirsi giudicati, basta una parola, un gesto, un modo di vivere che non rientra negli schemi. E allora qualcuno avrà sempre da ridire, sempre pronto a definirti come “diverso”.
"Diverso" Lo dicono quasi fosse un insulto. Eppure è quella diversità che ci rende unici. Io non mi vergogno di chi sono. Non più. Ho lottato con me stesso, con la mia famiglia … e alla fine ho capito che non c’è niente di sbagliato nell’amare chi amo.
Il problema adesso è un altro, che non sempre va bene agli altri. Prendete Archer, per esempio.
Ovviamente, non mi piace!
No, okay , non so mentire.
Lui… lui è stato il mio punto debole sin dall’inizio.
Ma Archer non mi vuole. Forse non può. Forse non ci riesce. E questa è la parte che fa più male.
So che io potrei dargli tutto me stesso, che potrei amarlo in un modo che nessuno ha mai fatto… e invece lui resta distante. E allora mi chiedo: cosa c’è di sbagliato in me? E davvero la mia diversità a spaventarlo, o sono io a non essere abbastanza?
Io lo amavo, ma lui non mi amava. Era quella la verità che portavo dentro, anche se facevo finta che non pesasse.
La macchina si fermò davanti alla scuola, o meglio purgatorio. Si, non inferno perché almeno c'è il nostro gruppo di amici, mentre quando non ci sono, è definitivamente un inferno terreno.
Io e Logan scendemmo, e appena vidi nostro padre al volante gli rivolsi un sorriso veloce. "Ciao." Lui annuì e poi ripartì, lasciandoci lì.
Io e Logan ci avviammo verso la solita panchina. Da lontano riconobbi le voci e le risate, c’erano già Kai, Adeline, Alex, Charlotte e Vanessa. Ma ormai da un po' non c'era la presenza di Ivy.