💣Anonimo 💣

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La sconfitta è solo un illusione,
almeno finché non ti divora da dentro.

La sconfitta è solo un illusione, almeno finché non ti divora da dentro

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Non è stato il game over che mi aspettavo.

Anzi, per un istante,un solo, fottuto istante, ho persino provato un senso di sconfitta.
L’ho sentito insinuarsi in me quando Xavier ha fatto irruzione, senza alcun preavviso, con la furia cieca di chi non ha più niente da perdere, dopotutto è così.
L’ho sentito nel preciso momento in cui ha ucciso i miei uomini uno dopo l'altro.
Quando ha incendiato l’intero edificio.
Ha mandato a fanculo tutto il mio piano, di nuovo.

Ma la verità?
La verità è che la sconfitta non fa per me.
Non è mai stata parte della mia natura.

Non sono mai statx unx che perde.

Infatti, anche questa volta, non ho perso.
Può sembrare così, forse agli occhi di chi guarda dall’esterno.
È vero, Adeline è andata via. È fuggita con lui.

Ma la cosa veramente importante... la parte più preziosa...
È ancora con me.

Il diario.

La copia originale.
I miei uomini l’avevano portata a me, come da ordini, mentre a loro era rimasta una replica falsa, una patetica imitazione usata come esca, come minaccia, come ricatto.
Lei ci è cascata.
Credeva che fosse reale.
Ma ora il vero diario, il suo cuore, le sue paure, la sua debolezza, è tra le mie mani.

E questo cambia tutto.

Quel diario è il punto debole di Adeline.
È il riflesso della sua anima spaccata, della sua mente instabile, della sua vulnerabilità.
Ed è mio.
Ogni parola scritta, ogni confessione, ogni pensiero oscuro… è un’arma che posso usare.

Tutti i suoi punti deboli sono tra le mie mani, e io...
Io non vedo l’ora di usarli per manipolarla.
Per muovere i suoi fili.
Per controllarla come una marionetta.

È così dannatamente ingenua.
Così disperata da scrivere ogni cosa su uno stupido diario.
Compresa quella notte.

La notte.

Quella che, se solo qualcun altro venisse a conoscenza di ciò che è accaduto… Xavier sarebbe già morto.
Sarebbe finita per lui.
E sarebbe finita male.

Beh, indovina?
Quella verità ce l’ho io.

Potrei pronunciare una sola parola e guardare Xavier morire, rapidamente, senza dolore, con la semplicità di una parola alle persone sbagliate.
Ma no.
No, non è così che vinco.
Io ho bisogno di sentire la vittoria.
Ho bisogno che bruci.

Ho bisogno di assaporare la soddisfazione di distruggerlo lentamente.
Di consumarlo, pezzo dopo pezzo.
Torturarlo, mentalmente, fisicamente, spiritualmente.
Per giorni.
Per mesi.
Cazzo, forse anche per anni.
Non esiste una fine facile per Xavier, non finché io ho ancora un respiro in corpo.

"Signorx, molti dei nostri uomini sono morti, non credete sia il momento di smettere?"
Le parole di Kyler mi rimbombarono nella mente.
La sua voce, per quanto composta, tradiva il panico.
È vero. Ha ragione, in parte. Abbiamo subito perdite. Troppe.

Ma io non posso smettere.
Non ora.
Non dopo tutto questo.

"Ti stai già arrendendo kyler? C'era un tempo in cui potevi tirarti indietro,  adesso non hai più la possibilità , e sai che se solo uscirai da questo edificio sarai morto in meno di un secondo."

Lo guardai negli occhi.
Erano spalancati.
Incapaci di nascondere la paura.
Nonostante tutto, era ancora solo un ragazzino.
Un ragazzino intrappolato in un gioco più grande di lui.

E onestamente?
Non me ne frega un cazzo.

Lui ha scelto.
Ha detto sì.
Ha voluto far parte di questo.
Adesso è dentro. Fino al collo.

Ed è una pedina fondamentale.
Una delle mie preferite.

"No, non mi sto arrendendo signorx"
La sua voce tremante non riusciva a nascondere la paura.
"Quale è il prossimo piano?"

"Dobbiamo colpire kai"
sussurrai.

"Colpire ivy sarebbe inutile, d'ora in poi il nostro bersaglio sarà Lilith"

Lilith era il vero punto debole di Kai, adesso che è tornata posso approfittarne per colpirlo davvero.

"Lilith?"
chiese lui, sorpreso.

"Si, lei e tu dovrai aiutarmi. Prima però... uccidete il padre di Ivy, col tempo potrebbe ricordare cos'e successo."

Lo dissi senza emozione, scandendo ogni parola come una sentenza. La mia voce era bassa ma tagliente, un sussurro carico di veleno.

Davanti a me, Kyler annuì lentamente, visibilmente teso. Il suo volto era pallido. I suoi occhi, giovani, ingenui, ancora non del tutto corrotti, evitavano i miei. Forse sperava che, se non mi guardava, tutto sarebbe diventato meno reale.

"Si signorx, sarà ucciso questa sera. Qual'e il piano per Lilith ?"

La sua voce tremava appena, ma era sufficiente per farmi sorridere.

Un sorrisetto si disegnò lentamente sulle mie labbra.
Non era un sorriso umano.
Era freddo, tagliente, e sapeva di vendetta.
Spietato come una lama che affonda piano.
Inesorabile come la pioggia che cade sempre sullo stesso punto fino a spaccare la pietra.

Mi alzai in piedi, lasciando che la sedia cigolasse sotto di me, e camminai lentamente verso la finestra.

"Ci sarà da divertirsi"

È quando io mi divertivo, qualcun altro stava per vivere l’inferno.

Beneath The Scars Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora