Adeline Evans, una ragazza con un passato difficile, ormai ha imparato a sopravvivere, mascherando le sue fragilità.
Tutto cio che le rimane è la mamma e suo fratello, Kai, insieme al loro gruppo di amici.
Tutti loro, sono legati da passati complic...
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Kai's pov.
24 dicembre. La vigilia di natale. A volte mi chiedo perché prolungare una patetica festa così tanto. Non vi bastava lo strazio del natale?
Odio tutte le festività. Non sono altro che un pretesto per stare insieme, scambiarsi regali inutili e sedersi a tavola sorridendo come se la vita non facesse schifo. E io odio stare a contatto con troppe persone.
Questa sera ci sarà il cenone con tutto il nostro gruppo. Farei qualsiasi cosa per loro, ma festeggiare qualcosa in cui non credo mi manda fuori di testa.
Dall'ultima volta che ho visto Lilith, le cose con Ivy stanno andando piuttosto bene, nonostante la madre che rompe il cazzo. La sto aiutando con il cibo e con tutte quelle stronzate. Ma continuo ad avere la sensazione di aver mancato qualcosa.
Devo parlare con Lilith. Non pensate che sia per chiederle scusa, anzi.
Grazie a Liam - che, ogni tanto, sa davvero essere utile - ho avuto il suo indirizzo. Bussai ancora una volta alla sua porta. Niente. Provai a trovare le chiavi sotto il tappeto, gesto fin troppo stupido, ma comune, e sinceramente? Da Lilith me lo aspetterei.
Dopotutto è stupida.
Ovviamente, le chiavi erano lì.
Le presi, aprii la porta ed entrai in casa. Era silenziosa, sembrava vuota, ma una voce sommessa attirò la mia attenzione.
Mi mossi in direzione del salotto e appena superai il divano, una figura si alzò di scatto e mi puntò una pistola contro. Sembrava vuota. O almeno lo pensavo, finché non sentii una voce bassa, quasi un sussurro.
Mi mossi verso il salotto e lo vidi. Un ragazzo, con la pelle color marrone, in piedi davanti al divano. Indossava una veste da preghiera, suppongo. Nelle mani, però, teneva una pistola. Puntata dritta verso di me. Con la calma di chi tiene in mano un telecomando, non un'arma.
Chi cazzo è? È soprattutto da quando si prega con me pistole?
"Ma che cazzo?" mormorai, aggrottando le sopracciglia.
"لا أستطيع حتى أن أصلي بسلام,"
disse, in arabo, credo, con un tono quasi esasperato. Poi aggiunse in perfetto inglese, con voce bassa e calma, come se non mi stesse puntando una pistola. "E tu chi sei?"
/Non posso neanche pregare in pace/
"Sul serio hai una pistola vicino quando preghi? E chi cazzo sei tu?" risposi, confuso, incrociando le braccia al petto.
La vera domanda è.. Perché cazzo c'è un uomo in casa di Lilith?
"Sono io quello che fa le domande," ribatté lui, fissandomi. "Sei tu entrato a casa mia. Chi cazzo sei, e perché sei qui?"