اديلين .38

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Un giorno, Abù, le cose cambieranno.
-Aladdin

Adeline's pov

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Adeline's pov.

Stringevo forte le mani intorno al suo collo, cercando di non cadere, anche se sentivo le sue braccia ferme e sicure che mi tenevano stretto: una avvolta attorno alla mia schiena, l’altra a sostenere le mie gambe. Mi faceva sentire protetta, come se nulla potesse farmi male finché ero così.

Si, cazzo, sono ubriaca, anche tanto se penso queste cose. Sopratutto con lui.

Spostai una mano e iniziai a giocherellare con i suoi ricci biondi. “Wow, ma sono davvero così ricci belli?”
ridacchiai, poggiando il viso nell’incavo del suo collo per non scoppiare a ridere.

“Adeline, smettila di toccarmi i capelli” sentii il suo sospiro leggero, e alzai gli occhi al cielo annoiata dal suo essere noioso, così gli diedi un morso sul collo come se fossi un vampiro.

“Xavier, non fare il noioso!” gli diedi un leggero schiaffetto sulla spalla, poi scoppiò una risata. 
“Sembra che sono su un grattacielo, wiii!” 
Lo sentii ridacchiare e rispose con calma, “Sei semplicemente tu bassa, Adeline.” 
Gli lanciai un’occhiataccia così intensa che sembrava potessi ucciderlo. 

“Io. Non. Sono. Bassa.” scandii con fermezza, prima di sentire il corpo cedere e affondare su qualcosa di morbido. 
“Stupido!” sussurrai, mentre cercavo di riprendermi. 

Mi guardai intorno e riconobbi subito la mia stanza d’albergo. “Ah,” mormorai, un po’ sorpresa.

Xavier si chinò su di me, sistemandomi delicatamente le coperte sulle spalle con un gesto quasi paterno. I suoi occhi incrociarono i miei per un attimo e sentii un’inaspettata calma scendere dentro di me.

Si alzò lentamente e si diresse verso la porta, ma prima che potesse uscire, lo bloccai con un leggero tocco sulla maniglia. 
“Non andare,” dissi, la voce più fragile di quanto avrei voluto ammettere.

Lui si fermò, voltandosi verso di me. 
“Devo andare.” rispose con calma, senza fretta.

Scossi la testa, cercando di mettere da parte l’orgoglio. “Ho paura, non voglio state sola.” ammettei, più a me stessa che a lui.

Dopo qualche secondo di silenzio, sentii il suo corpo tornare indietro e sedersi  sul letto accanto a me. 
“Bene, ora sei felice?” mormorò.

“Noo, non ho sonno!" risposi, ma non avevo alcuna intenzione di dormire.

Mi alzai in un attimo, appoggiandomi con le mani sulle sue spalle e, senza pensarci troppo, mi misi a cavalcioni su di lui. 
“Posso colorarti i tatuaggi?” Dissi eccitata.

“Non ci penso neanche,” disse lui con un sorrisetto, scuotendo la testa mentre cercava di evitare il mio sguardo insistente.

“Dai, solo un po’,” insistetti, avvicinandomi di più, appoggiando delicatamente una mano sul suo braccio, cercando di ammorbidirlo. “Sarà divertente, ti giuro.”

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