Capitolo 5

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Dopo pochi secondi alzai lo sguardo e il ragazzo continuò a fissarmi imperterrito. In realtà sembrava essere soprappensiero.

"Mi chiamo Agatha." sussurrai allungando la mano.

Tentai di farlo risvegliare dai suoi pensieri, mi sentivo in imbarazzo come mai.

"Io mi chiamo Rich." disse stringendomi la mano.

Non disse nient'altro, ma continuò a fissarmi. Abbassai lo sguardo ancora una volta.

Ad un certo punto sentii una risatina silenziosa provenire da lui. Cosa aveva da ridere? Lo fissai assottigliando gli occhi.

"Perché ridi?" chiesi spazientendomi.

Catherine rimase in silenzio ad osservare la scena.

"Non sto ridendo." rispose sfacciatamente.

"Sì, stai ridendo di me." precisai.

"Hai ragione. Lo confesso." rispose ridendo.

"Ma a che gioco stai giocando?" gli chiesi con un tono tutt'altro che gentile.

"Hey, calmati."

Non gli risposi, semplicemente lo ignorai: non poteva prima sbeffeggiarsi di me e poi dirmi di stare calma.

"Sei arrabbiata?" domandò.

Chi gliel'aveva data tutta quella confidenza? Fino a prova contraria mi ero solo presentata.

"No, sono felice di essere derisa da uno sconosciuto. Era il mio sogno ed ora l'ho realizzato, grazie mille." risposi acida.

"Mi congratulo per il sarcasmo, ma io non stavo ridendo di te."

"Ti ascolto." risposi, cercando di metterlo in difficoltà.

Lo fissai per metterlo in soggezione, ma sembrava perfettamente a suo agio. Ad un tratto quel viso mi ritornò alla mente...io avevo già visto quel ragazzo.

"Pensavo-" lo interruppi, dando libero sfogo ai miei pensieri.

"Ti ho visto già da qualche altra parte." affermai.

"Lo so." rispose compiaciuto.

Attesi la risposta completa: dove l'avevo incontrato? Ma lui continuò a guardarmi senza dire nulla, voleva che glielo domandassi direttamente.

"Dove?" chiesi con un tono che si utilizza con i bambini.

"A scuola. Sei all'ultimo anno di High School, ti chiami Agatha Moore."

Quella risposta così specifica mi lasciò sorpresa.
Probabilmente la mia faccia assunse una mimica piuttosto strana, infatti mi diede una spiegazione.

"Ti vedo ogni mattina." fece spallucce "Per questo ti stavo fissando, cercavo di capire dove ti avessi già vista."

Feci un respiro di sollievo, mi ricordai improvvisamente di lui.

"Allora devo averti visto nei corridoi." affermai.

Inoltre lo incrociavo quasi ogni giorno al bar della scuola.

"Pensavo che non te ne ricordassi."

"Certo che mi ricordo." dissi, cercando di non aggiungere altro.

Abbassai lo sguardo.
Anche io lo fissavo ogni tanto a scuola, mi incuriosiva, ma non ne conoscevo il motivo.
Ricordo che avrei voluto scambiare qualche parola con lui, ma poi ci ripensavo ogni volta. Avevo come l'impressione che qualcosa continuasse a sfuggirmi.

"Cosa ci fai qui?" chiese.

"Lunga storia...complicata." affermai imbarazzata.

"E non ti va di raccontarlo, giusto?" scossi la testa e lui annuì, sussurrando un "Okay..."

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