Quando mi svegliai sentii di stare già meglio.
Un lama di luce colpiva il mio volto infastidendomi, così mi sedetti. Aprii gli occhi e mi voltai verso Rich, ma non lo trovai nel suo sacco a pelo. Mi alzai il più velocemente possibile e mi diressi nell'altra camera."Rich?" lo chiamai ad alta voce.
Non ottenni una risposta e osservando bene la casa, mi resi conto di trovarmi da sola. Così mi affacciai alle finestre, sperando di trovarlo all'esterno, ma non fu così.
Ero ancora stordita dalla notte appena passata in balia della febbre, perciò provavo ancora un senso di stanchezza. Mi sedetti sul mucchio di paglia accanto all'entrata, quello su cui mi ero addormentata la notte precedente, cercando di mantenere la calma e non stressarmi più di quanto già fossi. Supposi che fossero le undici di mattina ma subito cominciai a chiedermi se Rich fosse in pericolo.
E se i suoi 'amici' lo avessero trovato? Ad un certo punto mi venne in mente l'idea di avventurarmi alla ricerca di Rich, ma immediatamente mi ero resa conto di non poterlo fare. Gli avevo giurato che non sarei uscita da lì senza avere un modo per proteggermi o almeno difendermi. L'unica cosa che potevo fare era aspettare.
Dopo ore di pensieri struggenti, mi accorsi che la porta si stesse aprendo. Durante tutto questo tempo dei flashback del nostro passato, mio e di Rich, si erano infilati nella mia mente. Fino a poco prima stavo passeggiando su e giù per la stanza, ora ero immobile davanti all'entrata.
"Rich!" esclamai, quasi gridando e saltandogli letteralmente addosso.
Notai la sua espressione sorpresa, forse non si aspettava che io lo stessi aspettando con questo stato d'animo terribile. Al momento mi stavo godendo questo abbraccio affettuoso, era tutto ciò di cui avevo bisogno. Rimanemmo abbracciati per un tempo che per fortuna sembrò interminabile, poi ci staccammo. Rich mi fissò per qualche istante.
"Ma che cosa hai fatto?" domandò perplesso.
Dovevo avere un aspetto orribile: occhi rossi, guance rigate dalle lacrime e probabilmente anche i capelli scompigliati. Comunque avevo avuto la febbre durante la notte e non potevo essere al meglio quel giorno.
"Ero preoccupata per te. Dopo tutte queste ore passate ad aspettarti mi sono autodistrutta mentalmente. Pensavo che ti fosse accaduto qualcosa e io...io non lo so, ho cominciato seriamente ad avere paura per te. Il problema era che non potevo nemmeno uscire di casa, tu non vuoi, e non potevo nemmeno venirti a cercare. Sono rimasta qui senza poter fare nulla e i pensieri mi colpivano continuamente e non riuscivo a fermarli e...mi dispiace." dissi.
"Agatha, no. Se mai dovesse accadermi qualcosa, tu che fine faresti? Fino a che punto riusciresti a distruggerti?"
"Ultimamente è come se stessi sanguinando dentro...questa situazione mi ha aperto tante ferite che ora non riesco a richiudere.
E tu sei una di queste. Sei la peggiore, ma quella che preferisco allo stesso tempo.""In questo momento devi riuscire a resistere anche sapendo di lasciar andare tutto quello che hai. Sono venuto a conoscenza che ti stanno cercando, ci stanno cercando, e sono ovunque" precisò "...e non so per quanto ancora riusciremo a nasconderci dalla Lega Nera."
Prima che potesse riprendere fiato, cominciai a parlare io.
"Dove sei stato tutto questo tempo? E come fai a saperlo? Chi te lo ha detto?" lo inondai di domande.
Mi allontanai lentamente, giusto un passo indietro, mi venne spontaneo.
"Non penserai che io sia tornato dalla Lega Nera! Sono andato a trovare un mio caro amico e gli ho chiesto di parlarmi un po' della situazione attuale. Inoltre mi sono informato sulle zone che al momento per noi due sono le più pericolose e...non devi sospettare di me in questo modo. Mai." mi spiegò facendo un passo avanti.
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The Amulet
Viễn tưởng[ COMPLETA ] Il tempo sembrava essersi fermato da quando i suoi genitori erano deceduti prematuramente, lasciandola in balia di famiglie adottive che non desideravano una bambina di otto anni. Compiendo diciott'anni spera che il periodo buio dell'ad...