Capitolo 20

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"Ti prego lasciami andare." lo implorai esausta.

"Agatha, io ti voglio aiutare a fuggire." affermò spiazzandomi.

Solo qualche ora prima mi teneva rinchiusa in una camera ed ora mi voleva aiutare ad andare via di lì?

"Cosa?" mi uscì senza che me ne accorgessi.

"Non ho tempo per spiegarti, le cose si sono messe male e tu devi fuggire da qui. Ora non puoi rimanere, almeno finché non risolverò la situazione. C'è una porta magica alla fine di questo corridoio, vi condurrà all'esterno." disse, guardandosi attorno con fare ansioso.

"Come faccio a fidarmi di te?"

"Preferisci morire o passare oltre quella porta?" chiese retoricamente.

"Vogliono...uccidermi?" domandai come se fino a quel momento avessi sempre evitato di pensare a quella possibilità.

Il demone interruppe il contatto visivo e intuii la risposta. Sospirai. Non potevo far altro che fidarmi, ero costretta ad attraversare quella porta.

"Va bene." risposi, scuotendo la testa.

Non ero convinta ma non avevo alta scelta.

"Ora aprirò la porta e voi dovete correre per superarla, dovete fare in fretta o vi prenderanno." affermò.

Detto ciò lo sorpassai, tornando furtivamente presso il mio gruppo.

"Al mio segnale correte e seguitemi." sussurrai ad una ragazza che si trovava accanto a me.

Mi guardò sorpresa, ma subito lo riferì agli altri. Vidi i ragazzi sussurarsi discretamente a vicenda quelle parole e ben presto la notizia arrivò anche all'orecchio di Iris.
Ogni tanto qualcuno si girava e mi fissava.

"Va bene, ci arrendiamo." disse Iris infine.

Subito iniziai a correre verso il corridoio e trovando la porta magica aperta, la attraversai senza pensarci troppo: non mi voltai nemmeno. Il demone non era più lì, probabilmente si era allontanato per non finire nei guai.

Mi ritrovai immediatamente in un bosco e, avanzando ulteriormente, si infittì complicando il suo attraversamento. Fui costretta a rallentare leggermente per spostare foglie e rami al mio passaggio. Il suono del fruscio della natura che urtava contro il mio corpo e il mio respiro pesante avevano iniziato a contaminare quel silenzio che regnava. Continuavo a correre senza curarmi di controllare che tutti mi stessero seguendo: avevo paura di voltarmi e scoprire di essere sola o addirittura vedermi inseguita dai componenti della Lega Nera. Solo in quel momento mi resi conto che fosse pomeriggio.

Per fortuna dopo qualche minuto Iris ed il suo gruppo si affiancarono a me e, anzi, mi superarono. Così mi ritrovai a seguire loro che sembravano essere in grado di orientarsi, nonostante fossi completamente ignara del luogo in cui ci saremmo diretti. Ma finalmente giungemmo presso una zona dove traspariva più luce attraverso gli alberi, lì ci fermammo ed iniziammo a camminare.

"Perché siamo venuti fin qui?" domandai ad Iris che però non mi sentì o forse mi ignorò.

La ragazza si allontanò come se non fosse a conoscenza della mia esistenza. Nel frattempo tentai di riprendere fiato: non avevo mai corso talmente tanto, eppure la paura mi aveva fatto smuovere.

"Aspetta e vedrai. Comunque io mi chiamo Estella." rispose la ragazza a cui prima avevo riferito il messaggio al riguardo della fuga.

"Io mi chiamo-" mi interruppe.

"Agatha, lo so." mi rivolse un sorriso rassicurante.

Eppure la cosa mi inquietava.

"Come fai a sapere il mio nome?" domandai sorpresa.

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