Capitolo 31

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Passai la notte nel peggiore dei modi: mi svegliavo continuamente di soprassalto e non capivo in modo chiaro cosa accadesse intorno a me. Quando per l'ennesima volta mi svegliai, decisi di parlare con Rich per cercare di uscire da questo orrendo stato di confusione.

"Rich, cosa mi sta accadendo? Non mi ero mai sentita in questo modo prima..." cominciai a fissarlo.

"Stai tranquilla, sono sicuro che tra qualche ora ti sentirai già meglio." cercò di rassicurarmi, ma avevo sentito troppe volte quelle parole ed oramai non vi credevo più.

"Non è solo febbre Rich, è la seconda volta in poco tempo e...voglio sapere cosa mi stia accadendo." affermai.

Dopo qualche secondo di esitazione si avvicinò a me e sussurrò, come se qualcuno ci stesse spiando, il che non mi avrebbe sorpresa più di tanto.

"Penso che questa sia la febbre dovuta ai tuoi poteri." disse.

"Cosa intendi?" riuscii a malapena a chiedere.

Sentivo di avere la bocca asciutta, così cercavo di tenerla chiusa il più a lungo possibile.

"Quando i poteri non si sviluppano entro i due anni di età, di solito lo fanno a diciott'anni e per compiere questo devono manifestarsi sotto i sintomi che stai chiaramente riportando tu."

"Mhh..." non riuscivo più a parlare, mi sentivo già affaticata e a breve sarei tornata a dormire, se così si poteva definire.

"Ma tu non preoccuparti, domani ti spiegherò tutto meglio e...ora riposati." affermò, accarezzandomi dolcemente la guancia con il dorso della mano.

Fu così che tornai nel mio buio a riflettere, a fare incubi e a stare male, ovvero tutto quello che facevo ogni singolo giorno della mia vita.

Udii una strana voce, come un canto che mi attirava da qualche parte. Aprii gli occhi e mi ritrovai in un luogo luminoso, arioso e nebbioso. Una luce bianca e accecante, come quella che si può riconoscere durante i giorni in cui il cielo di Londra è nuvoloso, si rifletteva ovunque. Mi alzai dalla posizione accovacciata e cominciai a seguire quel suono. Mi resi conto di star camminando su un prato che però non era dotato di erba, ma solo di terra ed immense radici di cui non riuscivo a riconoscere il proprio arbusto. La nebbia che si era diffusa intorno a me non mi permetteva di avere una buona visuale, in un certo senso stavo camminando senza sapere dove andare nè il motivo. Il canto era sempre più limpido e potente, mi stavo avvicinando a quella persona o cosa che lo emetteva. Ben presto riuscii anche a riconoscere delle parole, recitava: "Del nostro aiuto avrai bisogno, quando il buio ti si sarà celato intorno."

Cosa voleva dire? Continuai a camminare imperterrita e sempre più curiosa, stranamente non provavo paura o ansia e questo mi faceva star meglio di quanto mi fossi sentita nell'ultima settimana. Ad un certo punto scorsi un potente bagliore rosso, provocato chiaramente da un incendio. Indietreggiai, finché non mi accorsi che tra quelle fiamme si trovasse una persona che stava bruciando viva.

Ero chiaramente nel panico e non sapevo come gestire la situazione. Al momento non avevo nulla per estinguere l'incendio e probabilmente non sarei riuscita ad orientarmi per cercare aiuto. Ad un tratto le fiamme si spensero e rivelarono una ragazza bellissima. Aveva lucenti capelli rosso fuoco, occhi marroni di una sfumatura dorata e la pelle rosea. Indossava un semplice abito lungo marrone la cui gonna aveva una sorta di spacco rotondeggiante sul davanti.

"Ciao Agatha, io mi chiamo Evie e rappresento il fuoco." affermò la ragazza.

"Non capisco..."

La sentii ridacchiare in modo molto composto.

"Vieni, facciamo una passeggiata." propose, facendomi un gesto con la mano per spingermi ad avvicinarmi a lei.

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