Capitolo 12

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Entrai e socchiudendomi il cancello alle spalle, mi avventurai in quella palazzina che dall'esterno aveva un colore piuttosto eccentrico. Era di un arancione, quasi rosso.
Salii le scale fino al primo piano, poi mi ritrovai dinanzi a tre porte che erano ben distanziate tra loro. Ad un tratto vidi la porta centrale aprirsi e il viso di Rich apparire.
Uscì e venne incontro a me.

"Perché non mi hai detto che tu sei il mio migliore amico?" chiesi, guardandolo dritto negli occhi.

Dicendola in quel modo, la frase suonava alquanto strana.

"Io te lo stavo per dire, ma non trovavo il coraggio di farlo e-" lo interruppi.

"E così non mi hai risposto al cellulare per tutta la giornata." conclusi infreddolita.

"Già, mi dispiace. Sono stato uno stupido."

"Rich, non basta scusarsi. Hai cercato di mandare all'aria molti anni di amicizia, ti rendi conto?" ribadii "Perché lo hai fatto?" chiesi delusa dal suo comportamento.

"Non è come pensi tu, non volevo sembrare un altra persona. Oggi te lo volevo dire..." cercò di giustificarsi.

"Allora perché non mi hai detto subito chi fossi? Sei cambiato così tanto in questi anni che non ti ho riconosciuto ed anche adesso mi sembra impossibile che tu sia Rich Pert, il mio migliore amico." affermai.

"Anche tu sei cambiata molto ed è per questo che ti fissavo a scuola e...anche quel giorno quando ci siamo incontrati dall'avvocato. Non ero sicuro che fossi tu, ma quando mi hai detto il tuo nome ho capito." mi spiegò.

Solo sentir nominare 'avvocato' riferito a Lewis, mi fece venire i brividi.

"Ma perché non me lo hai detto?" continuai dato che non mi rispondeva.

"Volevo provare una mia teoria." rispose esitante.

"Quindi tu non me lo hai detto perché volevi fare un esperimento?" chiesi alterandomi.

"Era a fin di bene e non lo definirei un esperimento, affatto."

"Non mi ricordavo che fossi così spregevole." sputai tutto il mio disprezzo.

Mi pentii subito di aver utilizzato quella parola così dura con lui, ma non riuscivo veramente a comprendere il suo comportamento è ciò mi aveva ferita. A quel punto mi girai per uscire dal palazzo e cominciai a dirigermi con passo veloce al cancello d'entrata.

"Agatha! Aspetta!" gridò per interrompere la mia camminata furibonda.

Lo sentii seguirmi con passo veloce.

"Rich non voglio parlare con te!" esclamai senza nemmeno girarmi.

"Agatha, fammi spiegare!" continuò a gridare.

Prima di uscire, mi fermai e mi girai verso di lui.

"Penso che tu abbia detto e fatto già abbastanza." affermai.

Aprii il cancello che prima avevo socchiuso ed uscii, trovandomi nel mezzo di un temporale.
L'aria non era più pungente, ma umida.

"Agatha! Sta piovendo, dai vieni, non fare l'immatura!"

Pur di allontanarmi da lui ed andare a casa, cominciai a camminare sotto la pioggia.
Ad un certo punto sentii che mi afferrò il braccio, fermandomi. Eravamo immobili sotto la pioggia a fissarci. Io lo guardavo con disprezzo, mentre lui aveva uno sguardo dispiaciuto.

"Rich che altro vuoi?" gli chiesi, sentendomi ferita.

"Voglio che mi ascolti." affermò.

"Lasciami." dissi a denti stretti.

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