Capitolo 37 • Epilogo

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Vidi tutto come un sogno, non avevo più controllo sul mio corpo, ero rinchiusa solo in un luogo oscuro. Lì potevo respirare, tossire, urlare e piangere, ma nulla mi faceva stare meglio.

Sentivo continuamente il dolore che si prova quando si viene soffocati, all'infinito. Non riuscivo a placarlo, volevo morire, anche se in realtà a quanto pare ero morta.

Non capivo dove mi trovassi, era l'Inferno Perché non me lo sarei mai immaginato così, a rivivere i tuoi ultimi attimi di vita all'infinito.
E in fondo perché dovevo trovarmi all'Inferno se non avevo commesso nulla di male?

Ero in una sorta di bivio, sembrava di trovarsi in un sogno ma non sapevo come uscirne. Non potevo produrre suoni, ma potevo respirare, quella era l'unica cosa di cui avevo il controllo. Cominciai a fare respiri profondi, notando che le mie mani tremassero terribilmente e che il mio cuore fosse fermo: come sul punto di esplodere, ma immobile in quella frazione di secondo. Volevo colpirmi il petto per permettere che il mio cuore si sbloccasse, ma non vedevo nulla e di certo non ero nel mio corpo. Era tutto una sola e grande sensazione, come uscirne?

Ad un tratto udii un urlo straziante che mi fece balzare: era Iris che gridava il mio nome.

Essendo spaventata il mio cuore fece un salto e probabilmente ricominciò a battere. Cominciai a sentire qualcosa di leggero battermi sul petto, ma non riuscivo a identificare cosa fosse.

Aprii gli occhi e vidi il cielo inondato di nuvole nere. Mi alzai di scatto come per allontanarmi da dove mi trovavo, ma persi l'equilibrio e caddi solo un metro più in là. Ero appoggiata sui gomiti e mi sospinsi lontano con le gambe anche se ancora non riuscivo a mettere a fuoco nulla, stavo muovendo solo il corpo senza vedere niente. Mi toccai il collo, e cercai di dire qualcosa, facendomi uscire solo un verso strozzato. Caddi supina e rimasi in quella posizione a tremare come non avevo mai fatto.

Ad un tratto tornò la mia sensibilità alle punte delle dita, così cominciai a sfregarle sul suolo, afferrando della terra e stringendola in pugni.
Sentivo che quel contatto stava riuscendo a calmarmi, così feci un respiro profondo e provai una sensazione di liberazione che quasi mi spaventò per quanto apparve piacevole.

Tutto il senso di oppressione era sparito d'un tratto ed io mi sentivo così leggera. Risi e stranamente riuscii ad ascoltare la mia voce, aprii gli occhi di scatto. Dove mi trovavo?

Vidi Iris.
Era accanto a me.
Era seduta sul niente.

Mi sedetti improvvisamente e la vidi piangere dalla gioia.

"Mio Dio, pensavo fossi morta." disse con il respiro strozzato dalle lacrime.

"Che diavolo sta succedendo?" provai a chiedere io impaurita.

La mia voce era bassissima.

Vidi Iris guardarsi attorno e notai che fossimo a pochi metri d'altezza dal suolo, fluttuando in perfetta armonia.

Guardando in basso potei vedere la scena della battaglia, ma tutto era immobile.

"Non so cosa tu stia facendo, ma...è strabiliante." disse le ultime parole con un filo di voce.

"Stiamo volando?" Iris annuì, trattenendo le lacrime.

"Io ho...fermato il tempo? Tutto e tutti sono immobili, non si muove nemmeno una persona, un animale, una pianta...Che diavolo ho fatto?" domandai terrorizzata.

"Ci stai salvando, ecco cosa hai fatto." affermò Iris prendendomi le mani.

"No, io...no!" non riuscivo nemmeno a pronunciare una frase di senso compiuto.

Prima che potessi dire qualcos'altro Iris mi interruppe "Agatha guardami," disse con tono duro "ora guarda cosa hai fatto, capisci questo che vuol dire?"

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