Capitolo 29

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Mi bloccai quando udii quella domanda. Non si meritava questo, nessuno dei due se lo meritava, ma non potevo sentirmi costretta a dargli una risposta subito.

Aveva gli occhi tristi e un po' lucidi. Così scuri e così colmi di emozioni, mi raccontavano ogni cosa su di lui.

"Suppongo sia così." dovetti rispondere "Ma tu sai che non posso smettere di volerti bene, anche se sono confusa riguardo noi."

Mi sentivo distrutta, non volevo ammettere che la nostra relazione fosse finita, per ora saremmo rimasti amici, migliori amici. Forse era meglio rimanere così, smettere di pensare a quello che saremmo potuti essere e che in realtà non eravamo. In quel momento avrei voluto solo poterlo stringere a me in un tenero abbraccio, consolandoci a vicenda, ne avevo bisogno.

"Okay, lo capisco." disse debolmente "Mi perdonerai? Dopo tutto quello che ho fatto non sono più sicuro che tu ne abbia le intenzioni."

Cominciò a scoraggiarmi, facendomi tutte quelle domande le cui risposte erano complicate, almeno per me.

"Rich..." dissi sospirando amaramente.

"Va bene, scusa." disse ridacchiando.

Mi faceva sorridere il pensiero che la nostra conversazione si stesse alleggerendo grazie alle sue risate.

"Perché ridi?" chiesi, facendomi contagiare dalla sua risata.

"Abbiamo certe facce...sembra che non ci rivedremo mai più, invece siamo migliori amici. È così...stupido." affermò sorridendo.

"Sì, hai ragione." ridacchiai "Non serve ancora etichettarci, basta sapere che ci vogliamo bene e che faremmo tutto l'uno per l'altra."

"Esatto, il resto verrà col tempo."

Passammo tutto il pomeriggio a ridere e scherzare, dimenticando la conversazione scomoda che avevamo avuto poco prima.

Ad un tratto vidi Estella da lontano dirigersi verso di noi.

"Credo che sia giunto il momento di chiarire con mia sorella." annunciai poco entusiasta.

"Vai pure, non preoccuparti."

"Tu aspettami qui, va bene?" chiesi.

"Uhm...sì..." rispose poco convinto.

Al momento non avevo tempo di battibeccare, così lasciai stare quella sua strana risposta. Gli diedi le spalle ed esitai prima di cominciare a raggiungere Estella, tornai a guardare lui.

"Rich." mi guardò confuso.

Mi diressi verso di lui e lo strinsi a me bisognosa di un abbraccio. Lo strinsi come se quella sarebbe stata l'ultima volta, lui mi accarezzò la testa e ricambiò allo stesso modo.
Trovarmi tra le sue due braccia forti mi faceva sentire al sicuro, la corporatura era sempre la stessa, solo il suo aspetto esterno era diverso dal Rich che conoscevo da sempre.

Sciogliemmo l'abbraccio e raggiunsi Estella che si era allontanata senza aspettarmi.

"Iris ti sta aspettando, ha chiesto di vederti nel bosco e non davanti a tutti. Non voleva che qualcuno si impicciasse...seguimi." disse, freddamente.

"Estella mi dispiace, ma Rich è il mio migliore amico e lo è sempre stato. Perciò mi fido di lui."

"Capisco, ma questo non cambia il fatto che faccia parte della Lega Nera." affermò, abbandonando quel tono severo.

"Quindi tu mi appoggi?" chiesi speranzosa.

"Ci ho riflettuto sopra e non penso che tu sia una di quelle persone che si fanno fregare così facilmente, anche se potrebbe essere una montatura architettata anni fa per raggiungere questo scopo."

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