Mi trovavo in una camera buia e guardandomi attorno notai che l'unica cosa presente in quel luogo fosse l'oscurità. Dove mi trovavo?
"C'è qualcuno?" domandai timorosa.
La mia voce rimbombò in quel luogo che sembrava infinito. Non ricevetti alcuna risposta, così cominciai a camminare, ma senza una meta precisa. Feci un passo dopo l'altro, scorgendo all'orizzonte nient'altro che l'oscurità. Il rumore dei miei passi era l'unico suono lì presente. Avanzavo e avanzavo, ma non giunsi a nulla. Avrei mai raggiunto qualcosa?
"C'è qualcuno?" provai nuovamente a chiedere.
Improvvisamente sentii un fuscìo accanto a me. Mi volta di scatto, ma non notai nulla.
"Chi c'è?" chiesi mentre il mio battito cardiaco iniziava ad accelerare.
Sentii un'altra volta quel fruscìo alle mie spalle. Mi voltai e allungai le braccia cercando di prendere quel qualcuno che al momento mi stava terrorizzando e mi ritrovai tra le mani qualcosa che mi sfuggì immediatamente.
"So che sei qui. Cosa vuoi? Chi sei?" chiesi, girandomi continuamente su me stessa.
"Agatha." sentii chiamare il mio nome.
"Agatha!" qualcuno esclamò con più potenza.
"Agatha svegliati!"
Aprii immediatamente gli occhi e mi sedetti di scatto. Avevo il battito accelerato ed ero terrorizzata. Mi guardai attorno confusa e con mio grande sollievo, mi resi conto di trovarmi nella tenda. Accanto a me vi erano Iris ed Estella che mi fissavano con sguardo preoccupato.
"Agatha, stai bene?"
"Cosa è-" venni interrotta.
Avevo il fiato corto.
"Hai fatto un brutto sogno e stavi gridando ad alta voce, così ti abbiamo svegliata." disse mia sorella.
"Oh...beh grazie." affermai "Mi capita spesso..." mormorai soprappensiero.
"Che cosa sogni?" chiese Estella curiosa.
Esitai prima di rispondere.
Notai Iris lanciarle un'occhiata di disappunto."Le mie paure, di solito." fissai Estella.
Mi guardò cercando di comprendere meglio ciò che intendessi.
"Per esempio vedo morire i miei genitori." le spiegai con tono deciso.
Non avevo intenzione di raccontarle tutta la dinamica dei miei incubi, ovvero dell'incendio e della mia famiglia adottiva. Quest'ultimo sogno non era nuovo e solitamente non riuscivo mai a terminarlo, del resto come anche questa volta. Avevo sentito una voce chiamarmi, sembrava quasi quella mia madre, ma non potevo dirlo per certo. Stranamente non avevo dimenticato la sua voce.
"Mi dispiace, non immaginavo..." rispose, mostrando il suo imbarazzo.
Abbassai lo sguardo e dopo pochi secondi uscii dalla tenda senza dire nulla. Cominciai a camminare, finendo per fare una passeggiata distratta dai miei pensieri.
Mi domandavo come si stesse svolgendo la vita di Catherine e Rich nel mio mondo senza la mia presenza. Forse soffrivano, forse si erano abbandonati all'idea che fossi scomparsa o...morta. Del resto la vita non era semplice nemmeno lì, ma avrei preferito rimanere in tranquillità, se così si poteva definire: in confronto a quello che stavo vivendo, lo era sicuramente.
Scossi la testa come per scacciare quei pensieri dalla mia mente, al momento avevo solo bisogno di dimenticare ciò che sarebbe dovuto essere e vivere quello che era.
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The Amulet
Fantasi[ COMPLETA ] Il tempo sembrava essersi fermato da quando i suoi genitori erano deceduti prematuramente, lasciandola in balia di famiglie adottive che non desideravano una bambina di otto anni. Compiendo diciott'anni spera che il periodo buio dell'ad...