Capitolo 19

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Ero in dormiveglia e sentivo qualcosa di caldo scaldarmi il volto ad intermittenza. Poiché avevo sonno non aprii gli occhi, non avevo ancora voglia di alzarmi e del resto lì dentro non potevo fare molto. Dovetti ammettere che avevo dormito bene, anche se l'igiene non era presente in quel letto. Ad un certo punto sentii qualcosa accarezzarmi la guancia destra, così mi svegliai d'improvviso. Aprii gli occhi e mi sedetti di scatto sul letto, il cappuccio della felpa si sfilò dalla testa. Mi ritrovai davanti il demone dei miei incubi inginocchiato accanto al mio letto che mi osservava con gli occhi sgranati.

Mi appiattii contro la parete.

"Cosa stai facendo?!" chiesi spaventata, ma soprattutto sorpresa.

"Nulla, perché?" chiese.

Probabilmente non si aspettava che mi sarei svegliata all'improvviso, forse pensava che stessi ancora dormendo profondamente. Si alzò velocemente cercando di ricomporsi e darsi un tono più severo. Guardai verso il muro per controllare che ci fosse la porta, potevo alzarmi e, passando velocemente sopra il letto, sarei potuta fuggire dal quell'orribile luogo in cui ero stata rinchiusa già da un giorno, eppure ancora non me la sentivo. Mi ero appena svegliata ed avevo ancora i ritmi rallentati, dovevo riprendermi un po'.

"Eri inginocchiato davanti al letto ed eri molto vicino a me..." ribadii senza timore.

Avevo intenzione di guadagnare tempo.

"Stavo controllando che stessi dormendo." rispose, cercando di mantere un espressione dura.

"Penso che tu mi abbia anche accarezzata." continuai.

"Puoi pensare quello che ti pare." rispose in modo scorbutico e con finta noncuranza.

Non dissi nulla, abbassai solamente lo sguardo. Diedi una rapida occhiata alla porta e poi mi alzai dal letto con disinvoltura.

"Dove mi trovo?" chiesi per informarmi.

"In un luogo sicuro. Se uscirai da quella porta ti ritroverai in un corridoio che porta ad altre stanze, ma non riuscirai a fuggire da qui. I tuoi piani improvvisati sono troppo evidenti, togliteli dalla testa." rispose saccente.

"Allora quando mi farete uscire da qui?" domandai sconsolata.

"Appena saremo riusciti a liberare il potere contenuto nel tuo amuleto." rispose con tono ovvio.

Sarei uscita da lì quando il mondo sarebbe caduto in uno stato di oscurità eterna...non potevo rimanere ancora a non far nulla in quel lugubre luogo. Forse una di quelle porte nel corridoio era una via d'uscita dall'edificio, dovevo comunque provare a fuggire, del resto non avevo nulla da perdere, giusto? Oramai i miei pensieri erano sempre incentrati su cosa mi convenisse o meno.

Mi guardai attorno, accorgendomi che nella stanza fosse presente la luce del giorno, dovevano esserci per forza delle finestre in quella camera. Ad un certo punto feci uno scatto verso la porta, riuscendo ad aprirla. Uscii velocemente e la richiusi alla mie spalle, lasciando il demone rinchiuso in quella stanza.

"Agatha fammi uscire!" mi intimò, battendo i pugni sulla porta che si stava dissolvendo.

Non dissi nulla, ovviamente non mi faceva onore aver chiuso un ragazzo in una camera, ma non avevo avuto altra scelta. Mi resi conto di trovarmi in un immenso corridoio dai colori rigorosamente scuri. Il pavimento era di marmo nero e il resto era in pietra. Iniziai ad avventurarmi in quel luogo a me sconosciuto, alla ricerca di una via d'uscita. Cominciai a cercare di aprire le porte che si trovavano vicino alla stanza in cui ero stata rinchiusa, ma erano tutte chiuse.
Ad un tratto udii delle voci, sia maschili che femminili, non molto lontane.

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