Capitolo 13

203 21 2
                                    

Mi svegliai di soprassalto e mi sedetti sul letto, ma non ricordavo di aver fatto alcun sogno.
Sentivo di essere terrorizzata, ma ne ignoravo il motivo. Pensai che mi avesse svegliata qualche suono violento, così mi alzai dal letto e mi diressi verso la porta della mia camera per accendere la luce.

Volevo controllare che non vi fosse nessuno oltre a me, in quella stanza. Sapevo che fosse una cosa sciocca, ma l'incubo precedente mi aveva terrorizzata. Quando il semplice lampadario bianco della mia camera illuminò tutti i mobili, dimostrandomi di essere sola nella stanza, mi sentii più tranquilla.
Spensi la luce elettrica e tornai nel mio letto. In camera non arrivava la luce dell'alba, perciò dovetti supporre che fosse ancora notte fonda. Riuscii a cadere in un sonno profondo già dopo pochi minuti.

***

Sentivo un rumore fastidioso ed acuto, trapanarmi i timpani. Aprii gli occhi e vidi che purtroppo già stavo vivendo un nuovo terribile giorno. Sbadigliai e mi sedetti, preparandomi psicologicamente ad affrontare una nuova giornata.

Subito iniziai a prepararmi e prima di uscire indossai la collana che mi aveva regalato Catherine al mio sedicesimo compleanno: su di essa vi era inciso il mio nome.
'Così quando hai dubbi su chi tu sia, te lo ricorda' mi aveva detto.
Tra tutti, questo era il regalo più importante per me perché sentivo che nel farlo ci avesse messo il cuore più delle altre volte.

Ben presto giunsi a scuola, ma quel giorno mi sembrava di essere estranea a quell'ambiente.

"Ben tornata, Agatha." mi salutò la mia compagna di banco "Come ci si sente ad essere tornate tra i comuni mortali?"

"Grazie Catherine, ma meglio di chiunque altro sai quanto questi non siano stati giorni di divertimento." affermai con molto poco entusiasmo.

"Oggi siamo scontrosi?" domandò sorridendo.

"Non sono scontrosa." affermai mantenendo il mio punto.

"Me lo stai dicendo con un tono scontroso." assottigliò gli occhi per sfidarmi.

"Ma io non-" venni interrotta dall'arrivo della professoressa.

Catherine mi rivolse un'occhiata di soddisfazione ed io alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa.

Era tipico di Catherine scherzare e prendermi in giro, ma per fortuna non ero permalosa, anzi, lo trovavo un atteggiamento simpatico. Riusciva a rallegrarmi.

Seguire le lezioni risultò più complesso di quanto avessi pensato: non riuscivo a concentrarmi, spesso mi fermavo a guardare nel vuoto e mi dimenticavo di prendere appunti. Non potevo fare a meno di riflettere...mi chiedevo quando avrei iniziato a capire qualcosa di tutta quella situazione in cui versavo.
Non sapevo cosa pensasse Catherine di me e della storia dell'amuleto; Rich mi aveva mentito sulla sua identità, ma poi ci eravamo baciati; qualcuno era entrato nella mia abitazione e aveva messo a soqquadro la mia stanza - probabilmente era coinvolto l'avvocato dei miei genitori -; in più la mia famiglia non sapeva nulla di ciò che fosse realmente accaduto in quegli ultimi giorni.
Che diavolo stavo facendo?

***

"Agatha, posso parlarti?" inaspettatamente ritrovai Rich al mio fianco.

"Certo, dimmi pure." gli concessi distrattamente.

"Sarebbe importante." specificò.

Solo in quel momento, dandogli più attenzione, notai che si sentisse a disagio.

Eravamo appena scesi dall'autobus e stavamo camminando per strada. Avevamo salutato Catherine solo pochi istanti prima.

The AmuletDove le storie prendono vita. Scoprilo ora