Capitolo 43

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SUNHI'S POV

Stavo andando a richiamare Ken e Mari dato che volevamo andare a mangiare insieme, ma qualcosa va storto. Noto che salgono le scale per andare sulla terrazza. Cerco di raggiungerli e appena apro la porta sento la dolce vocina di Mari.

"Io... Io sono sempre stata innamorata di te. Quando dico oppa, non intendo oppa cpme fratello ma qualcosa di più. Fin da quando ne ho ricordi, tu sei stato accanto a me e da quando ne ho ricordo io ero innamorata di te..." -Mari. Non posso vedere il suo visino dato che era di spalle ma credo sia molto in imbarazzo. Ken con la mano le alza il viso.

"Sei così dolce Mari..." sussurra Ken, ma anche se lo ha solo sussurrato, l'ho sentito anche fin troppo bene. I loro visi si avvicinano finché le labbra di Ken si appoggiano su quelle di Mari.

"SunHi." Mi chiama qualcuno da dietro le mie spalle. Una mano gelida mi afferra il polso e mi trascina. Rientriamo ed entriamo veloci nel primo stanzino che c'era: lo sgabuzzino. Ero praticamente spieccicata dentro con dietro di me un ragazzo e davanti a me la porta.

"Stai zitta." Sussurra il ragazzo dalle mani gelide che mi stavano tenendo fermi i fianchi.

"Dai Mari vieni?" Urla Ken.

Sento dei passi avvicinarsi insicuri.

"Vuoi darmi la mano?" Chiede sogghignando Ken.

"Ken sei il miglior oppa del mondo." Sento sorridere Mari. I loro passi si allontanano lentamente.
Gli occhi pian piano iniziano ad abituarsi al buio ma bruciano comunque.

"Stai bene?"

"Certo che sto bene. Sono felice per loro. Il mio migliore amico e la mia compagna idol. Non poteva andare meglio di così." Dico in un tono monotono, non credibile. In un momento del genere è difficile trattenere le prorpie emozioni...

"Perché i tuoi occhi dicono una cosa diversa?"

"Leo, io sto bene. È solo che al buio bruciano un po' tutto qui." Spiego.

"Te l'ho già detto. Non devi fare la forte con me. Sfogati." Dice abbracciandomi.

"Giuro. Sto bene. Ho mentito troppo per mentire adesso." Sussurro.

"Forse hai mentito troppo agli altri. Ma se stessi mentendo a te stessa?" Chiede guardandomi negli occhi. La luce entrava da uno buco che aveva la porta, facendo così entrare uno spiraglio di luce.

"Leo... io non ci capisco più niente." Ammetto e lo abbraccio.

"Devi seguire il tuo cuore. Non importa se dovrai far soffrire qualcuno. Quel qualcuno capirà." -Leo. Sotto quella maschera da burbero è davvero un ragazzo gentile e premuroso.

"Forse è meglio tornare giù. Ci staranno aspettando." Sospiro e apro la porta. Ma lì stava passando proprio qualcuno: Hongbin.

"Wow. E voi due cosa stavate facendo lì dentro?" Chiede sorpreso.

"Beh stavamo..." cerco di inventarmi qualcosa ma non mi veniva in mente nemmeno una scusa plausibile.

"Affari nostri." Sorride malizioso Leo.

Sbaglio o mi sono persa qualcosa?

"Non pensar male. Ci stavamo nascondendo da qualcuno..." dico abbassando lo sguardo.

"Okay. Solo perché sei tu, non chiedo oltre. Andiamo." Sorride gentilmente Binie e appoggia il suo braccio sulla mia spalla.

"Grazie Binie." Sorrido. Per fortuna non voleva sentire oltre. Leo, dietro di noi, ci segue.

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