Capitolo 14

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Mi sento completamente indolenzita. Apro gli occhi lentamente cercando di mettere a fuoco dove mi trovavo. Vidi prima un soffitto bianco e spoglio. Le pareti erano dello stesso colore. Un odore forte di disinfettante aleggiava nell'aria come se tutto in torno fosse in una bolla sterilizzata. C'e silenzio nella stanza. Solo il lieve tin tin del macchinario posizionato accanto alla branda su cui ero stesa. Sentii una pressione sul braccio e quando mi volta in quella direzione vidi un ragazzo. Dormiva. I capelli gli ricadevano su gli occhi chiusi circondati da occhiaie. Stava dormendo con la testa poggiata sul mio braccio e mi teneva la mano. Anche da incosciente Ignazio aveva un'aria allegra e vitale. Ignazio era sole e luce anche se si limitava a respirare . Iniziai a chiedermi cosa ci facessi li. Poi ricordai. Noemi mi aveva picchiato per bene stavolta. Era già successo ma non fino a farmi perdere coscienza. Mi persi nei miei pensieri.
Dopo sentii che Ignazio si stava svegliando e lo accarezzai. Gli stavo facendo patire le peggiori torture e lui era ancora lì per me.
Apri gli occhi e al posto dei suoi marroni vidi ora solo due piccoli fori neri arrossati. Aveva pianto tanto. Mi uccideva vederlo così.
I: amore mio..
Lo disse come se fosse la cosa più bella del mondo e i suoi occhi si illuminarono e riempirono di lacrime ma non ne versó nemmeno una. Le tratteneva
Io: ciao amore.. Risposi debolmente.
Mi abbracciò con calma. Senza farmi male.
I: sei qui perché ti hanno picchiato nei bagni della scuola. Te lo ricordi?
Mi spiega dolcemente
Io: si
I: io non vedendoti tornare ti ho raggiunto e ti ho trovato. Eri piena di sangue e ti eri raggomitolata su te stessa. Tremavi e tossivi. Poi sei svenuta tra le mie braccia. Non ricordo mai di aver avuto così tanta paura. Non sono riuscito nemmeno a difenderti. Non ti ho sentito gridare soffrire. Non ti ho difesa. Non mi perdonerò mai per questo.
Io. Amore non è così lo sai. Non potevi fare nulla. Non è colpa tua.
Cercai di dirlo ma lui aveva il senso di colpa negli occhi. La luce che mandava Ignazio era sparita e ora c'era solo tristezza. Non lo sopportavo.
Io: non riesco a vederti così amore mio. Ti prego non guardarmi come se fosse tutta colpa tua. Non soffrire così per me non me lo merito. Non piangere non centri niente.
Tentavo di farlo ragionare ma lui si dava la colpa di tutto.
I: ora ci penso io a te. Vedrai. Mi dice con dolcezza e rabbia insieme. Fa paura . Esce dalla stanza senza salutare e io ho paura di ciò che potrebbe fare. Nella mia stanza entra prima pierò e poi Gianluca. Rimando con loro aspettando che Ignazio torni da me. Infondo al cuore spero che torni con la sua solita luce. Anche se non ne sono sicura.
IGNAZIO POV'S
Sono arrabbiato, deluso amareggiato. C'è l'ho con me stesso. Ma so come riscattarmi. Andrò da quella Troia e le farò pentire di averle fatto quelle cose. Arrivo sotto casa sua. Busso al citofono e mi risponde lei.
N: chi è?
I: Noemi sono un tuo compagno di classe i prof mi hanno detto di darti degli appunti potresti scendere?
Speriamo che non mi riconosca. Ho paura che se lo facesse non scenderebbe.
N: sali tu i miei non ci sono.
I: bene arrivo
N: 5 piano.
Non vedo l'ora di farla soffrire di vederla piangere. Sto diventando un mostro ma per ora non mi interessa.
Arrivo. Busso. Lei apre con il sorriso ma appena mi vede muta espressione. Quel sorriso si trasforma in paura. Devo avere una faccia da pazzo perché ha gli occhi terrorizzati. Tenta di chiudere la porta ma io la blocco ed entro. L'affetto per le braccia e le metto una mano sulla bocca per evitare che si metta ad urlare. Poi la sbatto contro il muro. Le metto una mano sulla gola e stringo.
I: ti avverto se la tocchi di nuovo di ammazzo.
La sbatto forte contro il muro e lei soffoca un urlo di dolore
I: non la devi più toccare
La sbatto di nuovo.
Lei piange. Di rabbia, dolore, umiliazione, non lo so e non mi interessa.
Tenta di parlare e allentò la presa per dargli aria.
N: ti prego fermati parliamone.
I: di cosa vuoi parlare troia
N: se facciamo un patto la lascerò stare.
I: potrei ucciderti senza fare alcun patto.
N: sai anche tu che non lo farai. Non sei così stupido.
I: non mi conosci.
N: ascoltami lo stesso dice esasperata.
I: parla.
N: tu la ami davvero questa ragazza giusto?
Non rispondo. Annuisco.
N: faresti di tutto per lei?
Annuisco ancora guardandola con sguardo omicida.
N: io la odio invece. E sai perché? Perché è perfetta. Perché io anche lavorando sul mio corpo con trucco e palestra non arrivò ad essere come lei. Mi piaceva Marco e a lui piaceva lei. E successe molte altre volte. Quando eravamo più piccole io già la conoscevo. Avevo un ragazzo.Era il mio primo ragazzo. Sai no? La prima volta il primo bacio. Il primo amore e cazzate simili. Dopo un mese mi dice che non prova nulla per me perché è innamorato di Sara. Lei mi porta via tutto. E allora ho pensato che anche lei dovesse passare la vita a soffrire come lei fa soffrire me solo esistendo. Ora dopo questo veniamo al mio patto. Mi piaci. Mi piaci dall'inizio. Mi piaci da impazzire ma ovviamente tu ami lei. Però se tu mi prometti di lasciarla. Se mi prometti che proverai a conoscermi a stare con me a volermi almeno un po bene e a dimenticare lei, io farò in modo che tutta la scuola non la torturi più anzi farò in modo che gli altri la guardino di nuovo come se non fosse mai accaduto nulla. Lasciala e lei avrà una vita felice. Stai con lei e tutti la odieranno ancora. A te la scelta.
L'ascoltavo con pena e ribrezzo. Ha sofferto così tanto che ora vive di cattiveria e invidia. Cosa dovevo fare?
Io senza di lei sono perso e stare con Noemi sarebbe una tortura. Ma per lei devo farlo. Mi armerò di pazienza e forza e la lascerò. Ma continuerò ad amarla. Sempre e ad osservarla da lontano.
I: accetto. Ma se il tuo piano non va ti ammazzo.
N: bene.
Sorride e sembra quasi che sia cambiata almeno un po' sembra felice.
I: dimmi una cosa? Vale la pena fare questo per me?
N: non lo so se ne vale la pena. Però voglio scoprirlo. Voglio scoprirti. Conoscerti. Sentirti. Per te credo valga la pena di tentare di nuovo.
Che cazzo adesso mi fa quasi tenerezza. Non mi fido di lei però. L'ha picchiata senza problemi e ora fa la filosofa alla socrate! Non mi convince. Mi avvio verso la porta per uscire. Voglio stare solo.
Lei mi afferra la manica. Mi fa voltare e mi bacia. Provo schifo e fastidio. Ma la lascio fare. Devo abituarmi.
Mi posa una mano sul cavallo dei pantaloni. So cosa vuole.
I: non esagerare.
N: non vuoi. ?
I: non adesso.
Esco dalla porta con la morte nel cuore e il pensiero di Sara in testa.
Devo lasciarla. Come farò? Come farà lei? Lo sopporterà? Riusciremo a sopravvivere l'uno senza l'altra?
Quando lei avrà un altro io riuscirò a stare al mio posto? Riuscirò a non lmorire. ?
SARÀ POV'S
sono preoccupata. Sto per uscire dal ospedale ma Ignazio non c'è. Mi ha lasciato con Gianluca e pierò. Sto preparando la borsa.
P: ti porto io a casa bedda.
Io: va bene.
Pierò mi prende la borsa mentre Gianluca ci viene dietro con la faccia infilata nel telefono.
Andiamo nel parcheggio. Salgo in macchina e chiamò Ignazio. Non mi risponde. Provo di nuovo ma niente.
Ma minchia sono in ospedale. Sto soffrendo e lui va via e scompare ma dove cavolo è andato.
Sento il telefono di pierò che squilla e risponde.
Pierò: ehi Igna. Si la porto io a casa. Ma dove sei. Va bene. Si ci vediamo.
Ha chiamato lui e non me. Ma cosa cavolo sta accadendo.
Il viaggio in macchina dura poco. Io parlo il minimo indispensabile con pierò e Gianluca. Ma i miei pensieri vanno oltre. Ogni tanto mi volto e vedo pierò che mi guarda. Non mi va di pensare al perché e non ci faccio caso. Arriviamo a casa e il ragazzo con gli occhiali mi aiuta. Vado verso il mio palazzo e lo vedo li. Il mio piccolo sole che ora sembra più una luna. Sembra vivere nel buio.
Saluto pierò e Gian e mi dirigo verso di lui. Lo salutò abbracciandolo. Lui ricambia ma si stacca subito.
I: devo parlarti.
Ho paura. Ha il viso più triste che abbia mai visto. Sembra in agonia.
Io: Igna che hai?
I: saliamo dai!
Arriviamo a casa apro e ci sediamo.
I: sarà sto per dirti una cosa è voglio che tu non mi interrompa.
Annuisco
I: mi dispiace ma credo che la nostra storia debba finire. Io non riesco più a stare con te. Non mi sento più in grado. A te serve un ragazzo in grado di proteggerti e io non sono all'altezza. Io non sono niente.
Le lacrime vorrebbero uscire ma non ci riescono.
Io: io ti amo.
Sembro disperata. E ' l'unica cosa che mi viene da dire. Io lo amo. Non mi importa se si sente in grado io lo amo.
Io: ti amo non mi importa nulla. Ti amo e basta. Non mi importa se non ti senti all'altezza. Io ti amo e ti vieto di lasciarmi.
I: ti prego amore non costringermi a ripetere.
Io: perché mi sembra che tu non voglia lasciarmi. È tutta una falsa
Ormai sto gridando. Sono incazzata
I: non ti riguarda. È finita e basta.
Io: vabbè allora vattene e non farti più vedere.
Se ne va subito e sbatte la porta. E piango piango come non mai. Voglio morire adesso. È forse potrei farlo. Spegnere il dolore e addio. Si potrei farlo...

Questo amore splendido / Ignazio boschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora