Capitolo 50

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GIAN POVS
Ignazio è appena uscito da casa mia.
Mi sento strano. Non è tristezza, né allegria. È una sensazione diversa.
Forse un piccolo senso di sollievo ma anche di perdita.
Sono 10 anni che mi attacco all'amore che provavo per  lui e ora di punto in bianco arriva Noemi e cambia le carte in tavola. Quello che prima era bianco ora è nero. Ciò che era liscio ora è ruvido. No ho più certezze. Ma in un certo senso... Mi piace questa sensazione di sbandamento. Non l'ho mai provata prima.

Prendo la mia giacca e decido di uscire a fare due passi. Mentre cammino per le stradine di Napoli, tra i mercati del cibo e i negozi di vestiti, tra il profumo di mare e quello della pioggia, penso a Noemi.
Le gocce mi scorrono sul viso, bagnandomi completamente.
Una sensazione di freschezza mi assale. E sembra quasi che quella pioggia possa purificare i miei pensieri, possa mettere ordine e chiarezza nella mia testa.
Questa pioggia mi fa capire tante cose.
Una nuova certezza si fa strana nel mio cervello. Ed è in quel momento che inizio a correre.
Le mie gambe mi Stanno guidando verso l'unica  persona per cui vale la pena di sforzarmi ora.

NOEMI POVS.
Sono giorni che non sento Gian.
Nel frattempo la polizia ha arrestato Marco. Siamo tutti in attesa del processo. Diciamo che per ora non darà più fastidio.
Penso a mia madre e mi sento in colpa.
Mi dispiace di averti deluso mamma ma Marco aveva fatto troppo male.

Sono a casa mia a guardare la TV. Ho una maglia XXL di una qualche squadra di basket che ho rubato a mio fratello quando ero piccola. E l'unica cosa che mi rimane di lui.
Mi manca e vorrei tanto vederlo. Gian me lo ricorda così tanto. Stessi occhi verdi, stesso sorriso angelico.

Mentre penso a questo Bussano alla porta.
Chi cacchio può essere? A quest'ora? Da me poi!
Mi alzo bestemmiando in aramaico antico ma  silenziosamente. Sono pur sempre una ragazza.
Apro la porta pronta a fare qualche scenata. Ma quello che vedo davanti a me mi spiazza.
Gian.
Gian sulla mia porta, sudato, con il fiatone, con la camicia semi sbottonata.
I capelli spettinati e umidi a causa della pioggia.
È piegato sulle ginocchia per riprendere fiato.
Alza lo sguardo. Ci guardiamo negli occhi.
N: Gian.. Cosa fai qui.
La mia voce fa trasparire emozioni contrastanti. Sta tremando come se volessi piangere. Di felicità o tristezza ancora non ne ho idea.
Lui si alza, mi guarda e mi fa affogare in quel meraviglioso mare verde che sono i suoi occhi.
G: perché sono qui?
Fa una piccola pausa.
G: sono qui davanti a te perché lo voglio. Perché non ho più dubbi. Perché mi sono accorto che vedo te ovunque. Perché il tuo sorriso più felice io ancora non l'ho visto. Perché vorrei che tu quel sorriso lo mostrassi solo a me. Perché mi sei stata vicina in ospedale. Sono qui perché mi manchi. Sono qui perché ti voglio. Sono qui perché.. Perché mi sono accorto di non amare più Ignazio. Sono qui perché mi hai cambiato. Sono qui perché non c'è altro posto in cui vorrei essere.

Si avvicina. Mi afferra per le spalle. Fa combaciare le nostre fronti. Ha la voce rotta come se volesse piangere anche lui.
G: Noemi.. Sono qui perché ti amo.. Voglio stare con te. Non mi importa di nient'altro. Voglio te..

Metto una mano sulla mia bocca. Le lacrime scorrono. Lacrime felici. Lacrime di gioia. Mi ama. Ha detto così.

N: tu mi ami!?
Sorride lievemente.
G: ti amo.
Arrossisce.
N: io.. Io non so che dire.
Nn riesco a parlare. Sono emozionata. Sono felice.
Lui fraintende questa mia risposta. Abbassa lo sguardo. Lascia le mie spalle e si allontana. È strano ma un senso di freddo mi assale appena lui si stacca da me.
Io.. Ho freddo quando lui non c'è. Lui è il mio calore più intenso. È il fuoco più acceso. Ho avuto tanto freddo per tutta la mia vita. Ora voglio lui a riscaldarmi.
G: Noemi.. Se hai cambiato idea.. Dillo non avere paura. Capirò se non vuoi starmi accanto. So che sono un disastro. So come sono. So che non valgo nulla. Ti capirò.

Io rido tra le lacrime per quell'assurdità. Come può pensare anche solo per un attimo che io non lo ami.
Mentre una nuova lacrima scende sul mio viso, lo abbraccio. Lo tengo stretto. Perché anche se non lo da a vedere anche lui e fragile. Abbiamo bisogno l'uno dell'altra.
Lui mi stringe a sua volta.
N: come potrei non amarti. Come potrei non voler stare con te. Tu sei tutto per me. Sei l'unico. Io.. Ti amo veramente. Ti amo come nessuno mai. Sei vita, sei calore, sei gioia, sei luce. Anche quando pensi di vivere nel buio. Anche quando pensi di essere lontano, quando ti senti spento e privo di vita. Anche in quei momenti sei vita. Anche in quei momenti sei vita, amore mio.
Ti amo. Ti amo dal primo momento. Dal primo sguardo.
Io.. Ti amo. Da sempre.

Mi libero di tutte quelle parole che ho tenuto nascoste, segrete. Per paura che qualcuno potesse scoprirle. Piango ancora sulla sua spalla. Butto via tutto il dolore che ho provato negli anni. Il dolore per mia madre. Il dolore per Marco, per mio padre,  per mio fratello.
Il dolore dovuto al ricordo di lui in coma.
Sporco con il trucco la sua giacca. Sporco con il mio dolore la sua anima.
Lo sento piangere insieme a me. I nostri dolori, insieme possono diventare gioia. Ogni male, ogni sofferenza, ogni lacrima. La Supereremo insieme.

Ci stacchiamo un po. Ci guardiamo negli occhi. I miei azzurri , i suoi castani, quasi verdi. Sono due oceani che si uniscono. Che si scontrano, creando onde e turbolenze.
Lui si avvicina e mi bacia. Un tocco dolce, che sa di amore. Che poi si trasforma in un qualcosa di più forte, più amaro. Ecco il dolore. Lo sentiamo e lo viviamo attraverso quel bacio forse per l'ultima volta.
Lo spingo dentro casa. Senza mai lasciarci. Chiudo la porta alle mie spalle.
Le mie mani scendono sul suo collo. Lo accarezzo.
Lui separa le nostre bocche. Mi guarda negli occhi come non ha mai fatto.
Adesso penso che Sara abbia davvero ragione. Quegli occhi parlano. Adesso raccontano di amore, di desiderio. Mi vuole. Lo sento, lo leggo in quella luce particolare che emana.
Senza parlare inizia a baciarmi il collo. Lo lecca lentamente.
Le sue mani scivolano sotto la maglia enorme che indosso. La alza. Mi accarezza i fianchi, poi l'addome.
G: Noemi.. Fermami adesso. Fermami ora o non resisterò. Dimmi se non lo vuoi. Non ti voglio forzare.
Io non riesco a parlare.
Così decido di alzarmi la maglia del tutto e togliermela. Rimango solo con gli slip visto che non indosso il reggiseno. In questo modo capirà cosa voglio ora.
Voglio lui.
Gian rimane incantato a guardarmi. I segni delle botte di Marco ormai sono solo degli aloni scuri.
G: oh Noemi..
Sorrido imbarazzata. Gli prendo una mano e lo porto in camera.
Gli tolgo la giacca. La camicia. Gli slacciò i pantaloni. Vanno via anche quelli.
Abbiamo solo gli slip a coprirci.
Ci stendiamo sul letto.
Gian lascia baci su tutto il mio corpo. Il collo, le spalle, il seno. Arrivato lì succhia e morde un capezzolo giocando con l'altro con le mani.
Io gemo.
Allungò la mano verso i suoi slip per abbassarglieli ma lui mi ferma.
G: non stasera amore. Stasera sarà tutto solo per te. Voglio farti stare bene. Voglio farti fare l'amore. Quello vero. Quello che sa di infinito. Quello che ti rimane nel cuore e sulla pelle anche dopo ore.
Io piango ancora.
N: ti amo..
G: no amore mio.. Non piangere più.
Toglie le lacrime dal mio viso con dei baci dolci.

Continua ad assaggiarmi. Ad accarezzarmi dentro e fuori.
Poi mi spoglia del tutto. Si spoglia anche lui.
È finalmente facciamo l'amore. Per una volta nessuno mi sta obbligando. Sto facendo l'amore con la persona che amo. Mi sento bene. Mi sento viva. Mi sento pulita, voluta amata. Sta lavando via da me lo sporco.
Finalmente sto vivendo. Sto vivendo lui, per lui, con lui. Solo lui.
Solo Gian.
Per sempre.

Questo amore splendido / Ignazio boschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora