"Il sole sorge ad est e sai dove tramonta? Negli occhi tuoi"
Briga & MostroSOPHIA
Mancavano poche settimane ormai alla riapertura della scuola e io come sempre,non avevo cominciato a fare i compiti. La Nicole non c'era, era andata in Sardegna e tornava il diciotto settembre,quindi avrei passato sicuramente quelle settimane che rimanevano prima della solita routine a fare i compiti.
Andrea non mi scriveva più,non ricevevo più sue chiamate e la cosa mi sembrava strana.
Decisi di cominciare a fare latino,quindi andai in camera e presi il libro e il quaderno. Mamma e papà non erano in casa,quindi ero sola con Benjamin,che era da ieri sera che non ci parlavamo. Il suo comportamento era vago,strano,non mi guardava come i giorni precedenti e cercava di evitarmi.
-*perché fai così?-*gli chiesi appena lo vidi scendere dal piano superiore stufa di quella situazione.
-*così come?-* disse portandosi una mano fra i capelli,che,da come avevo capito,faceva quel gesto solo quando era nervoso.
-*è da ieri sera che sei strano-*
-*ma no,sono sempre stato così-*
-*di solito mi sfotti sempre-*dissi cercando di guardarlo negli occhi.
-*è che sono stanco,non mi va di parlare,vado in camera-*esordì salendo le scale per andarsi a chiudere in camera.
Non era vero che era stanco,non era vero che non gli andava di parlare,aveva qualcosa,e volevo scoprirlo. Chiusi il libro e andai al piano superiore.
-*posso?-*chiesi.
-*non abbiamo nulla da dirci-*sentii dire dall'altra parte della porta.
Provai ad aprirla,spingendo la maniglia all'ingiù,notando che era aperta.
-*dai Sofi,vattene-* disse portandosi il cuscino in faccia.
-*senti,tu di solito sei sempre su di giri,non taci un attimo,mi sfotti dalla mattina alla sera, attacchi briga con me,litighiamo ogni santo giorno invece ora sei moscio-*dissi toccandogli con un dito il braccio muscoloso.
-*vattene-*replicó con voce soffusa a causa del cuscino.
-*no,non me ne vado-* dissi con voce decisa sedendomi sul letto.
-*senti,ti sfotto e mi dici che non vuoi che ti sfotto,ora che non lo faccio ti preoccupi pure?ma te sei pazza-* esclamó il ragazzo togliendosi il cuscino dalla faccia mostrando i suoi bellissimi capelli tutti scompigliati. Rimasi scioccata dalla immagine che mi si era mostrata. I suoi occhioni verdi nei miei,quelle labbra da baciare e quel suo profumo di non so che ma che ti faceva girare la testa.
-*sarò pazza,ma se vogliamo andare d'accordo dobbiamo cominciare a comportarci in modo rispettoso fra di noi-* dissi poi alzandomi dal letto e andando verso la porta.
-*Sofi aspetta-* sentire dire il proprio nome da un ragazzo perfetto fa un certo effetto.
-*che c'è?-* chiesi voltandomi verso di lui.
-*vieni a sederti qui,che devo dirti delle cose-*.BENJI
Non so se stavo facendo la cosa giusta,ma ormai non riuscivo più a tenermi tutto dentro,dovevo raccontare a qualcuno la mia storia,la mia infanzia,la mia adolescenza e non avevo nessuno,se non Sophia.
La ragazza dinanzi a me venne a sedersi sul letto,a gambe incrociate,pronta per ascoltarmi,ero nervoso,troppo nervoso,ma dovevo farlo,almeno così mi sarei levato un peso.
-*allora?cosa devi dirmi?-*mi chiese la mora.
-*beh,non è semplice per me dover dire le cose che sto per dirti,ma non ce la faccio più a tenermi tutto dentro,non ho mai raccontato a nessuno la mia storia,nemmeno alle suore e agli educatori dell'orfanotrofio-* giocavo nervosamente con l'anello che portavo al pollice destro.
-*raccontami tutto Benji,di me ti puoi fidare-*disse quella frase con talmente tanta dolcezza che mi calmai,era così dolce e così buona con me,non meritava affatto la mia cattiveria,infondo lei non c'entrava niente con il mio passato.
-*allora,io sono nato in Australia,da mamma australiana e papà italiano. Si sono conosciuti tramite degli amici e così si sono messi insieme,dopo cinque anni di fidanzamento si sono sposati e sono nato io-* era dura dire per me quelle cose.
-*eravamo felici fino a che papà non perse il lavoro e mamma per la disperazione cominció a prostituirsi all'insaputa di mio padre. Io ero piccolo quando successe ciò,avevo cinque anni,ma ero abbastanza grande per capire che la mia famiglia non era più quella di prima,e che stava andando a rotoli,io non potevo fare nulla data la mia età,così ero costretto a subire la disgrazia che ci stava attraversando-* cominciai a sentire gli occhi pizzicarmi e la voce rompersi ad ogni frase. Strano ma vero,anche Sophia stava cominciando ad avere gli occhi rossi e si avvicinó di piu a me,abbracciandomi un braccio.
-*vai avanti ti prego-*disse accoccolandosi tra le lenzuola.
Tirai un sospiro,presi fiato e ricominciai a raccontare.
-*mio padre scoprii la prostituzione di mia madre,così cominció a bere,tanto da andarsi a schiantare contro un camion in piena notte. Ricevemmo la telefonata dalla polizia il giorno dopo,per me fu un trauma. Eravamo davvero arrivati sull'orlo del lastrico. Mia madre continuó a prostituirsi per poter portare a casa pochi soldi giusto quello che serviva per farmi mangiare. Arrivati i miei sei anni gli assistenti sociali notarono la nostra situazione,decidendo così di togliermi da mia madre,per portarmi in un orfanotrofio-* sentii delle lacrime bagnarmi il viso,e capii che stavo piangendo come un bambino,sentii anche il mio braccio bagnato,mi voltai e notai che Sophia era in un bagno di lacrime,piangevamo come due cretini,gli occhi rossi,il singhiozzo e la voce spezzata. Nonostante ciò decisi di continuare,perchè sapevo che se non avrei detto tutto in quella mattinata non avrei mai detto più niente.
-*mi trovavo solo,in quell'edificio così grande e così sconosciuto ai miei occhi. Venne ad accogliermi una suora,che mi portó in una stanza con altri bambini,più o meno della mia stessa età. Feci amicizia con questi bambini in poco tempo,trascorrevo le giornate giocando a carte,con le macchinine e quando diventai più grande,all'età di quattordici,quindici anni mi divertivo a limonare le ragazze dell'orfanotrofio.-* in quel momento mi scappó un sorriso,rendendomi conto della mia stupidità,anche Sophia fece un sorriso,che nascose contro il mio braccio.
-*vedevo i miei amici venire addottati,tutti e velocemente,e poi c'ero io,che stanco di sperare di venire addottato mi rassegnai,fino a che non siete arrivati voi,la mia salvezza-* mi asciugai le lacrime,felice di essermi tolto quel peso enorme che avevo dentro di me.
-*non pensavo che tu avessi avuto un passato difficile-*disse la ragazza asciugandosi gli occhi e alzandosi dal letto. Avrei voluto che restasse,ma mi vergognavo dirle "resta".
Mi alzai dal letto anche io,seguendola,indeciso su cosa fare.
-*grazie-*dissi abbracciandola da dietro,portando le mie braccia attorno al suo ventre.
Volevo rimanere così,per sempre abbracciato a lei,solo noi due,soli in quel mondo crudele che ti nega di volare alto.
Forse stavo cominciando ad innamorarmi di lei.Spero che questo capitolo vi piaccia e secondo voi,il nostro bel principe azzurro tornerà ad essere duro nei suoi confronti o si addolcirà? Votate e commentate😊
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Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016
FanfictionLui un ragazzo strafottente,stronzo e bullo. Lei una ragazza dolce,sensibile e affettuosa. Lui cresciuto in un orfanotrofio. Lei cresciuta in un'amorevole famiglia. Lui-Benjamin Mascolo Lei-Sophia Crawford Questa è la storia di odio,amore e distanza.