CAPITOLO 41

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BENJI
Il temporale cessó dopo alcune ore,provai a chiamare Sophia per chiederle dove fosse ma il telefono mi dava di continuo la segreteria,le lasciai alcuni messaggi,ma dubitai che li avesse ascoltati.
Dopo poco sentii la porta aprirsi e mostrare la figura di una piccola ragazza con addosso una felpa nera a cerniera abbastanza larga.
"Sophia,per l'amor di Dio dove eri?"strillai mentre le andavo in contro a braccia aperte.
Il suo volto era spento,impaurito,fissava un punto davanti a se impreciso.
Le agitai una mano davanti agli occhi.
"Sophia?"dissi in tono preoccupato.
La ragazza mora mi guardó con i suoi enormi occhi color nocciola.
Arrancó verso di me e si gettó fra le mie braccia piangendo.
Le accarezzai i capelli,cercando di placare i suoi singhiozzi contro la mia spalla.
"Ehi piccola che c'è?"le chiesi poi sollevandole il viso verso di me.
Lei singhiozzó ancora e provó a parlare ma un nodo le si formó in gola e ricominció a piangere.
La portai sul divano di casa,abbracciandola forte a me e accarezzandole la schiena.
"È tutto okei"le sussurrai all'orecchio.
Lei mi guardó e farfuglió qualcosa a me incomprensibile.
"Non...non capisco"risposi fissandola negli occhi.
"Mi...mi ha chiamato mia madre e..."faticava a parlare,emetteva singhiozzi e cercava di trattenere le lacrime per spiegare cosa era successo in mia assenza.
"Vai avanti"la incitai.
"Ha detto a Laura che noi siamo qui"i suoi occhi incontrarono i miei.
Per un attimo non capii più nulla.
Mi alzai dal divano e mi presi la testa fra le mani.
"No,non è possibile"dissi incredulo.
"Lo so,anche a me sembra strano ma..."non fece in tempo a finire la frase che la fermai.
"Taci,non...non dire niente"dissi freddo.
"L'hanno fatto per un buon motivo"rispose lei piangendo.
"Ah si? E quale sentiamo"urlai.
In quel momento ero fuori di me.
"Laura ha detto ai miei genitori che se loro non le avessero detto dove ci trovavamo li uccideva,o peggio,uccideva me"esclamó lei quasi in un sussurro.
Mi voltai verso la ragazza,scossi la testa e mi rimisi a sedere sul divano assieme a lei.
"Non è possibile"dissi una seconda volta con gli occhi spalancati dall'incredulità.
"Mi...mi dispiace Benji"rispose lei piagnucolando.
Non sapevo cosa fare,certo,non potevo lasciare che Laura uccidesse i genitori della mia ragazza o peggio ancora lei,Sophia.
"Quindi ora,cosa...cosa si fa?"chiesi deglutendo rumorosamente.
La ragazza non rispose.
"C'è dell'altro"esordì la mora.
I miei occhi si fissarono su di lei.
Dell'altro?
"Ho visto una ragazza che assomigliava a Laura in una caffetteria".
Non risposi subito mi limitai a guardarla.
"S-sicura che fosse lei?"domandai perplesso,spaventato dalla possibile risposta.
"No,non ne sono sicura,ma assomigliava molto a lei".
Silenzio.
Okei,okei,bello scherzo,che tiri mancini che ti rivolge il cervello vero? Bastava solo che mi pizzicassi la pelle e mi sarei svegliato.
Purtroppo pero,quello non era un sogno,non era un incubo,era la realtà,in carne e ossa,la realtà nuda e cruda,da affrontare con i denti.
Ad un tratto mi ricordai dei messaggi che mi erano arrivati dall'anonimo,beh,non più anonimo,visto che ormai avevamo scoperto tutto,o meglio,sapevamo tutto. Tirai fuori il telefono dalla tasca e glielo porsi alla ragazza.
Ero talmente pieno di adrenalina che sembrava che avessi bevuto quattro redbull.
Passai il cellulare alla ragazza che lo guardó sconcertata.
"Cosa dovrei farci?"chiese lei come se non avesse mai tenuto in mano un apparecchio del genere.
"Leggi,tutto quanto"risposi freddo.
La ragazza cominció a leggere,passarono alcuni minuti snervanti:
"Hai letto? Hai letto?"strillai camminando avanti e indietro passandomi nervosamente una mano tra i capelli.
"Si Ben,ho letto"disse lei con il mio telefono tra le mani.
"Merda,che cazzo oh"allargai le braccia sospirando.
"Senti,mi sono rotto le scatole a restare qui senza fare niente,dovremmo reagire"dissi.
"E cosa vorresti fare?"chiese lei guardandomi in modo calmo.
"Non lo so,andare dalla polizia?".
Lei emise un "mh"che non riuscii a comprendere cosa significasse.
"Oh Sofi,fai come cazzo ti pare,se vuoi restare qui a subirti i messaggi provocatori di due deficienti bene,fai pure.
Ma io non ce la faccio"esclamai andando verso la porta.
"Dove vai?"chiese lei alzando appena il tono della voce.
"A farmi un giro"dissi seccato.
"Bene,raffreddati le idee mister incazzatura"sbuffó lei.
Oltrepassai la soglia di casa e sbattei letteralmente la porta dietro di me.
Ma era possibile che ero l'unico a voler reagire a tutto quello che ci stava succedendo?bah.
Gironzolai per un paio d'ore nel centro della città,passando non so quante volte davanti ad un negozio di animaletti.
"Ehi Benjamin"sentii dire da una voce abbastanza famigliare.
Mi voltai e vidi James che si stava sbracciando davanti al bar per avere la mia attenzione.
Andai verso di lui e lo salutai quasi a fatica.
"Che ti prende figliolo?"James aveva sempre quel tono dolce,affettuoso.
"Problemi"risposi sospirando.
"Ti va di parlarne?"chiese accennando con la testa un tavolino vuoto all'interno del bar.
Non sapevo se dovevo dirgli davvero tutto,non sapevo se fidarmi al cento
per cento,mia madre da piccolo mi diceva sempre di non fidarmi di nessuno,di non raccontare mai a nessuno cosa succedeva nella mia testa,io seguii sempre il suo consiglio,fino a pochi mesi fa.
Dovevo sfogarmi con qualcuno,così decisi di seguirlo dentro il bar accogliente in cui avevo trovato lavoro.
Ci sedemmo uno di fronte all'altro,io però,con lo sguardo basso rivolto alle mie mani.
"Benjamin"sentii dire.
"Si?"alzai lo sguardo verso James che mi guardava come un padre guarda di solito suo figlio finito nei guai.
"Avanti,non ti mangio"disse con un sorrisetto stampato in volto.
Sospirai e comincia a raccontare.
[...]
"E così,ora siete qui,con quella pazza a piede libero e quell'altro che non si sa dove è finito"disse lui.
"Andiamo bene"continuó poi in tono canzonatorio.
"Abbiamo bisogno di aiuto"dissi guardando sempre le mie nike nere.
"Beh Benjamin,l'aiuto ce l'hai di fronte a te"James si indicó e sorrise.
"Tu...tu ci aiuteresti?"chiesi esterefatto.
"Certo,ascolta,mi sembri un bravo ragazzo e da quanto mi hai raccontato,tu e la tua ragazza ne avete passate di ogni".
Aveva ragione,aveva pienamente ragione.
"Cosa potremmo fare allora?"chiesi.
"Lascia fare a me,andrà tutto bene"affermó James con uno sguardo pieno di se.
SOPHIA
Dove era andato Benjamin non lo sapevo e non me ne importava,in quel momento volevo restare sola.
Chiamai Nicole ma scattó la segreteria,così terminai la chiamata.
Ero rannicchiata sul letto a piangere,ecco perchè mia madre la prima volta che mi aveva chiamato mi aveva chiesto scusa,ora tutto combaciava.
Sentii una morsa allo stomaco e mi resi conto di non aver toccato cibo per tutto quel tempo.
Andai in cucina e mi vibró il telefono.
<<scusa tesoro per prima>> era Benjamin.
<<è tutto okei>>risposi.
<<forse ho trovato la soluzione a tutti i nostri problemi>>
<<ah si?>>
<<si,fidati di me,quando torno a casa te lo spiego,ti amo>>
<<ti amo>>.
La conversazione terminó così,che soluzione aveva trovato?
Quella soluzione sarebbe riuscita a risolvere veramente tutti i nostri problemi?
Ci stavamo occupando di Laura,ma di Andrea chi se ne occupava?
Troppe domande inondarono la mia testa,facendomi venire un leggero mal di testa.
Accesi la tv al canale del telegiornale.
Emisi un grido non appena la vidi.
Lei...era in tv.
~allora signorina,ci descriva il suo ragazzo~ disse il giornalista che era affianco a lei.
~beh,è abbastanza alto,magro,palestrato,moro,occhi azzurri,con alcuni tatuaggi e un piercing sotto il labbro destro~ la descrizione corrispondeva a Benjamin in tutto e per tutto.
Mi accasciai sul divano.
"Non è il tuo ragazzo brutta troia"urlai contro la tv.
Era li,sorridente,con due occhi penetranti,un sorriso accattivante e quella squallida voce da cornacchia.
Spensi bruscamente il televisore e chiamai Benjamin.
"Rispondi,rispondi,rispondi"dissi ripetutamente.
*questa è la segreteria telefonica di Benjamin Mascolo,se volete lasciate pure un messaggio,ma se sappiate che se sono impegnato con la mia super sexy fidanzata non vi risponderó per alcune orette.
"Benjamin"si sentii urlare nella segreteria"
Lasciate il messaggio dopo il bip*.
Riconobbi la mia voce e quella di Benjamin e mi lasciai scappare un sorriso.
Però era possibile che tutti avessero la segreteria?
Accesi di nuovo il televisore,ma stavolta facendo attenzione a non mettere su nessun telegiornale.
Facendo zapping tra i canali vidi il telefilm Pretty Little Liars.
"Oh veh,parlando di Pretty"dissi appoggiando il telecomando sul divano.
*attenti,non è finita qui.
Baci A* lesse una protagonista del film.
Quel messaggio mi era apparso abbastanza inquietante.
Una serie di brividi mi attraversó la schiena,facendomi sussultare.
Note:
E dopo anni e anni riuscii a scrivere il quarantunesimo capitolo! Grazie,grazie*inchino* hahahah.
Mi raccomando,andate a leggere la storia di @Love_Story_3000,si chiama Nuovi incontri,Nuove sorprese!!!.
-terry-

Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora