CAPITOLO 35

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BENJI
Quella sera sarei dovuto andare sotto la finestra della camera di Sophia,nessuno sapeva che volevamo andare via da Modena,tranne Federico e Nicole.
Avevo preparato e pensato a tutto.
"Fatto"esclamai soddisfatto guardando la valigia.
"Sicuro di ciò che stai per fare?"mi chiese Fede seduto sul letto.
"Si"risposi voltandomi verso di lui.
Il ragazzo sospiró e io tornai a guardare la valigia su cui erano poggiati due biglietti aerei.
"Sai Fede,dentro questi biglietti c'è il nostro futuro"dissi sorridendo.
"Lo so Benji,lo so"
"Dai fratello,non è mica la fine se staremo distanti per un po"
"No no,è che mi mancherai molto"
"Ma ci rivedremo". Il moro sorrise e io lo seguii.
"Spero per te che vada tutto bene"
"Lo spero anche io". Il volo era alle 10:00 in punto e io non stavo più nella pelle. Camminavo nervosamente per tutta la stanza,avanti e indietro,indietro e avanti.
"Dove andrete?"mi chiese Federico.
"Australia"risposi sorridendo.
"La porti nella tua terra"
"Gia". Mi buttai sul letto e guardai il soffitto bianco. Australia,finalmente liberi di amarci e finalmente liberi da quello schifo di posto che ci era toccato. Chissà che effetto mi avrebbe fatto ritornare a casa mia dopo tanto.
[...]
"Ben? Ben svegliati è ora" sentii muovermi il braccio,sicuramente era Federico.
"Che c'è?"chiesi aprendo gli occhi assonnati e cacciando fuori uno sbadiglio.
"Sono le nove,devi andare dalla Sofi o no?"
"Uh si si"mi stiracchiai,sbadigliai e mi stropicciai gli occhi. Scesi dal letto a passi incerti,mi diressi in bagno gettandomi in faccia un po d'acqua fredda per svegliarmi. Mi preparai cautamente.
"Fede?"chiamai uscendo dal bagno.
"Dimmi"disse lui dinanzi a me.
"Grazie"sorrisi.
"E di cosa?siamo migliori amici"sorridemmo entrambi,dovevo davvero tanto a quel ragazzo.
Controllai nuovamente la valigia,accertandomi che ci fosse tutto,afferrai i due biglietti sulla scrivania,me li ficcai in tasca e varcai la soglia della porta.
Guardammo in giro per assicurarci che non ci fosse nessuno. Portai la valigia in salotto dove mandai un messaggio alla mia ragazza affermandole che sarei andato da lei entro pochi minuti.
"Allora è arrivato il momento"canzonò Rossi.
"Eh gia"risposi.
"Mi raccomando,divertitevi e state attenti"
"Si,di sicuro"
"Ma non avete paura di..."
"No,sono stufo di abbassare la testa per chiunque"lo interruppi. Il moro mi guardò con un espressione preoccupata.
"Sta tranquillo Fede,andrà tutto bene". Non rispose,si limitó solo ad accompagnarmi alla porta.
"Sicuro che non vuoi che venga con te?"chiese lui aprendo la grande porta color nocciola.
"Sicuro. Stammi bene fratello"dissi abbracciandolo.
"Anche tu". Detto ciò mi allontanai dall'abitazione,dal mio migliore amico. Mi voltai verso di lui e accennai un sorriso che lui ricambió.
"Chiamami appena arrivate"sentii urlare dalle scale.
"Va bene"urlai di rimando per farmi sentire. Arrivai al portone,lo aprii,facendolo poi chiudere alle mie spalle. Sospirai,il cielo era di un colore blu scuro e le stelle si stavano facendo spazio per prendere posto in quella distesa enorme. Le auto sfrecciavano veloci lungo le strade,i bar e i negozi erano ancora aperti,ma forse per poco,gente che camminava lungo i marciapiedi,chi andava e chi tornava da un posto. Mi incamminai in direzione della villettina di Sophia,trascinandomi dietro la mia valigia verde militare. Nella mia mente si facevano spazio a poco a poco le immagini di me e Sophia in Australia. Con lei volevo fare di tutto,volevo crearmi una nuova vita,una nuova famiglia,un nuovo inizio. Camminavo a passi svelti per marciapiedi,attraversando le lunghe strade di Modena. Erano le nove e un quarto e io ero sotto la finestra della camera di Sophia.
SOPHIA
*scendi,sono sotto la tua finestra*
quel messaggio mi fece aprire un varco di speranza,pregavo Dio che tutto andasse per il meglio.
Afferrai la mia valigia,presi il cellulare e diedi per l'ultima volta un occhiata alla mia cameretta. Sospirai,eravamo davvero giunti a ciò? Mi assicurai che la porta fosse chiusa a chiave,non avevo lasciato nulla di scritto ai miei. Non mi interessava di niente in quel momento,mi interessava solo del viaggio che dovevo intraprendere con il mio ragazzo. Mi avvicinai alla finestra aprendola. Guardai giu e trovai Benjamin rivolto con il viso verso di me.
"Andiamo bambolina,scendi e scappiamo"mi incitò lui sorridendo. Feci cadere il borsone nel giardino,facendo attenzione a non colpire il ragazzo sottostante. Mi aggrappai ad un ramo dell'enorme albero che ormai era diventato parte delle nostre fughe;ringraziai mentalmente tutte quelle volte che da bambina mi aggrappavo agli alberi. Arrivai a terra e mi fiondai nelle braccia del ragazzo.
"Pronta?"mi chiese lui.
"Si"risposi. In quel momento non badavamo a tutte le conseguenze possibili,perchè si sa,quando sei giovane ogni cazzata è meravigliosa.
Avevamo in mente di prendere il piccolo pullman che ogni sera si fermava a meno di un metro rispetto casa mia.
"I biglietti?"chiesi.
"Oh-oh"disse lui guardandomi con occhi spaventati.
"Oh-oh cosa?"domandai.
"C-credo di averli lasciati a casa"
Mi poggiai la mano in fronte e scossi il capo.
"Scherzo,ce li ho qui"disse indicando la tasca destra dei jeans.
"Sei un idiota".
"I'm you're idiot,remember this". Il suo accento australiano,cazzo.
Il pullman arrivó dopo svariati minuti,salimmo e ci sedemmo ai primi posti.
"Sicura?"mi chiese poi il ragazzo.
"Si perchè?"chiesi guardandolo negli occhi.
"Sei ancora un tempo a cambiare idea"
"Senti Benji,io sono sicurissima di ciò,andrei persino in capo al mondo con te,affronterei il mondo intero se solo tu mi tenessi l'altra".
Benjamin mi afferró la mano e la strinse forte.
"Ti amo".
"Ti amo".
Quelle due parole erano meravigliose dette dalla sua bocca.
Appoggia la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi. Mi immaginavo già in Australia.
[...]
"Svegliati piccola,siamo arrivati"
"In Australia?"chiesi aprendo piano gli occhi.
"No"disse lui ridendo.
"All'aeroporto"continuó. Mi alzai dal sedile,presi la valigia e scesi dal pullman.
"Andiamo"disse lui prendendomi per mano.
L'aeroporto era strapieno di gente,chi veniva,chi andava,i voli erano annunciati ogni secondo,aerei che decollavano o che atterravano,piloti che si prendevano un attimo di pausa e passeggeri desiderosi di salire sul loro aereo e di volare via verso la loro meta tanto amata.
Ci dirigemmo verso un check-in dove ci accolse una signora sui quarant'anni ad occhio,con i capelli rossi raccolti in un coda e con la divisa dell'aeroporto.
"Salve"disse caldamente.
"Salve"rispondemmo.
"Nomi?"
"Benjamin Mascolo e Sophia Crawford"esclamò il ragazzo.
"Ma hai dato il tuo vero cognome?"gli chiesi sottovoce.
"Già"rispose lui sorridente. Sorrisi a mia volta. La signora controlló sul display del computer e poi annunció;
"Avete prenotato un volo per l'Australia giusto?"
"Si"rispose lui.
Guardai il mio ragazzo e sorrisi,aveva fatto così tanto per me,cercava sempre un modo per rendermi felice,ero davvero fortunata ad aver trovato un ragazzo come lui e pensare che i primi giorni non potevamo vederci.
"Okei,volo 15,parte fra venti minuti"
"Va bene,grazie mille"rispose Benjamin.
"Ma...una domanda"
"Si?"chiesi.
"Non siete un po troppo piccoli per viaggiare da soli?".
Io e Benji ci guardammo.
"Beh,i miei genitori ci stanno aspettando in Australia e..."cominciò il moro .
"Siamo quelli dell'Erasmus"dissi velocemente.
"Ahh,capito" affermó sorridendo la signora.
"Grazie a Dio"dissi sottovoce.
"Bene,allora buon viaggio"
"Grazie". Ci avviammo verso il controllo bagagli,avevamo davanti tre persone.
"Bella scusa"disse Benjamin.
"Lo so"risi.
Il ragazzo mi abbracciò e mi diede un bacio nei capelli.
"Fra poche ore saremo in Australia"esclamó.
"Nella tua terra"dissi.
"Gia,voglio farti vedere tutto,farti mangiare di tutto e di più,voglio renderti parte della mia vita"mi lasciò un dolce bacio sulle labbra.
Toccava a noi e dopo quel controllo potevamo andare sul nostro aereo.

I nostri posti erano sedici e diciassette,ci sedemmo e aspettammo di decollare. L'aereo era abbastanza pieno,genitori con i loro rispettivi figli,gente in giacca e cravatta che forse viaggiavano per lavoro,gente sola o accompagnata.
"Che c'è?"mi chiese Benji masticando una caramella.
"Nulla"mentii.
"Non è vero,ti conosco troppo bene"disse pizzicandomi la guancia sinistra.
"È che mi sembra impossibile tutto questo,mi sembra di vivere in un film".
Il moro mi abbracció e misi la testa sul suo petto. Sentii il battito del suo cuore,il suo petto si alzava e abbassava tanto da cullarmi.
"Riposa Sofi,ne hai bisogno,domani saremo in Australia"disse fregando la sua mano sulla mia schiena.
Sbadigliai e chiusi gli occhi,poco dopo ero già nel mondo dei sogni.

Note:
Non mi piace molto come capitolo,ma spero vivamente che a voi piaccia,ho letto commenti davvero dolci e carini e le ringrazio di cuore. Lo so,ci ho messo un po
per aggiornare ma vi giuro che in avevo idee hahaha!!
Baci mary❤️

Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora