CAPITOLO 23

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-in testa ho lei,ogni minuti,dieci rintocchi-
Gemitaiz.

SOPHIA

Le lancette dell'orologio scoccarono l'una,segno che le lezioni erano finite. Misi a posto la mia roba nello zaino e mi preparai per uscire.
"Dai Sofi,forse non te l'ha mandato lei quel messaggio"disse Nicole.
"Spero"risposi.
Uscimmo dalle scale principali e non appena vidi Benji gli corsi incontro.
"Ben"dissi.
"Sofi"rispose.
Andrea ci stava guardando,ma in quel momento me ne fregava poco di lui.
"Andiamo?"mi chiese sorridendo.
"Si". Camminavamo verso il pullman che ci doveva portare a casa nel silenzio. Lui guardava in basso,con sguardo assente.
"Benji che hai?"chiesi poi.
"Sono stufo Sophia"disse passandosi una mano fra i capelli.
"Perchè io no?"risposi.
"Sono stufo che non possiamo vivere la nostra vita,sono stufo che ci dobbiamo sempre nascondere,sono stufo che per restare un po da soli dobbiamo cercare delle scuse. Sono stufo che devo vedere chi c'è attorno prima di baciarti. Sono stufo di tutto ciò"in quel momento una fitta allo stomaco mi pervase,provocandomi una serie di brividi lungo la schiena.
"Quindi non vuoi più lottare?"gli chiesi mentre prendevamo posto sul pullman pieno di ragazzi.
Mi guardó,ma non rispose.
"Se tu te ne vai,io muoio"abbassai lo sguardo.
"Io non me ne andró mai,è solo che sono stanco di come vanno le cose"mi strinse la mano,in quel momento avevo bisogno di un suo abbraccio ma,ahimè,su quel mezzo c'erano persone che conoscevamo.
Non avrei voluto tornare a casa in quel momento,avrei voluto scappare via.
"Scappiamo"disse Benji.
"E dove?"chiesi.
"Non lo so.A New York"rispose sorridendo.
"Ma siamo troppo piccoli per viaggiare da soli"
"Vabbe,troveremo una scusa per fuggire da sto schifo di mondo". Si giró verso di me e mi sorrise,il suo sorriso mi dava forza,mi dava la forza di andare avanti.
Strinsi ancora di più la sua mano. Volevo sprofondare dentro le sue braccia.
Arrivammo a casa dopo un'oretta circa e con il cuore in gola ci dirigemmo verso la porta.
"Siamo a casa"dissi io aprendo la porta possente.
"Non...non c'è nessuno"esordì Benjamin poggiando lo zaino sul divano.
"Gia"risposi.
"Bentornati"disse mia madre sbucando dalle scale seguita da papà. Il loro volto non era entusiasto come al solito,qualcosa di brutto stava per accadere,me le sentivo.
"Sedetevi"disse mio padre. Io e Benji ci sedemmo sul divano,guardandoci continuamente con occhi impauriti.
"Da quanto va avanti questa storia?"cominciò mio padre.
"Quale storia?"chiese Benjamin.
"Oh andiamo Benjamin,lo sai di cosa sto parlando."disse mio padre in tono deciso e seccato.
"No,non lo so"
"Quindi questi non siete voi due?"mio padre tiró fuori dal suo telefono una foto di me e Benji in discoteca,dove ci stavamo baciando.
Rimanemmo scioccati.
"Da quanto state insieme?"anche il tono di mia madre era deciso e seccato.
Io e Benjamin ci guardammo,era arrivata la fine?
Sospirai.
"Da prima di settembre"affermai guardando in basso verso il tappeto.
"Quindi,una questione di mesi?".
Feci segno di si con la testa,incapace di parlare e alzare lo sguardo verso di loro.
Calò il silenzio in quella stanza,non avrei voluto arrivare a tanto.
"Devi andartene"disse mio padre brusco.
"Cosa? No"quasi gridai.
"Sophia stai zitta,le decisioni le prendo io in questa casa"
"No papà,non puoi fare questo,io lo amo"stavo piangendo,le lacrime scendevano velocemente sulle mie guance. 
"Avevamo riposto in te la nostra fiducia Benjamin"
"Mi dispiace"si limitó a dire il moro.
"Non mandarlo via ti prego"lo supplicai,sperando che cambiasse idea.
"Vai in camera tua"negli occhi di mio padre c'era ira.
"Non pensi a cosa potrà dire la gente adesso di te? Di voi?"chiese poi.
"Non me ne frega niente della gente,che dicesse quello che vuole,io lo amo più di qualsiasi altra cosa,è riuscito ad aprirmi il cuore che era chiuso ormai"
"Stai delirando"
"No papà,non sto delirando,sono solo innamorata. Non sono più la bambina di una volta a cui potevi decidere tu,ho sedici anni,e ho abbastanza sale in zucca da capire cosa è bene e male per me. Ciò che per te è sbagliato per me può essere giusto."
"Vattene Benjamin,voi due dovete stare lontani"
"Ma io la amo credetemi,saprò renderla felice"anche Benji piangeva e a quella visione piansi ancora di piu. Si,era arrivata davvero la fine.
"Tu non la vedrai più. Ci fidavamo di te".
"Non abbiamo fatto niente di male,al cuore non si comanda."disse Benji.
"Fuori da casa mia,non farti vedere mai più"urló mio padre,puntando un dito contro la porta.
Benji mi diede un occhiata,l'ultima forse,mi sorrise,mi disse "ti ameró per sempre" e se andò,lasciando dentro di me un vuoto incolmabile.
"Tu,niente telefono per una settimana"
Gli lanciai il telefono per terra,rischiando quasi di romperlo.
"Tienitelo,ti odio,come puoi negare a due persone di amarsi?"gridai.
"È tuo fratello"
"Non è mio fratello cazzo". Ricevetti uno schiaffo. Il primo in tutta la mia vita. Guardai mia madre massaggiandomi la guancia destra e corsi in cameretta disperata.
Sbattei la porta e mi buttai suo letto,sentii i miei genitori discutere,sentii mio padre dire: e che provasse a rivederla.
Non poteva finire così,la nostra storia era appena cominciata.
Stavo vivendo dentro un incubo,si,probabilmente era tutto un incubo e l'indomani si sarebbe aggiustato tutto. Guardai la foto che era appoggiata sul comodino di me e Benji al parco. Io ero in spalle a lui e sorridevamo. Piansi,volevo morire in quel momento,una parte di me se ne era andata con lui.
Cosa avrei fatto adesso senza di lui?

BENJI

Non poteva essere vero,non potevano aver scoperto tutto.
Gli occhi mi bruciavano dal tanto piangere,la vita scorreva e sembrava non importarsene di noi. Guardavo in basso,non volevo vedere in faccia nessuno,avrei voluto scomparire,tutti i miei problemi,tutte le mie teorie si erano fatte vive pochi minuti fa. E l'incubo,si,l'incubo che facevo quasi ogni notte nell'ultimo periodo,dove sognavo di perderla,ecco,tutto si spiegava. Calciai un sassolino,non riuscivo a smettere di piangere. Avevo bisogno di sfogarmi,così andai a casa di Fede.
"Mascolo"disse il ragazzo quando mi vide davanti alla sua porta. Lui e la Sofi erano gli unici a chiamarmi con il mio vero cognome.
"Che è successo?sembra che tu abbia pianto. Aspetta,tu hai pianto"
Lo abbracciai e piansi ancora di più. Ci sedemmo sul divano e gli raccontai tutto.
"Mi dispiace"disse poi.
"Ora cosa faccio?mi hanno cacciato via di casa io...io"
"Puoi restare da me se vuoi"
"Davvero?"chiesi guardandolo negli occhi.
"Ma certo. Vedrai,si sistemerà tutto"
Le forze mi venivano a mancare sempre meno,gli occhi gonfi e lei per la mente.
"Voglio morire"dissi tra i singhiozzi.
"Su non dire così"
"Come cazzo fai a dire ciò?lei è la mia vita,è riuscita a cambiarmi"
"Sa anche di Laura?"
"No"guardai altrove. Eravamo distanti si,ma le nostre menti erano collegate. Avremmo fatto meglio a scappare il giorno stesso in cui lei mi disse che voleva scappare.
"Se ti vuoi appoggiare sul letto Benji fai pure,ce n'è uno nella camera degli ospiti".
Andai in quella camera e mi distesi sul letto. Provai a chiudere gli occhi ma mi si presentava lei davanti.
Tutto ha una fine prima o poi e la nostra fine era arrivata prima,non poi.

Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora