CAPITOLO 27

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SOPHIA
Ormai stavo sdraiata in quel letto da non so quante ore,il mondo sembrava che si fosse fermato dopo quella strana visita.
Non sapevo a chi credere,a Benji o a quella ragazza di nome Laura?
Certo,Benji non oserebbe mai fare una cosa simile,lui era un bravo ragazzo,anche se in passato non lo era stato,forse parlare di certe cose lo infastidiva. Mi guardai attorno,ogni cosa adesso parlava di lui,foto,scritte su quaderni e sul diario,vestiti.
Ogni. Fottuta. Cosa.
Mi alzai dal letto e il mio occhio venne catturato da una piccola scritta sul muro al di dietro della testata del letto.
Mi avvicinai per osservare meglio e lessi: *contro tutti e tutto,ma io con te e tu con me*
Quella frase mi riportó alla mente un sacco di ricordi. Passai la mano su quella scritta nera,fatta con l'uniposca.
*16-08-15*. La data in cui ci siamo messi insieme.
Lacrime salate bagnarono ancora una volta il mio viso. Mi allontanai da quel muro e provai ad andare verso la porta.
"Sophia"disse mio padre. Come fosse invisibile lo sorpassai e andai in sala.
Sembravo un anima in pena che cercava un posto dove stare.
Non dormivo da ieri,di notte mi saliva lui in mente,mi venivano gli incubi e chi riusciva più a dormire?
Mi poggiai sul divano e accesi la tv.
"tesoro tutto ok?"chiese mia madre sbucando dalla cucina.
Non risposi,non mi girai nemmeno per guardarla in faccia.
"Sophia,ti ho fatto una domanda,so che è difficile ma almeno degna tua madre di una risposta"erano così seccanti i miei genitori. Ti fanno un torto e ti chiedono come stai,si incazzano con te e ti chiedono perchè sei tu incazzata con loro.
"Non sto bene ok? Mi avete privata del mio ragazzo,della mia ragione di vita. Mi avete tolto quel briciolo di felicità che avevo riacquistato con lui,e come se non bastasse ora spunta una tipa dal nulla che mi dice che Benji l'ha violentata al Frozen. Come puoi chiedermi se sto bene?"urlai in preda alla rabbia.
"Benji ha fatto cosa?"si portò una mano alla bocca.
"Niente. Lasciatemi in pace".
Uscii di casa,non mi cambiai nemmeno. Indossavo un leggins nero con sopra una felpa grigia abbastanza larga,le vans nere di vernice e i capelli racconti in un cipollotto in disordine,le occhiaie sotto gli occhi. Sembravo appena uscita da un manicomio.
Andai al parco e mi sedetti sotto un albero,il nostro albero. Benjamin aveva inciso con un coltelletto le nostra iniziali: B e S.
"Sofi che ci fai qui?"chiese una voce.
Alzai la testa e mi ritrovai davanti Nicole.
"Oh Nichi"la ragazza si sedette affianco a me e mi abbracció.
"Stavo venendo da te. Come stai?"
"Di merda"risposi.
"È successo qualcos'altro?"
"Si"dissi con gli occhi lucidi.
"Cosa?"chiese preoccupata.
Cominciai a raccontarle tutto.
"Non è possibile. Ben non farebbe mai una cosa del genere" esordì lei.
"Lo penso anche io. Ma quella ragazza era così convinta di se e di quello che stava dicendo che io non ho potuto fare a meno di ascoltarla"
"Non devi credere a tutto ciò che ti dicono le persone"
"Sono divisa in due".
Restammo li sotto l'albero in silenzio,con lei non avevo bisogno di parlare,ci capivamo da uno sguardo.
"Devi parlare con lui"disse poi.
"Non ho il coraggio"
"Certo che ce l'hai".
Guardai altrove. Potevo davvero continuare la mia vita in quello stato?

NICOLE
Ero sicurissima che lei doveva parlare con lui,anche perchè si stava prosciugando letteralmente,non mangiava,non rideva,non sorrideva più. Non era più la stessa.
"Io rivoglio la Sophia di un tempo"dissi.
"Non credo che ritornerà"
"Certo che ritornerà,ci vorrà solo un po di tempo"affermai,pronunciando quelle parole piu per convincere me stessa.
"Andiamo a casa"dissi.
"Non mi va".
"E dove vorresti andare?"chiesi.
"Non lo so. Vorrei solo sparire"nei suoi occhi si poteva benissimo vedere l'infelicitá.
"E se ti portassi da Benji?"
"Cosa?"a quel nome i suoi occhi ripresero colore e vitalitá.
"È da Fede,me l'ha detto stamattina a scuola"
"No. Non ci voglio più parlare con lui,quello che ha fatto è inaccettabile"
"Ma chi ti dice che è andata veramente così?"la rimproverai.
"E chi ti dice che è andata al contrario?"rispose.
"Prima o poi ci dovrai parlare,non puoi evitarlo per tutta la vita. Lo dovrai vedere a scuola"
"Gia devo vedere quella testa di cazzo di Andrea,ora pure Ben"
"Motivo in piu per parlargli".
"Nichi no,non ce la faccio a parlargli,è finita,ci siamo detto addio"
"Tu non gli hai detto veramente addio. Tu fai fatica a lasciare andare le persone a cui tieni veramente".
La ragazza mora si alzó e cominció a camminare.
"Vieni con me da Fede"
"Voglio stare da sola"
"Tu hai bisogno di aiuto,avete bisogno di aiuto"
"Dobbiamo stare lontani noi due"
"Non lo pensi veramente".
Sophia si fermó,si giró e mi guardó con i suoi enormi occhi marroni.
"Si è vero non lo penso davvero,ma lo devo fare". Detto questo se ne andó. Mi misi il ciuffo dei capelli dietro l'orecchio e sospirai. Noi quattro eravamo in un film,uno di quelli con gli amori complicati;Benji e Sophia erano i protagonisti,io e Federico gli aiutanti,Andrea e Laura gli antagonisti e i genitori l'ostacolo da superare.

FEDE
"Dai Benji,fatti una doccia,è da ieri che non ti lavi".
"Mi mena troppo"
"Ma che cazzo stai dicendo?alza quel culo e lavati se non vuoi vivere nella merda". Era diventato un bimbo quel ragazzo,gli scocciava fare tutto. Ogni tanto si fermava a guardare fuori dalla finestra e diceva delle frasi in inglese. Un giorno gli chiesi cosa significassero e lui rispose che erano delle frasi a caso,mucchi di parole dolci messe insieme per formare delle frasi.
All'inizio pensavo che stesse cominciando a delirare,ma poi capii che era semplicemente innamorato.
"Sai,un giorno,quando tutto questo sarà finito,vorrei tanto sposare Sophia e avere tanti piccoli bambini"
Mi disse una volta in sala.
Passava le sue giornate a scrivere su dei fogli bianchi,a cantare canzoni,ad immaginare la sua vita con Sophia.
Mi faceva tenerezza,io ero impotente davanti a quello che stava attraversando. Era stato abbandonato un'altra volta,solo che stavolta c'ero io a salvarlo.
"Fai come vuoi Ben,ma non lamentarti se poi ti cresce la rogna"dissi ridendo.
"Che schifo,mi vado subito a lavare".
Ero figlio unico,ma da quando c'era Benji in casa,mi sembrava di avere un fratellino,anche se,della mia stessa età. I miei genitori mi facevano mille domande sul perchè Benji era a casa nostra,non sapevo che rispondere,ma quando il moro mi disse che era ormai giunto il momento di dire tutto e di non tenere nascosto più niente a nessuno beh,spiegai ogni cosa,per filo e per segno. Mamma e papà diventarono scettici su Ben dopo aver sentito la sua storia,ma notando poi che era un bravo ragazzo ogni scetticità scomparse.
"Domani vieni a scuola però"dissi incrociandolo per il corridoio di casa.
"Mi tocca"sospiró.
Si mostrava forte agli occhi altrui,ma in realtà era debole.
Fuori forte,dentro fragile.
Non volevo che ricominciasse a bere e nemmeno a drogarsi,ma non potevo controllarlo ventiquattro ore su ventiquattro.
Andai in camera sua ad aprire le tapparelle,quando la mia attenzione fu catturata da un foglietto bianco stropicciato sulla scrivania.
Distesi il foglietto e notai delle parole incise sopra.
Cominciai leggere.
*ciao Sofi,o meglio,ciao vita mia,ciao sorriso mio.
Sono passati due giorni dalla nostra separazione e credo di non farcela,tutto questo ora parla di te,di noi* si era fermato nel scrivere,notai delle macchioline simili a lacrime sul foglio,ci passai un dito sopra e mi accorsi che erano ancora bagnate,quindi la lettera non era di alcune ore fa,ma di minuti.
"Beh?"chiese Benji entrando in camera con l'accappatoio addosso.
"Le hai scritto una lettera?"chiesi sorridendo.
"Si ma non servirebbe a nulla"disse.
"Perchè?l'ho letta,è molto bella"
"Non la leggerebbe mai"
"Che ne sai tu?"
"Lo so e basta"appallottoló la carta e si avvicinó all'armadio.
Uscii dalla camera in silenzio,chiudendomi la porta dietro di me.
Doveva continuare a scrivere.

BENJI
Mi vestii e andai verso la scrivania,continuare a scrivere quella lettera non sarebbe servito a nulla,io e lei eravamo destinati ad una storia così,fatta di litigi,distanze e odio.
Mi sedetti alla sedia e lessi quelle poche parole che scrissi.
Negli occhi sembrava che avevo spilli pungenti. Mi passai una mano sugli occhi asciugandoli.
"Do you ever think of me?"dissi guardando fuori.
Presi in mano una penna e ricominciai a scrivere. La mano sembrava fare tutto da sola sembrava che scrivesse senza alcun controllo. Dopo aver finito di scrivere,la misi dentro un cassetto e la chiusi a chiave,non sapevo ancora cosa ci avrei fatto con quel foglio,ma di sicuro non volevo buttarlo.
Dovevo andare a parlare con Andrea e Laura,dovevo risolvere la situazione. Non potevo continuare così,in questo degrado.
Scesi in cucina,un profumino mi invase le narici.
"Mangi con noi?"chiese Mirko.
"No,esco"risposi sorridendo.
Fede mi guardó stranito.
"Con degli amici".
"Ah"ricevetti come risposta.
"Fede vai anche tu no?"
"No grazie"fu la risposta di Federico.
"Va bene,io vado all'ora,non aspettatemi alzati. Ciao"dissi dirigendomi verso la porta.
"Ciao Ben,mi raccomando"mi disse la mamma di Fede.
Camminavo alla svelta tra le persone di Modena,fino a raggiungere loro.
"Sei arrivato finalmente,ti stavamo aspettando"

Note:
Okei,dovevo aggiornare domani pomeriggio ma @fandocrica mi ha chiesto di aggiornare stasera e così ho fatto! Non sapete quanto sia felice vedere persone a cui piace "soli nell'infinito"!!!! Mi raccomando,votate e commentate!
Baci Mary💜

Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora