CAPITOLO 46

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BENJI
Secondo giorno in ospedale,i medici mi avevano attaccato cinquantamila fili addosso che si congiungevano con dei macchinari,il costante monitoraggio del mio cuore,visite in piena notte di medici e infermiere,pasti,siringhe,vitamine.
Non ce la facevo più,tutto quello era diventato pesante per me,volevo andarmene,volevo tornare a casa,ma purtroppo finché il primario non decideva di dimettermi dovevo stare li.
In stanza con me c'erano altri due ragazzi,avevano si e no vent'anni o forse anche più.
Avevamo cominciato a chiacchierare  dal primo istante in cui ero entrato in quella grande stanza blu e bianca.
Si dice che il colore blu degli ospedali serve a far rilassare,ma a me faceva solo venir l'inquietudine.
Il sole splendeva alto nel bellissimo cielo azzurro,le nuvole bianchissime dominavano la volta celeste e uccellini cantavano a quella nuova giornata.
"Buon giorno Benjamin"disse la dottoressa entrando in camera.
Il ragazzo di fianco a me,portante il nome Michael,squadrò la dottoressa da capo a piedi e rivolse un sorrisetto a Josè,il ragazzo di fronte a lui,che anch'esso sorrise.
"Buongiorno dottoressa"risposi.
"Stiamo meglio?"mi chiese venendomi incontro.
"Si dai"
"Bene,allora tra un po arriverà un infermiere che ti controllerà la pressione"
"Va bene"dissi.
"Ma..."continuai poi.
"Si?"domandó la donna guardando la mia cartella clinica.
"Quando potró uscire?"chiesi con un filo di voce,guardando fuori dalla finestra il nuovo giorno a me presentato.
"Oh Benjamin,ci vorranno altri giorni di controllo qui all'ospedale,dobbiamo essere sicuri al cento per cento che tu stia bene prima di rimetterti"
"Oh"risposi deluso.
"So che vuoi andare a casa,però credimi,te la sei vista brutta e quindi è meglio che tu rimanga qui per altri giorni".
Feci cenno di si con la testa e mentre la dottoressa passó al letto di fianco al mio mi venne da chiedere della mia ragazza.
"Sophia?"
"È fuori"rispose lei sorridendo.
"Non si è mossa per niente da qui,te la chiamo?"
"Si"risposi raggiante.
La dottoressa si allontanó dal letto e uscì dalla camera per poi rientrare con la ragazza mora.
"Sofi"dissi non appena la vidi.
"Ciao Ben"rispose lei baciandomi delicatamente.
"Come stai principessa?"chiesi stringendole la mano.
"Io sto bene,tu piuttosto come stai?"
"Stanco ma sto bene"la ragazza sorrise,suo suo volto si poteva benissimo vedere la stanchezza.
"Ma perchè non vai a casa?"chiesi prendendo un sorso d'acqua dal bicchiere trasparente di plastica.
"Non voglio lasciati solo"
"Ma non sono solo,sono in ottima compagnia"feci segno ai due ragazzi che si scambiavano sguardi mentre la dottoressa li visitava.
"Toglimi una curiosità"
"Dimmi Benji"
"Come sei venuta qui in ospedale?"
"In moto"disse pacatamente.
"Ma se non hai nemmeno la patente"la rimproverai.
"Lo so,ma non avevo altra scelta se non quella di usare la motocross"rispose lei.
"E se ti fermano?ti beccherai di sicuro la multa".
"Benji,non è questo il problema prioritario"
"Ah no?"non volevo che finisse nei guai solo per venirmi a trovare in ospedale.
"E poi c'è da fare il tagliando a quella moto e il cambio d'olio e..."
"Benjamin"mi stoppó la ragazza.
"Si?"domandai guardandola dritto negli occhi marroni.
"Smettila di agitarti okey?"canzonó lei ridacchiando.
"Okey"risposi abbassando gli occhi.
"Ahh troppa dolcezza nell'aria"esultó Michael.
"Taci Michael"esclamó Juan tirandogli un pezzo di carta.
"Voglio ascoltare la loro conversazione,tanto la tv non va,quindi ascolto loro"disse sorridendo.
I due ragazzi risero all'unisono e io alzai gli occhi al cielo.
Erano simpatici quei due ragazzi,mi trovavo bene con loro,anche se erano un po troppo rumorosi.
"James viene oggi"disse lei.
"Va bene,però vai a casa,così ti rilassi"le passai una mano fra i capelli ondulati castani.
"Ma voglio stare con te"piagnucolò lei.
"Anche io voglio stare con te,ma hai bisogno di riposarti,dammi ascolto,vai a casa che è meglio"la invogliai.
"Va bene Benjamin,ma qualsiasi cosa chiamami"
"Ti amo principessa"
"Ti amo stonex"ci baciammo per pochi secondi,ma quel bacio sembró durare un eternità,le sue labbra davano di estathè al limone ed erano così morbide.
Ci rivolgemmo un ultimo sguardo e poi lei sparì dietro la porta.
"Wow,siete davvero una coppietta affiatata"esordì Juan.
"Gia"sorrisi come un povero cretino.
"È bella"continuò poi.
Rivolsi al ragazzo uno sguardo del tipo:è mia,che lui comprese subito.
"Calmo fra,so che è tua,tranquillo"si difese lui alzando le mani in segno di difesa.
Ridacchiai e mi abbandonai al letto comodo da ospedale.
Cinque minuti dopo un infermiere venne con un marchingegno beige.
"Allora,Benjamin Mascolo?"si disse guardandosi attorno.
"Sono io"risposi alzando la mano.
L'infermiere si avvicinó al mio letto e mi strinse al braccio una specie di bracciale enorme blu scuro.
L'infermiere era alto e magro,capelli corvini e occhi scuri.
"Perfetto"disse lui finendo il suo lavoro.
"Tutto apposto?"chiesi.
"Certamente,stasera facciamo le analisi del sangue giovanotto"disse sorridendomi.
"Si"risposi.
La vita li all'ospedale era dura per chi ci lavorava,ma anche per chi era paziente non era di certo una passeggiata.
Presi il mio telefono e mi misi a scancherare.
Mandai un messaggio a Fede,di sicuro era stato informato di tutto.
*ciao fratello,tutto apposto?"scrissi.
*vecchio,finalmente ti fai sentire*
*eh sono in ospedale,brutta roba*
*me l'ha detto la Sofi,io e Nicole stiamo decidendo quando poter venire,ma con la scuola...*
*giusto,scuola*
Erano ormai parecchi mesi che mancavamo da scuola,di sicuro ci avrebbero bocciati,di sicuro avranno convocato i genitori della Sophia per parlare di noi,ma poco importava,ormai la nostra vita era li in Australia e li avremmo ricominciato la nostra vita.
*ma quando ti dimettono?*scrisse lui.
*non so,so solo che mi stanno rivoltando come un calzino,aiuto Fede*
*dai Benji,almeno quando uscirai di qui sarai come nuovo,a proposito,si sa qualcosa di Andrea e Laura?*
*si,li hanno arrestati per tentato omicidio,stalking e altre cose*
*meno male,è tutto finito quindi*
*si,è tutto finito*.
Con Andrea e Laura fuori gioco,potevamo stare tranquilli,la sorte poteva solo stare dalla nostra parte,ora dovevamo solo rimetterci sul campo da ring e ricominciare a combattere per ricostruire tutto ciò che ci era stato portato via:la quiete,la tranquillità,la libertà di amarci.
Io e Sophia eravamo più forti che mai ma d'altronde si sa che l'unione fa la forza.
SOPHIA
Vedere Benjamin in un letto d'ospedale faceva effetto,alla fine avevamo vinto noi,come si suol dire:i buoni vincono sempre,infatti noi avevamo vinto.
Uscita dall'ospedale mi misi in sella alla moto e tornai a casa.
Ora speravo solo che avrebbero dimesso presto Benjamin,così avremmo potuto ricominciare la nostra vita da zero.
Mi accoccolai sul morbido divano è presi il telefono,mi resi conto di aver ancora tutti i messaggi compromettenti dei due dici in affari:Andrea e Laura.
Li cancellai tutti,prestando attenzione a non lasciare nemmeno un loro lontano ricordo.
Chiamai poi mia madre,lei e mio padre avevano diritto di sapere.
Composi il suo numero e dopo pochi squilli rispose.
*Ciao mamma*dissi.
*Sophia ciao*rispose con la sua voce dolce e materna.
*come state tu e papà?*chiesi.
*stiamo bene e voi?*a quella domanda mi resi conto che non sapeva niente di ciò che era successo.
*ora stiamo meglio,però...*cominciai.
*però?*.
*Benjamin è in ospedale*.
Silenzio.
*cosa...cosa è successo?*domandó con voce spezzata.
Raccolsi tutta la forza che avevo e cominciai a raccontare.
Tornare a qualche giorno fa faceva male,sembrava che i poveri disgraziati ad aver uniti il tutto fossero altri,non noi,sembrava che stessi raccontando un film o quelle telenovele che trasmettono in tv.
*ma è tremendo*concluse lei.
*lo so mamma,io mi sono cagata sotto,non sai quanto,avevo paura di essere rimasta da sola*riportare la mente ai giorni precedenti faceva male.
*ma ora sta meglio?*
*si ora si,è forte come ragazzo*sorrisi.
*si sa quando lo dimettono?*
*no,è troppo presto per saperlo*
*oh*esclamó lei.
*mi dispiace tanto*continuó.
*beh mamma,siamo qui,vivi e felici che tutto questo sia finito*sospirai.
*ora cosa avete intenzione di fare?*domandó.
*crearci un futuro tutto nostro,non dipendere da nessuno,sistemarci economicamente e crearci una famiglia*risposi contenta.
Dall'altro capo del telefono ci fu silenzio per un attimo.
*mi sembra la cosa migliore,ma ricordatevi che avete solo sedici anni*.
Sapevo dove voleva andare a parare,così ridacchiando dissi:
*mamma,tranquilla,c'è tempo per diventare nonna*.
La donna dall'altro capo rise,era così bello sentir ridere la propria madre.
*se tuo padre viene a scoprire di  questa conversazione ci prende per pazze*
*gia*esclamai ridendo.
Per mio padre ero sempre la solita bambina di qualche anno fa,a lui non importava se diventavo grande,mi ripeteva in continuazione:anche se cresci,rimarrai sempre la mia bambina,anche quando avrai novant'anni e io non ci sarò più,resterai per sempre la mia piccola bambina.
*ora dove sei?*chiese mia madre distogliendomi dai miei pensieri.
*a casa*.
*vostra?*
*si,nostra*casa nostra,non mi ero mai soffermata su quell'espressione,nostra.
*bene,ora ti lascio che vado a lavoro,salutami Benjamin*
*va bene,sarà fatto,salutami papà ciao mamma*
*ciao Sophia*.
La chiamata terminó e mi accasciai sul divano felice.
Non vedevo l'ora che Benjamin uscisse da quell'ospedale.
NOTE:
bene,bene,finalmente sono riuscita ad aggiornare,yuppyyy!!!!
Non so voi ma questa settimana sono piena di verifiche😓.
Però dai,guardiamo il lato positivo,tra un po finisce la scuolaaaaa😏
P.S:LA STORIA È SUL PUNTO DI FINIRE!
-terry-

Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora