CAPITOLO 40

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*abbasso la testa solo per allacciarmi le scarpe*
SOPHIA
Erano le due del pomeriggio,Benji era andato a lavoro con un animo felice ed io ero così felice per lui.
Io me ne stavo sdraiata sul divano a leggere un libro,con le cuffiette infilate nelle orecchie.
"Sono a casa"sentii dire non appena la porta si aprì.
"Ben"esclamai quando lo vidi.
Gli andai incontro,abbracciandolo.
"Ehi principessa,tutto apposto?"chiese lui con un largo sorriso.
"Si,tutto apposto,sentiamo,come è andato il tuo primo giorno di lavoro?"
"Tutto sommato bene"rispose guardando da un'altra parte.
Alzai un sopracciglio in senso di non chiarezza.
"Eh che mi chiedevano sempre:sei fidanzato? Sei libero? O altre cazzate varie"notai un'accento di disprezzo nella sua frase.
"Non te la prendere Benji"gli passai una mano fra i capelli e lui si voltó verso di me.
"A te come è andata la giornata?"
"Bene dai,ma raccontami un altro po della tua"eravamo sempre stretti nell'abbraccio,ci dondolavano appena a destra e a sinistra.
I miei occhi incastrati nei suoi e viceversa.
"Beh,se leviamo tutte le domande che mi facevano le ragazzine sulla mia vita sentimentale e aggiungiamo le ottime ordinazioni che ho preso direi che...è andato tutto alla grande"accennó un sorriso soddisfatto.
"Ti ha detto qualcosa il tipo dell'altra volta?"
"James?". Feci cenno di si con la testa.
"Ha detto che sono andato bene e che ci rivediamo domani"
"È una buona cosa"
"Ovvio".
Il moro mi stampó un bacio sulle labbra ma divenne di colpo serio.
"Cosa c'è?"chiesi seguendolo sul divano in pelle.
"Leggi qua"tiró fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni e mi mostró il messaggio.
"Merda"esclamai.
Benjamin mi guardò con aria preoccupata.
*sembra di stare in pretty little liars*dissi nella mia mente.
"Quando ti è arrivato?"chiesi porgendogli il telefono.
"Appena finito il mio turno".
"Da ciò che c'è scritto sembra come se lui o lei era li ad osservarti"
"Gia".
Mascolo si alzó e si diresse in cucina.
"Mi sono rotto il cazzo però,è sempre la stessa storia,dobbiamo darci una mossa o qui andrà sempre peggio"disse aprendo una lattina di birra al limone.
"Cosa pensi di fare?"
"Voglio scoprire chi mi manda questi messaggi del cavolo ed avere un confronto con lui o lei"il tono di Benjamin si fece serio e freddo.
"Non abbasso la testa per nessuno io,l'abbasso solo per raccogliere soldi e per allacciarmi le scarpe"bevve un altro sorso dalla piccola lattina argentata.
Guardai il ragazzo dinanzi a me,o ci davamo una mossa o presto sarebbe accaduto qualcosa di negativo.
Il cielo si fece cupo anch'esso,nuvoloni grigi carichi evidentemente di pioggia si stavano facendo spazio nella volta celeste,presto sarebbe arrivato un'acquazzone.
Nel pomeriggio tardi decisi di andare a fare una passeggiata,Benji non voleva venire,diceva di essere troppo stanco,per ciò si era buttato sul letto.
"Torno tra un po"dissi ad alta voce.
"Mi raccomando,non fare tardi"sentii dire di rimando.
Aprii la porta ed uscii.
Piccoli tuoni rimbombavano sulla città,il cielo da grigio,aveva assunto un colore nerastro.
Per le strade non c'era quasi più nessuno,ad eccezione di me.
Pensavo ad un modo di porte fine a tutto.
A quei messaggi.
A quella continua sensazione di pressione.
Cominciai ad elaborare mille teorie su come potevamo darci da fare.
Certo che nei messaggi che erano arrivati a Benjamin mancava solo una lettera alla fine di ogni scritto per far sembrare il tutto come nel famoso telefilm Pretty Little Liars.
Accennai un sorrisino per ciò che avevo pensato.
Come era possibile che due sedicenni,non potessero avere la piena libertà di amarsi?
Eppure non avevamo fatto nulla di male.
Grosse gocce d'acqua presero a scendere velocemente dal cielo,mi riparai il capo con il cappuccio della grande felpa nera di Benjamin che gli avevo sottratto prima che lui entrasse in camera.
Le gocce erano fredde,si alzato leggermente il vento,così decisi di entrare in una caffetteria.
"Una cioccolata calda grazie".
Mi andai a sedere al primo tavolino che trovai libero.
Mi guardai attorno e notai che quel piccolo locale aveva un'aria molto accogliente,non feci caso al nome,però feci caso ad una ragazza seduta al bancone,con addosso uno di quei parka verde che ormai usavano tutti.
Aveva un che di familiare,magra,alta,mora.
"Ecco a lei"disse una cameriera che mi fece ritornare alla realtà.
Distolsi lo sguardo dalla ragazza e guardai la cioccolata posta dinanzi a me.
Aveva un aspetto così invogliante.
Avvicinai la tazza fumante alle labbra e bevvi.
Ritornai a guardare al bancone,ma la ragazza di prima era scomparsa.
Guardai in tutti i punti del bar,semmai avesse cambiato postazione ma niente.
"Mi scusi,la ragazza che era qui un attimo fa con addosso un parka verde,se ne è andata?"
"Dolcezza non so di cosa tu stia parlando"rispose la signora a cui avevo rivolto la domanda.
Delusa risposi con un semplice:no niente.
Continuai a bere la cioccolata fino a quando mi squilló il telefono.
<<pronto?>>
<<tesoro sono la mamma>>
<<mamma,come stai?>>
<<sto bene tu?>>
<<sto bene anche io>>avevo piacere nel risentire la voce di mia madre.
<<mamma?>> chiamai con voce soffusa.
<<dimmi>>
<<perchè l'altra volta hai detto che ti dispiace?>>
<<perché...>>ci fu un attimo di silenzio.
<<è complicato>>continuò.
<<non mi interessa,dimmi>>la invogliai.
<<tesoro dopo che ti diró ciò che sto per dirti non credo che vorrai ancora parlare con me>>.
BENJI
Sophia mi aveva chiesto di uscire assieme a lei,ma non ne avevo voglia,così uscì da sola.
Il tempo non era bellissimo,infatti tuonava ed emanava lampi.
La ragazza aveva paura dei tuoni,così sperai che avesse trovato un posto al sicuro dove ripararsi.
La pioggia batteva violentemente sulla finestra,il vento era forte,chissà a quanti kilometri andava.
Gli alberi si piegavano su se stessi,e in lontananza si sentiva il rumore degli scuri delle finestre sbattere a causa del forte vento.
Rilessi il messaggio mandatomi dall'anonimo almeno tre o quattro volte.
Quella non era vita,quello non era vivere in santa pace.
Quello era vivere costantemente sotto il controllo di alcune persone.
Uscii dalla stanza e andai a farmi una doccia calda.
Il contatto dell'acqua contro la mia pelle mi rilassava,i muscoli si rilassarono e la mia mente per un attimo voló altrove.
Mi passai una mano fra i capelli bagnati e notai che il calore che l'acqua emanava si disperdeva nell'ambiente,creando così contro lo specchio vapore acqueo.
Chiusi l'acqua ed uscii dalla doccia,il telefono mi si illuminó un paio di volte,volevo bruciare quell'aggeggio,portava solo cattive notizie.
Ma la mia curiosità era troppo forte da non permetti di andare a controllare chi fosse.
Con il cuore in gola accesi l'apparecchio.
Fortunatamente era solo Fede.
Sorrisi,mi mancava molto quel ragazzo.
Decisi però di rispondergli dopo.
Mi asciugai ed uscii dal piccolo bagnetto.
Il temporale non voleva darsi pace,la strada era diventata deserta,provai così a contattare Sophia.
Dopo alcuni tentativi vani riattaccai.
Sperai che avesse trovato un posto caldo per stare fino a che la tempesta non si fosse calmata.
La mia mente ritornó ai messaggi ricevuti,chi poteva essere?
E poi,l'ultimo messaggio ricevuto riguardava ciò che avevo fatto quella mattina.
E se l'anonimo era più vicino di quanto pensassi?
E se,l'anonimo di quel messaggio era Laura o Andrea.
Solo loro potevano avercela così tanto con noi,se no chi altro?
Note:
E con grande entusiasmo vi presento il quarantesimo capitolo!!!
Sono lentissima ad aggiornare,lo so,lo so! Comunque,grazie mille per votare e commentare e inoltre potreste passare a leggere la storia su Benji e Fede di @Love_Story_3000? Si chiama Nuovi incontri,nuove sorprese!
-terry-

Soli nell'infinito B.M//#WATTYS2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora